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Vino? Naturale

“I vini naturali sono un segno di cambiamento verso gli abusi di tecnologia e di chimica. Lo stesso atteggiamento che si dovrebbe avere nei confronti del clima”.
Parola di Alessandro Salvano, sales wine manager di Elemento Indigeno.

È estate, tempo di freschi aperitivi e di aperitivi al fresco. Tempo di scelte di beverage in linea con il nostro modo di pensare e di vedere, oltre che con i gusti sensoriali.

Vini naturali: tendenza o consapevolezza?

Da un po’ di tempo si parla tanto di vini naturali, sempre più ricercati da consumatori attenti che sostengono di amarli per la loro autenticità, perché non hanno trucchi e non rispettano disciplinari che omologano e stressano il terreno.

Un vino naturale per un picnic (ph. Germana Cabrelle)

Abbiamo chiesto anche il punto di vista di Alessandro Salvano, sales wine manager di Elemento Indigeno che questi vini naturali li commercializza fin dai loro esordi.

Alessandro, come spiega questo orientamento verso i vini naturali. E soprattutto: la vede come una parabola ascendente, un trend in aumento?

Il vino naturale ha preso piede negli ultimi anni come segno di cambiamento, di rivoluzione. Gli abusi di tecnologia e di chimica di fine anni ’90 e inizio 2000 hanno portato le persone a fermarsi e a riflettere. Questa riflessione ha esplicitato la necessità di un cambiamento; lo stesso cambiamento necessario per contrastare il cambiamento climatico. Il consumatore del vino naturale, a mio avviso, non ha un vero e proprio identikit. C’è chi si è avvicinato a questo mondo per seguire una “moda” ma c’è anche chi è consapevole di cosa vuole bere. E sono sempre di più.

Un rosso bio Veneto (ph. Germana Cabrelle)

Ai vini naturali è spesso mossa la critica di avere un gusto strano e che se fossero vini cosiddetti normali si parlerebbe di difetti. È cambiato questo atteggiamento?

Credo che si debba smettere di vedere il vino come uno scontro. Il vino è arte e ognuno ha diritto di farlo come meglio crede. Il naturale, però, non deve giustificare errori di vinificazione. Ci sono produttori che hanno scritto la storia vinificando in modo “naturale” senza mai avere la necessità di raccontarlo per aumentare le vendite. Questo deve essere il punto di riferimento.

I ristoratori che rifornite, in che percentuale acquistano vini naturali?

Anche se stiamo parlando di vino, non amo mettere …etichette. Non credo abbia senso categorizzare i ristoratori in base a cosa decidono di proporre. Noi ricerchiamo clienti che vogliano raccontare e proporre vini buoni con un’identità. Definirli solamente “naturali” potrebbe essere riduttivo.       

La Sicilia (naturale) nel bicchiere (ph. Germana Cabrelle)

 Riformuliamo meglio la domanda: ci sono locali esclusivi con soli vini naturali, o anche ristoratori che nell’offerta beverage tengono le due tipologie di vini?                        

C’è sicuramente chi ha “sposato la causa” e quindi seleziona esclusivamente prodotti definiti naturali. Bisogna ricordare, comunque, che il vino è un alimento, è un piacere. Pertanto sarebbe più importante ragionare sul perché si sceglie un prodotto rispetto a un altro.

Vini Fonterenza, Montalcino (ph. Germana Cabrelle)

Nel vostro parco prodotti, quanti vini naturali avete?

La nostra selezione è nata assaggiando più di 5 mila vini: i prodotti vengono selezionati dopo una degustazione senza pregiudizi. Dobbiamo cercare di scoprire cosa sta all’interno del bicchiere senza farci condizionare da un’etichetta, da un brand, da una denominazione o da un modo di fare vino che in un determinato periodo storico è utile millantare.