Nel 2012 i produttori dell’Unione Europea potranno utilizzare il termine “vino biologico” in etichetta. Non così per gli italiani che usando solfiti ben al di sotto delle soglie permesse non potranno segnalare questa loro caratteristica
A Bruxelles il Comitato per la produzione biologica dell’Ue ha deciso che “Il consumatore potrà finalmente riconoscere il vino biologico attraverso l’apposito logo (una foglia disegnata da dodici stelle, tra cui una cometa, su fondo verde), come accade per tutti gli altri prodotti biologici”.
Il regolamento colma il vuoto normativo, che faceva considerare biologico il vino ottenuto da uve biologiche e non tramite un processo di produzione biologico. Il regolamento vieta alcune pratiche enologiche invasive, che possono modificare la composizione del prodotto e stabilisce i limiti di utilizzo di alcuni coadiuvanti e additivi applicando norme più rigorose che prevedono l’abbassamento della soglia di solfiti permessa a 100 milligrammi per i vini rossi e 150 milligrammi per i bianchi. I livelli massimi di solfiti indicati nel regolamento sono superiori a quelli utilizzati dalla gran parte dei produttori italiani di vino biologico, che non potranno evidenziare in etichetta questa loro qualità. Secondo Confagricoltura, una maggiore rigidità avrebbe valorizzato maggiormente il concetto di vino biologico e sarebbe stata più rispettosa anche verso i prodotti convenzionali, che non godono del vantaggio competitivo del prodotto biologico.