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Un’idea geniale

Lanzarote è com’era trent’anni fa. Merito di César Manrique, artista ed ecologista che ne ha preservato la bellezza naturale

Parco nazionale di Timanfaya. Foto di Maurizio Pancotti.

All’inizio ti sembra di vedere solo una distesa di lava scura. Poi noti le case sparse, basse e bianche, i cactus monumentali, le palme che ondeggiano al vento. Solo dopo qualche ora ti accorgi che nello scenario minimalista non ci sono cartelli pubblicitari, non un ammiccamento di supermercati, agenzie immobiliari, outlet. E trent’anni fa era più o meno uguale, almeno così dice chi c’era. Ma le cose non capitano per caso, soprattutto a Lanzarote.

Il preveggente dell’ecologia

Dietro a tanta bellezza atavica e intatta c’è il pensiero di un visionario che è riuscito a fare della sua isola natale un avamposto del turismo sostenibile, quando la sostenibilità era un concetto astratto. César Manrique, artista e ambientalista ante litteram, aveva capito che il territorio è il vero patrimonio, e come tale deve essere amato, salvaguardato e rispettato. Lo dimostrava progettando case e monumenti che seguivano le sciare indurite e i crateri affiorati. Casa Lagomar, famosa perché Omar Sharif la perse sfidando a bridge il campione d’Europa, sale e scende, entra nella roccia e sbuca in una grotta, sfrutta ogni vuoto per creare stanze, terrazze e piscine che Manrique dipingeva di bianco abbagliante per farle risaltare sullo sfondo nero.

Lagomar, progetto di César Manrique. Per un certo periodo è stata di proprietà dell’attore e campione di bridge Omar Sharif. Oggi è un museo con due camere per gli ospiti. Foto Maurizio Pancotti.

Manrique costruiva attorno e attraverso, anche quando si trattava di opere pubbliche come il Jardín de Cactus, il Mirador del Río in cima alla montagna e il ristorante El Diablo, dove il pesce si arrostisce con il calore naturale del vulcano (200 gradi) nel Parco nazionale di Timanfaya, un luogo così alieno che è stato scelto dalla Nasa e dall’Agenzia Spaziale Europea per le prove generali dell’atterraggio della sonda Perseverance su Marte.

Mondanità Canarie-New York

Nelle due case private di Manrique, oggi una fondazione e un museo, si scopre un artista che passava dalla piccola isola delle Canarie alle feste mondane di New York, a ridere in smoking di fianco a Rockefeller e Andy Warhol, poi ospiti sull’isola. Le foto ritraggono un uomo ospitale e allegro che organizzava party e indossava espadrillas e caftani, e le didascalie raccontano un pensiero aperto e preveggente. Diceva per esempio che l’anima (ma anche il futuro) dei luoghi dipende dalle persone che ci abitano. Infatti se Lanzarote oggi è ancora così lo deve proprio a lui, che si è battuto da Don Chisciotte contro la speculazione turistica ed edilizia. Tutti ne parlano come spirito ancora creativo, con le sue idee così attuali. Quando entri nelle stanze dell’hotel Buenavista, con le vetrate a parete che incorniciano grumi di lava nera come opere d’arte astratta, il proprietario Gonzalo dichiara apertamente la sua ispirazione al maestro.

A casa del premio Nobel

A proposito di spirito dei luoghi, anche lo scrittore José Saramago, che quest’anno avrebbe compiuto cento anni, ha vissuto a Lanzarote. Nella sua casa a Tías, un villaggio a metà strada tra le spiagge del Sud e i vulcani, il premio Nobel leggeva, scriveva i Quaderni di Lanzarote, riceveva gli amici intellettuali. Ogni mattino faceva colazione davanti al giardino di ulivi «aspettando il mondo che – diceva –arrivava con i giornali e con il mare». Anche se ora la casa è un museo, ci si sente privilegiati a entrare nei suoi spazi privati, nel suo studio, nella sua camera da let-to, con gli occhiali ancora appoggiati sul comodino dall’ultima notte del 18 giugno 2010.

La biblioteca di José Saramago a Tias. Foto Maurizio Pancotti.

In casa c’erano così tanti libri e così poco ordinati che se gli serviva un titolo, ci metteva meno a ricomprarlo che a ricercarlo tra le pile sparpagliate. Finché, lui e la moglie Pilar del Río hanno deciso di creare una biblioteca in un altro edificio di fianco alla casa. Oggi è aperta al pubblico, ci si può sedere alla scrivania di Saramago (se non è già occupata da uno dei gatti di casa), e sfogliare qualcuno dei quindicimila volumi raccolti. Pilar, giornalista molto sensibile alle questioni di attualità, ha dedicato due scaffali alle scrittrici donne, «per non dileguarle, come succede di solito, tra i nomi ingombranti di colleghi uomini».

Buona energia e buona cucina

Punta de Papagayo. Foto Maurizio Pancotti.

Ritrovo di giovani surfisti a caccia di alisei e onde lunghe, meta di inglesi in cerca di «eterna primavera», frontiera di chi vuole cambiare vita e di geologi fissati con le origini del mondo, Lanzarote non soffre di traffico né di sovraffollamento. Eppure la gente c’è, eccome, tutto l’anno. Anzi, per assicurarsi un tavolo vista mare a El Risco, con cucina a km zero nella caletta di Famara, o alla Bodega Uga, con menù decantato a voce sotto un pergolato, bisogna prenotare qualche giorno prima. Persino al chiringuito Be Papagayo è meglio riservare il pranzo (in prima fila davanti al mare, raccomandiamo) per evitare due ore di attesa sotto il sole, a volte cocente anche a dicembre. Non che sia spiacevole: è su uno dei più bei tratti di costa tra scogliere e grandi spiagge, dove il tempo vola tra un bagno (sì, si può fare tutto l’anno) e una passeggiata.

Passeggiate su Marte

Del resto, a Lanzarote si va per stare a contatto con la natura e ricaricarsi con l’energia buona della terra (dicono che sia un po’ magica). Nella valigia bastano pochi abiti leggeri, un costume da bagno e un paio di scarpe da trekking. Nel parco di Timanfaya non si può girare da soli, né in auto né a piedi. Si può solo fare il tour sul torpedone, con la storia delle eruzioni (l’ultima risale al 1824) e delle successive rinascite. Se l’esperienza non fa per voi – dura una mezz’oretta e dopotutto è piacevole – poco fuori da questa zona protetta ci sono diversi sentieri per camminare, da quello facilissimo del vulcano El Cuervo, dove si entra letteralmente nel cratere, a quello della Caldera Blanca, un anello di un paio d’ore che sale fino al cratere del diametro di oltre un chilometro. Lassù la vista spazia sui calanchi aridi formati con le eruzioni tra il 1730 e il 1736: sembra davvero di essere su Marte.

Malvasia eroica

Sarà il clima mite, sarà la forza dei vulcani, viene spontaneo anche chiacchierare e chiedere consigli a chi sembra del posto, spesso un italiano con una storia a lieto fine. È così che si scopre dove mangiare delle buone tapas, come quelle creative di Alma a La Santa, borgo di pescatori e surfisti, o quelle tradizionali del Charco de San Ginés, la zona della movida ad Arrecife. Non si può ripartire senza aver assaggiato la malvasia eroica in una delle cantine di La Geria. L’aggettivo si giustifica guardando dove crescono i ceppi: ognuno è piantato in una buca scavata nella cenere protetta dal vento da un muretto a secco, e nell’insieme creano una geometria di cerchi che si estendono per ettari, da nutrire e curare con tanta passione e fatica fino alla vendemmia, la prima di tutte le regioni vinicole d’Europa, già a luglio.

Un altro estremo

Vista dell’isoletta La Graciosa dal Mirador del Rio. Foto Maurizio Pancotti.

Ad Haría, la città delle cento palme (che in realtà sono molte di più), il paesaggio cambia. Le case bianche hanno porte e finestre bordate di verde e c’è movimento. Si potrebbe poltrire ore e ore nel giardino e nelle camere della Casa de los Naranjos, oppure stare seduti in piazza all’ombra di un albero a guardare il viavai. Se non fosse che da Orzola, un po’ più a nord, partono i traghetti per La Graciosa, l’isoletta di fronte. Sembra difficile pensare a un posto più selvaggio di Lanzarote, eppure La Graciosa lo è. Non ci sono strade asfaltate, solo case di pescatori (quasi tutte in affitto), qualche bar attorno al porto e lunghe spiagge. Quando l’ultima barca della sera se ne va, l’isola piomba nel silenzio e nel buio, sotto un cielo denso di stelle. C’è solo una cosa da augurarsi: che resti per sempre così.

Info: turismolanzarote.com

(Articolo scritto per Condé Nast Traveller Italia)