La Venezia dallo sguardo aperto, in fatto di alta cucina, è rivolta all’orizzonte spazioso delle Fondamenta Nove e ha un nome accentato riconducibile a un acronimo costituito dai nomi di battesimo dei primi gestori: Algiubagiò.
Esternamente il ristorante occupa lo spazio di un’ariosa terrazza sul mare, raggiungibile anche via acqua, comoda all’imbarcadero del vaporetto. Guarda in direzione dell’isola di San Michele e più in là delle perle della laguna: Murano, Burano, Malamocco e Torcello.

Dentro è un tripudio colorato di vetri artigianali a cominciare dagli scenografici lampadari che dominano la sala e dalla fluttuante scultura “Le Alghe” di Davide Penso, ammirabile fin dall’ingresso nel suo magnetico verde fluo.

In totale sono 11 le installazioni artistiche in vetro soffiato presenti nel locale e sono a firma di Fabio Fornasier, Gianluca Vecchi, Fonderia Valesi e Fabiano Amadi che ha realizzato nello specifico la mise en place.
ATMOSFERA CHIC E TORTELLI MEMORABILI
Algiubagiò, condotto da tre professionisti dell’enogastronomia veneta quali Giulio Antonello, Alberto Zanin e Paolo Modolo quest’ultimo con ruolo di sommelier, è un ambiente dove si respira un’atmosfera curata e attenta, originale e creativa.

Ne sono un esempio i piani dei tavoli ricavati dalle cassette di vino con i nomi delle cantine o la possente e rossa affettatrice Berkel che dialoga con la cave-à-jour illuminata dove riposano bottiglie renane di Resling e champagnotte di bollicine.

La brigata di cucina, composta da giovani cuochi formatisi tra i fornelli di ristoranti stellati, prepara piatti davvero squisiti.

Impareggiabili sono i tortelli alla malamocchina con farcitura di cozze, adagiati su crema di fagioli, burratina veneta e un’aria di prezzemolo: una delizia memorabile al palato, come pure è degno di assaggio il fritto dell’Adriatico con verdurine in pastella di ceci: caldo, croccante e saporito al punto giusto.

ESPERIENZA GOURMAND
Il menu de Algiubagiò comprende antipasti, primi e secondi piatti sia a base di pesce che di carne, con un’attenzione particolare anche ai vegetariani. Tutto il pescato arriva fresco ogni mattina dal mercato di Chioggia, la carta dei vini annovera ricercate etichette italiane e straniere e tutto è teso, dall’accoglienza con il drink di benvenuto, al finale con la quenelle di sorbetto, a rendere l’ospite protagonista di un momento gourmand specialissimo.

Un’esperienza, dunque, vivamente consigliata quella di pranzare o cenare qui.
Il consiglio è di venirvi senza indugio se siete a Venezia e desiderate conoscere, turisticamente e soprattutto al palato, anche il lato meno usuale e più inedito della città lagunare. Algiubagiò ha la fortuna di contenere già, nel suo nome, anche il moto a luogo. Non serve aggiungere altro. Accomodatevi. C’è un mare di piacere ad attendervi.
