È di dicembre la nomina di Trieste a città più vivibile d’Italia secondo la speciale classifica annuale del Sole 24 Ore. E conquista il primo posto anche nella sezione “cultura e tempo libero” che sono due degli asset che colpiscono da subito i suoi visitatori. Caffè letterari, biblioteche storiche, musei e botteghe artigiane danno il tono a questa città mitteleuropea e cosmopolita dove la cultura si respira in ogni angolo della città.

Una delle tante ragioni per visitarla quest’anno sono le celebrazioni del suo illustre cittadino adottivo, James Joyce, nel 140° anno della sua nascita e a 100 anni dalla pubblicazione del suo romanzo più celebre. E poi ci sono le grandi mostre, quella su Monet e gli impressionisti in Normandia, inaugurata il 4 febbraio, e quella su Frida Khalo, dal 12 marzo al 23 luglio.
E basterebbe questo per andare a scoprire una delle città più belle d’Italia.
Ma Trieste è molto di più. Una città colta, cosmopolita, multiculturale, con un fascino mitteleuropeo che quasi contrasta con la sua luce mediterranea. Una città che vive intorno al suo porto e che ha un rapporto speciale con il mare e con il vento che spazza il cielo per regalare una luce magica, speciale, pulita. Vento che ogni anno è protagonista di uno degli eventi più noti di Trieste, la celeberrima regata della Barcolana, (la 54° edizione si terrà il 9 ottobre 2022), la regata più grande del mondo cui partecipano ogni anno più di 1500 imbarcazioni di tutte le dimensioni.

Una città a vocazione internazionale
Il cosmopolitismo, uno dei tratti distintivi di Trieste, trae le sue origini dall’epoca teresiana. Quando Maria Teresa d’Austria si rese conto che la città vecchia, che si estende a sud della immensa Piazza dell’Unità d’Italia, non poteva più accogliere la popolazione in crescita, si dedicò a bonificare la zona delle saline a nord, intorno a quello che oggi è il Canal Grande, il cuore del Borgo Teresiano.

Man mano che i lotti venivano bonificati, erano venduti al miglior offerente, senza distinzioni, ed ecco che ora, fianco a fianco, sorgono palazzi di famiglie greche, serbe, ebree, svizzere, tedesche e italiane. Ed ecco perché, a lato della chiesa del Divo Antonio, che domina il canale, sorge quella Serbo Ortodossa, meno visibile perché per legge Maria Teresa stabilì che le chiese dovevano essere arretrate rispetto alla strada e non dovevano essere libere da quattro lati, per sottolineare la supremazia della religione cattolica. In città sono ancora funzionanti la sinagoga, una chiesa greco ortodossa, una evangelico-luterana, una protestante svizzera. Così è stato possibile mantenere usi, costumi, tradizioni, lingue che ancora oggi sono alla base del suo cosmopolitismo e della cultura dell’accoglienza propria di una città di confine.
Un giro in città
Non si può che cominciare dalla immensa Piazza dell’Unità d’Italia, – la più grande piazza affacciata sul mare d’Europa – che separa idealmente la città vecchia dal Borgo Terersiano. Simbolo e ostentazione del potere asburgico, è circondata dai palazzi storici di tutti gli attori principali che hanno fatto grande la città: il palazzo del governo in stile liberty, quello delle Assicurazioni Generali e del Lloyd Triestino pilastri dell’Emporio e, costruito per ultimo, il palazzo del Municipio.

Aperta su un lato al mare, la piazza Grande, come la chiamano i triestini, è l’ideale punto di partenza di un tour nelle stradine della città vecchia, a cominciare dal quartiere Cavana con le sue botteghe artigiane e i negozi di giovani talenti emergenti, e dal ghetto ebraico con i suoi negozietti di antiquariato, fino ad arrivare ai piedi della collina di San Giusto, abitato fin dalla preistoria, dove sorgono la cattedrale e il castello fortificato da cui si gode una splendida vista della città e del golfo.

A Cavana si trovano anche diversi musei, tra cui il Museo Revoltella, composto da due anime: quella dell’edificio antico, che mette in mostra le opere d’arte appartenute al marchese Revoltella, e l’ala nuova che si deve a Tobia Scarpa dove è possibile ammirare opere di grandi artisti come Fattori, De Nittis, Sironi, Carrà, De Chirico, Fontana, Pomodoro, Hayez e molti altri importanti esponenti dell’arte moderna e contemporanea. Dal 4 febbraio al 5 giugno, il museo ospita la mostra “Monet e gli Impressionisti in Normandia” con opere di Monet, Renoir, Delacroix e Courbet – in mostra insieme a molti altri. Stupenda la vista dalla terrazza in cima all’edificio di Scarpa.

Non lontano, sul lungomare, si trova il Salone degli Incanti, uno spazio multifunzionale ricavato nei locali della ex pescheria che ora ospita eventi e mostre temporanee, come quella, imperdibile, dedicata a Frida Khalo, Il caos dentro dal 12 marzo al 23 luglio 2022. Un percorso fotografico e interattivo, di forte impatto sensoriale che intende coinvolgere il visitatore nel ripercorrere la vita, la storia e la creatività di Frida Kahlo grazie all’uso della multimedialità; oltre alle opere d’arte proposte in formato Modlight, la collezione presenta anche centinaia di fotografie personali, ritratti d’autore, lettere, pagine di diario, abiti e gioielli ispirati all’artista.
Grazie all’iniziativa “Trieste ti regala le Grandi Mostre” promossa dal Trieste Convention and Visitors Bureau, prenotando una notte in uno degli hotel aderenti alla promozione, sarà possibile ricevere in omaggio il biglietto per una delle Grandi Mostre.
Il rito del caffè
Un itinerario in città non può prescindere da una sosta in uno dei suoi ‘salotti’ per gustare un caffè, merce preziosa che ha fatto la fortuna della città. Il caffè per i triestini non è una semplice bevanda, ma un vero è proprio rito che si declina nei bellissimi caffè storici. A Trieste, e solo a Trieste, un espresso in tazzina si chiama nero, un espresso macchiato è un capo, un caffè con una goccia di latte si chiama goccia e il cappuccino caffelatte; se poi lo vuoi in un bicchiere di vetro devi aggiungere “in b”. Vuoi un espresso decaffeinato macchiato in bicchiere? Devi ordinare un Capo deca in b! Ci vuole un taccuino per ricordarsi il lessico speciale!

Per gustarlo al meglio bisogna andare in uno dei caffè storici di mitteleuropea memoria, dove un tempo si incontravano Umberto Saba, James Joyce o Italo Svevo. Tra i tanti ricordiamo il Caffè degli Specchi, in Piazza Unità d’Italia, con i suoi tavolini all’aperto, o il Caffè Tommaseo, il più antico della città, abbellito da preziose specchiere e pareti decorate a stucco. In tutti e sono cinque, fette di Sacher e ottima pasticceria. Da non perdere anche l’Illy Shop, recentemente aperto, per portare a casa l’aroma di Trieste.
A tavola
La cucina triestina risente delle influenze austro ungariche che vanno a sovrapporsi alla tradizione friulana e slovena e si mescola anche con i sapori dei paesi mediorientali e della cucina mediterranea. I locali spesso si concedono uno spuntino veloce (ma tutt’altro che leggero) a base di carne di maiale, il rebechin. Maiale che è anche l’unico ingrediente della cucina di Da Pepi che propone esclusivamente un ricchissimo bollito misto di maiale con krauti di chiarissima origine mitteleuropea.
Se cercate invece un ristorante di tendenza, con una location pazzesca all’estremità del molo Venezia, e un menu leggero con prevalenza di piatti di pesce, allora l’indirizzo è uno solo, Pier The Roof, circondato da terrazze affacciate sul golfo.

Per una cena gourmet, invece, c’è l’Harry’s Piccolo, il ristorante stellato del boutique hotel Duchi d’Aosta, riaperto a settembre dopo dieci mesi di rinnovamento. I giovani chef Matteo Metullio e Davide De Pra, operando con la filosofia del KM VERO, hanno ottenuto due stelle Michelin per questo ristorante del brand Harry’s affacciato sulla Piazza Unità d’Italia. Il loro motto? Ricerca della qualità senza limiti territoriali. A pranzo si possono gustare le loro specialità all’Harry’s Bistrot.
Il Porto Vecchio
Oggetto di un progetto di riconversione senza precedenti, il Porto Vecchio è destinato a diventare un nuovo polo d’attrazione della città con aree museali, ampi spazi pedonali ed edifici sostenibili, oltre che parco urbano con percorsi ciclabili e aree all’aria aperta. Comprende cinque moli e 23 edifici tra hangar e magazzini. Tra gli edifici restaurati il Magazzino 26, che racchiude tutto il fascino di una location post industriale. Ospita il Museo del Mare con la mostra permanente della collezione del Lloyd triestino: mille beni tra modelli, pubblicazioni, dipinti, porcellane, argenti, grafiche, fotografie, oggetti, strumenti nautici, orologi, armi, carte geografiche, documenti. Il Magazzino 26 si presta per eventi, concerti, serate di gala e sfilate di moda. Proprio a fianco c’è il TTC, Trieste Convention Center che ospita tra le altre cose il più grande auditorium del Nord Est d’Italia, con 1800 posti.

In bici nei dintorni
È bello scoprire i dintorni con una e-bike. Un percorso molto interessante parte da Trieste per arrivare al confine sloveno, è la Ciclabile Cottur, che rappresenta un esempio bellissimo del recupero di una linea ferroviaria dismessa nel 1959. Inaugurata nel 2010 e con una pendenza media del 2,6%, la ciclabile attraversa la Val Rosandra con belle vedute per arrivare a Draga, dove si può sostare alla Locanda Mario per un tipico pranzo.

Il Castello Miramare
Primo colpo d’occhio se si arriva dalla strada costiera, il castello di Miramare si staglia sulla punta del promontorio di Grignano, a picco su mare. Costruito a metà dell’Ottocento dall’arciduca Massimiliano d’Asburgo per abitarvi insieme alla moglie Carlotta del Belgio, è oggi adibito a museo. Qui si possono vedere le camere con gli arredi originali e le tappezzerie con l’ancora che ricordano il fascino che su di lui esercitava la Marina e la sala del trono.
Negli anni Trenta vi abitò il Duca Amedeo d’Aosta, che modificò alcune stanze, da lui ritenute non in linea con il suo gusto, con arredi dell’epoca in stile razionalista e sostituì le insegne Imperial-Regie con le croci sabaude.
Amante della botanica, l’arciduca aveva raccolto intorno al mondo una grande varietà di piante esotiche che abbelliscono il meraviglioso parco di 22 ettari che circonda la proprietà. Un luogo magico per concludere un ideale itinerario in giro per la città.

Dove alloggiare
Posizione, atmosfera, fascino di un palazzo d’epoca. Ecco in poche parole il DoubleTree by Hilton Trieste, sicuramente una delle scelte migliori per sostare in città. Oggetto di recente ristrutturazione, l’albergo che fa parte del gruppo HNH ha conservato nelle parti comuni la grandiosità dell’edificio, protetto dai beni culturali, che una volta ospitava la Ras Assicurazioni. Le camere sono 125, di cui 25 suite. All’interno si trovano l’area wellness, sale conferenze multifunzionali e il ristorante Novecento, oltre al suggestivo bar Berlam Coffee Tea & Cocktail, rivestito con le tappezzerie originali dell’epoca. Ottima la posizione in Piazza della Repubblica, a pochi passi dalla Piazza Unità d’Italia.
