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Vienna 2020, un’eroica sinfonia urbana

Se amate la musica, quest’anno fate tappa a Vienna: la capitale austriaca incorona Beethoven nei luoghi che l’hanno resa celebre nel mondo. E ci invita a rimanere in ascolto, nelle sale da concerto come per le vie della città.

Wiener Konzerthaus

Vienna capitale della musica 2020. Forse lo è sempre stata, ma mai come quest’anno la città rende onore al suo attributo: si celebra il 250esimo anniversario della nascita di Beethoven, la 150esima ricorrenza della fondazione del Musikverein e i 120 anni dell’orchestra Wiener Symphoniker. A queste venerabili cifre tonde fa seguito un caleidoscopio di concerti, opere, mostre, convegni in programma durante tutto l’anno. Al di là dei pay off e del tripudio di eventi, ci siamo chiesti cosa abbia reso la capitale austriaca così devota al culto di Euterpe e come quest’attitudine tenga vivacemente banco ancora oggi.
A Vienna, ogni sera 10.000 appassionati ascoltano musica classica dal vivo, cosa che non accade in nessun’altra città del mondo. Basti pesare che il teatro dell’Opera di Stato ha un tasso di saturazione dei posti a sedere che supera il 99% (in Italia, patria del Belcanto, la media nazionale per alzata di sipario nei teatri lirici è del 45% – fonte Economist, 2017). Parliamo di classica, che costituisce un humus ideale anche per i generi musicali moderni.
Passeggiando nel cuore medievale della città, in un quartiere che ci ricorda come anche Vienna conobbe l’epoca di edifici “a misura d’uomo” tutt’al più oggetto di un sobrio restyling, dopo aver varcato l’entrata del bellissimo cortile di Heiligenkreuzer Hof, sentiamo il suono di organo provenire da una chiesa poco distante. Ci dirigiamo verso una facciata dai fregi ancorché contenuti, che si apre sul trionfo barocco delle navate della Chiesa dei Gesuiti (colonne di marmo surrogato a tortiglione, dorature, affreschi allegorici e straordinarie cupole a soffitto in stile trompe-l’œil), dove un organista divinamente ispirato ci accoglie con …l’esecuzione del leitmotif di Guerre Stellari. L’impero musicale colpisce ancora. Sono cose che succedono a Vienna: incappare in John Williams nella chiesa dedicata a Ignazio di Loyola, adiacente agli edifici della vecchia università cittadina, nella cui Aula Magna si tenne la prima esecuzione della Settima Sinfonia di Beethoven.

Stefan Zweig nella sua biografia (Il mondo di ieri, Mondadori) descrive efficacemente la passione viscerale dei viennesi per la musica: “Quando si perdettero nell’aria le ultime battute di Beethoven nessuno lasciò il suo posto. Noi uomini applaudivamo con fragore, alcune signore singhiozzavano commosse, nessuno voleva rassegnarsi al congedo. […] Rimanemmo per una mezz’ora, per un’ora intera, come se con la nostra presenza potessimo ottenere la salvezza di quell’ambiente a noi sacro. E quanto abbiamo fatto noi studenti con petizioni e dimostrazioni perché non fosse demolita la casa dove era morto Beethoven! Ognuna di quelle storiche dimore di Vienna era una parte dell’anima nostra e demolendole ce le strappavano dal corpo. Questo fanatismo per l’arte ed in particolare per il teatro, a Vienna, era comune a tutte le classi sociali”. Gli edifici abbattuti cui fa riferimento l’autore sono il vecchio Burgtheater (dove avevano echeggiato per la prima volta le note de Le nozze di Figaro, demolito nel 1887) e la sala Bösendorfer al Palais Liechtenstein, sostituita nel 1913 da un grattacielo modernista, oltre all’Altes Schwarzspanierhaus, ultima dimora di Beethoven, demolita nel 1903 per interventi di riassetto urbanistico.

La musica a Vienna è un fatto quotidiano almeno dai tempi in cui, all’epoca di Mozart, si contavano trecento pianisti professionisti su una popolazione di trecentomila abitanti. E un’industria che, tra il 1791 e il 1815, annoverava oltre 150 costruttori di klavier, tastiere, attivi nella città.
Nel giro di mezzo secolo tutti transitarono da Vienna: Gluck, Salieri e in seguito Mozart, Haydn, Beethoven, Schubert, Hugo Wolf, Strauss, Mahler… Di ciascuno se ne possono seguire le tracce conservate nelle case museo, allestite nelle mostre, allineate nei cimiteri. Le “case della musica” come le definisce Piero De Martini nell’omonimo, suggestivo, libro (ed. Il Saggiatore, 2018) non sono solo muri, stanze, cucine, oggetti, libri, ma conservano le tracce, le impronte invisibili di quelle presenze creatrici e costringono la nostra fantasia ad andare oltre ciò che vediamo.
A volte basta un dettaglio per evocare un mondo intero: sono gli occhiali di Schubert; il biliardo della Mozarthaus;  la scala che conduce all’appartamento di Haydn in quello che fu il sobborgo di Gumpendorf e oggi è un quartiere à la page, con i ritratti dei celebri visitatori che avevano percorso quegli stessi gradini recandosi in visita all’anziano compositore (Beethoven, Pleyel, Weber, Diabelli…); la “buca del suggeritore” da porre sul pianoforte di Beethoven utilizzata per amplificarne il suono, custodita nella casa museo di Heiligenstadt.

Sankt Marxer Friedhof, tomba di Mozart

Il tram rosso e bianco della linea 71 ci conduce all’ultima “dimora” di Mozart, il Sankt Marxer Friedhof, l’unico cimitero in stile Biedermeier che si sia conservato fino a oggi. Otto Fiorini e 56 Kreutzer fu il prezzo convenuto dalla moglie Constanze per la cerimonia funebre allo Stephansdom e una fossa in condivisione con altre 5 o 6 salme, dove oggi un anonimo monumento individua con discrete probabilità l’area della sepoltura. Il luogo, reso qui ancora più suggestivo da una leggera foschia invernale, si visita oggi come un piacevole parco, dove antiche lapidi serenamente delabré convivono con arnie per le api, scoiattoli e una rigogliosa vegetazione radicata nel venerabile humus.

#WIENBEETHOVEN2020

Ma quest’anno, la vera star è Beethoven. Per la ricorrenza si sono mobilitati tutti, a cominciare dal più grande museo di Vienna, il Kunsthistorisches Museum, che allestisce l’ambiziosa mostra Beethoven moves (dal 25 marzo al 5 luglio). Ritratti classici, schizzi, opere grafiche, sculture, installazioni, video in un mix eclettico tra generi e supporti diversi, tra arte storica e contemporanea. Il percorso espositivo intreccia un dialogo con il visitatore attraverso le diverse occorrenze del genio beethoveniano, riflettendo nelle arti figurative l’immensa portata che ebbe il suo genio musicale.
Più tradizionale ma non meno interessante è la rassegna di lettere originali e manoscritti (tra cui nove pagine dello spartito della Nona Sinfonia) esposti nelle sale della Biblioteca nazionale austriaca, in occasione della mostra Beethoven. Mondo umano e scintilla divina (fino al 19 aprile).

Vienna di per sé è già costellata di targhe come un museo beethoveniano a cielo aperto, dovuto in parte all’abitudine del nostro a cambiare casa di frequente. Sono proprio i 67 “traslochi” di Beethoven a Vienna uno dei temi affrontati nelle sale della Casa della Musica, il bellissimo museo interattivo dedicato al suono, che in occasione dell’anniversario si arricchisce di nuovi originali documenti.

Klimt, Beethovenfries

Oggi la musica accompagna anche la visita al Fregio di Beethoven, il dipinto di Klimt che si sviluppa lungo 34 metri di parete, in una sala dedicata all’interno del palazzo della Secessione. L’esperienza si arricchisce grazie alle cuffie fornite ai visitatori, che riproducono il quarto movimento della Nona Sinfonia interpretato dall’Orchestra Sinfonica di Vienna diretta da Philippe Jordan.

Anche lo smartphone diventa una porta di accesso alla scoperta e all’ascolto della Vienna beethoveniana, con l’audioguida integrata agli occhiali da sole dotati di altoparlanti (Bose Frames) che forniscono una colonna sonora ad hoc per la visita alla città, fornita dalla app #relatedToAustria (gratis c/o Tourist Info di Albertinaplatz, solo iPhone). Mentre chi attiva Alexa Skill o la Google Action “Beethovens Wien” potrà avviare il racconto interattivo sulla vita e le opere del compositore accompagnato dalle esecuzioni dei Wiener Symphoniker.

Non si contano le sinfonie, i concerti, i quartetti, le sonate, gli allestimenti del Fidelio e tutte le esecuzioni musicali a firma LvB, in programma nei prossimi mesi in tutte le sale da concerto della città. Meglio così, è il modo più efficace per evitare che la voce dei celebratori si sovrapponga alla voce di colui che è celebrato, costante pericolo di tutte le grandi ricorrenze. E il migliore tributo che si possa offrire a un compositore è proprio quello di ascoltarne la musica, che come dice Schopenhauer, è un linguaggio metafisico che parla direttamente al cuore.

NONSOLOMUSICA

Cocktail con vista. AURORA ROOFTOP BAR
Terrazza con cocktail bar di ispirazione scandinava, al 16esimo piano dell’Hotel Andaz (gruppo Hyatt), inaugurato lo scorso anno. Vista sul Belvedere per una diversa prospettiva sulla città (Arsenalstraße 10, 1100 Wien).

Aperitivo decò. LOOS AMERICAN BAR
Ventisette metri quadrati di atmosfera, per il bar progettato da Adolf Loos nel 1908. Mogano, ottone, onice e un soffitto in marmo ingiallito dal fumo creano una suggestiva cornice agli ottimi drink. (Kärntner Durchgang 10, 1010 Wien)

Tafelspitz rivisitato. DINGELSTEDT3
Ordinare un “bollito” per fare onore alla tradizione e scoprire una portata gustosa e disinvolta. Riuscite reinterpretazioni dei classici viennesi nel piatto come negli arredi, che puntano a una moderna Grätzlwirt. Assolutamente consigliato. (Dingelstedtgasse 3, 1150 Wien)

Sapori di strada. BITZINGER
Assaggiare un würster in un chiosco viennese è un must. Sia Weiss, Frankfurter, Meraner, Käsekreiner; servito con pane nero o in versione”hot dog”; accompagnato da una birra fresca o da un fumante Glühwein. Tra questi luoghi di culto eccelle Bitzinger (all’Albertina o al Prater)

Viennese o milanese? HAAS BEISL
Innumerevoli ristoranti vantano la miglior wiener Schnitzel della città. Noi abbiamo provato quella di Haas Beisl, un bell’orecchio di elefante accompagnato dalla tradizionale insalata di patate in un contesto informale. (Margaretenstrasse 74, Vienna 1050)

Pausa caffè.
«Una piccola città costruita intorno a un paio di Kaffeehäuser», così Brecht descrive Vienna. La “Cultura della Caffetteria di Vienna“, considerata patrimonio culturale immateriale Unesco fa sì che intorno a tazze e tazzine ancora oggi graviti un mondo, sul quale val la pena affacciarsi. Café Central, Schwarzenberg, Landtmann… I più belli li trovate in ogni guida.

LINK UTILI
Informazioni turistiche | www.wien.info 
Vienna 2020 capitale della musica | musik2020.wien.info |
Musicus | wienmuseum.at/en/musicus-one-ticket-six-sites |
La casa della musica | www.hausdermusik.com