GOURMET

Tra le vigne di Foss Marai

Siamo a Guia, nel cuore della Valdobbiadene Docg. Qui i Biasiotto producono spumanti d’alta gamma Foss Marai, frutto della passione, della tradizione e della voglia di innovazione di ogni membro della famiglia

Strada di Guia 109 Extra Dry,  uno degli spumanti Docg di Foss Marai

C’è un piccolo territorio circondato da colline dove si produce uno dei migliori vini spumanti d’Italia. Siamo in provincia di Treviso e qui, nel cuore del Valdobbiadene Docg, Patrimonio Unesco, c’è Foss Marai, un’azienda a conduzione familiare dove il sorriso, l’ospitalità e la passione condivisa sono quasi più importanti del prodotto stesso. Passione verso il fare bene, amore per il territorio, l’umiltà di rimanere relativamente piccoli – perché buono, anzi ottimo, è meglio di tanto – ma la volontà di essere grandi negli standard qualitativi, nella competenza tecnico artigianale e nella sperimentazione.

Adriana e Carlo Biasiotto, fondatori di Foss Marai

Un’azienda fondata nel 1986 a Guia da un padre enologo, Carlo Biasiotto, e una mamma enologa, Adriana, e che i tre figli, Cristiana, Andrea e Umberto, hanno contribuito a far diventare sinonimo di qualità a livello internazionale. Sembra banale dirlo, ma qui si respira uno dei valori più importanti dell’azienda, che ha come motto leniter in itinere: andare piano, ma guardare sempre avanti. Parole d’ordine, dunque, tradizione e avanguardia, sostenibilità e ricerca dell’eccellenza. Sostenuta dalla passione e dai valori di ogni membro della famiglia, che contribuiscono, ognuno col suo lavoro, al successo del brand: Andrea segue il commerciale, Cristiana l’amministrazione e Umberto il mercato estero.

Non chiamatelo Prosecco!

L’azienda, che distribuisce i sui prodotti nei canali HoReCa, è conosciuta a livello internazionale come il brand di riferimento nel settore dei vini spumanti d’alta gamma ottenuti con il metodo Charmat, (in cui la seconda fermentazione avviene in autoclavi di acciaio, contrariamente al metodo Classico o Champenois in cui la fermentazione avviene in bottiglia, ndr.).

Il Superiore di Cartizze

Tra gli spumanti Docg (Denominazione d’origine controllata e garantita), un posto a parte lo ha sicuramente il Superiore di Cartizze, prodotto in una piccola pozione di vigneti posti su colline scoscese e soleggiate che gode di un microclima particolare, ventilato e asciutto, che favorisce la crescita di viti sane e regala a questo vino delle note uniche e di particolare pregio.

L’azienda produce altri quattro vini Valdobbiadene Docg: due millesimati, Guia e Nadin, e un Brut e un Extra Dry che si chiamano entrambi Strada di Guia 109, dal nome della via dove sorge la cantina. Valdobbiadene Docg, dunque: il nome Prosecco, che ormai ha assunto una connotazione mass market che non corrisponde assolutamente alla qualità di questo prodotto, non appare da nessuna parte sulle etichette di queste bottiglie iconiche.

Ci sono poi gli speciali, Marai de Marai e l’extra Brut Tilio dosaggio zero, l’ultimo nato. Questo spumante è ottenuto da una fine selezione di uve Chardonnay con una percentuale variabile di pregiate uve Bombino Bianco, impiegate anche nella produzione di noti champenois, ed è il risultato di una fermentazione lenta ed evoluta in autoclave.

L’iconica bottiglia millerighe del Marai de Marai

L’importanza dello stile

Ma torniamo alle bottiglie. Perché iconiche? Perché esprimono l’attenzione ad ogni dettaglio che è la filosofia di famiglia. Sono bottiglie ‘millerighe’, ispirate a un particolare vaso di Murano, e hanno vinto diversi premi dedicati al packaging e al design. Lo stile e il design sono infatti un’altra passione di famiglia, che proviene dalla vita ‘precedente’ dei fondatori, che hanno lavorato nel campo della moda.

La visita delle cantine è d’obbligo per comprendere quanto questo sia importante per la famiglia Biasiotto. Cantine ri-progettate nel 2010 in collaborazione con l’università di architettura di Venezia, lo IUAV, con un contest cui hanno partecipato 17 gruppi. Tre di questi, selezionati da una commissione di architetti e professori, hanno dato lo spunto ad alcune idee messe in atto nella ristrutturazione, come ad esempio le campate in legno che sono il simbolo architettonico delle cantine.

Dettaglio architettonico delle cantine Ph R. Nicosia

Il valore della ricerca

Ed è proprio nelle cantine che incontriamo uno dei tecnici del laboratorio che ci spiega l’importanza dei lieviti autoctoni utilizzati per affinare la tecnica del metodo Charmat.  Foss Marai è infatti una delle rare aziende di settore a poter vantare una propria cultivar di lieviti, gestita internamente, caratteristica che rappresenta un vero e proprio fattore distintivo tra le realtà di settore italiane e internazionali. Vengono infatti impiegati solo lieviti indigeni naturali, privi di componenti chimici, frutto di oltre 35 anni di studi, ricerche e sperimentazione. Ne esistono oltre 20/30 ceppi per tipo e sono il risultato di un accurato processo di selezione che avviene dopo aver sottoposto il prodotto a una serie di innumerevoli controlli, tra cui degustazioni rigorosamente alla cieca eseguite da un gruppo di enologi ed esperti, il “Club dei Saggi”.

Le vigne di uva Glera a Guia di Valdobbiadene Ph. R. Nicosia

I vini della Masseria La Sorba

Il know how e la passione si sono estesi vent’anni fa anche al sud della penisola. La famiglia ha infatti acquistato una masseria in Puglia, recuperando la struttura architettonica che ha dato vita alla Masseria La Sorba, non lontano dalla fortezza di Castel del Monte, costruita nel XIII secolo dall’imperatore Federico II di Svevia, anch’essa Patrimonio Unesco.

La Masseria La Sorba nelle Alte Murge

Un enorme lavoro di rottura e frammentazione della crosta rocciosa ha fatto riemergere il terreno e captare l’acqua necessaria per l’irrigazione, recuperando così vitigni antichi di questa parte dell’Alta Murgia andati in disuso. Questo ha consentito a Foss Marai di produrre vini e olii pregiati che non hanno bisogno di trattamenti chimici. I vini si chiamano Nirò, ottenuto da uve aglianico, Fumac, Roös Brut e Moscato Reale.

L’hotel Castelfranco a Cison di Valmarino

Il legame col territorio.

Torniamo in Veneto per scoprire le “Foss Marai Stories”, un progetto originale, nato dalla voglia di scoprire e valorizzare alcune delle realtà più significative legate al territorio. Dall’artigianato alla piccola industria, dal mondo dell’arte a quello enogastronomico, le stories propongono 15 interviste, per dar voce ai protagonisti di alcune delle eccellenze venete che così si raccontano. Tra queste la storia di Castelbrando, raccontata dalla proprietaria Ivana Casagrande, che nel 1998 ha acquistato questo castello, appartenuto alle nobili famiglie dei Da Camino e Brandolini, per trasformarlo in un hotel di una cinquantina di camere con due ristoranti e una Spa che riporta alle atmosfere regali dell’epoca. Con Ivana Casagrande e suo marito Massimo Colomban, Foss Marai ha stretto forti legami, e la maggior parte degli ospiti dell’azienda soggiorna in questo castello che domina il paese di Cison di Valmarino.

Il Tempio di Possagno in onore del Canova Ph. R. Nicosia

Legami stretti anche con la direzione del Museo Canova di Possagno, paese natale del celeberrimo scultore. Voluto dal fratellastro del Canova, Giovanni Battista Sartori, il museo si compone della seicentesca casa natale, dove si trovano anche abiti, strumenti e dipinti del Canova, della biblioteca e della gypsotheca, letteralmente ‘raccolta di gessi’. In questo edificio, progettato del 1834 e ingrandito nel 1957 dall’architetto Carlo Scarpa, sono esposte le opere originali del Canova: le opere in marmo, sparse nel mondo, sono in realtà copie. La visita della gypsotheca a lume di candela – e dell’adiacente Tempio, che in realtà è la chiesa cattolica del paese – è stata forse una delle cose più belle ideate dai Biasiotto per far conoscere la realtà ricchissima di questa zona.

L’ala ottocentesca della Gypsotheca del Museo Canova di Possagno Ph. R. Nicosia

All’evento hanno partecipato anche altre realtà del territorio: il presidente dell’Accademia del Tiramisù, Tiziano Taffarello, ha raccontato le origini e la storia di questo dolce, forse il più famoso del mondo, che è nato a Treviso e che rappresenta una delle eccellenze del Made in Italy. Massimo Carnio, della Pasticceria Villa dei Cedri, ha poi fatto uno show cooking per preparare il famoso dolce insieme agli ospiti. Un brindisi al tramonto sulle colline del Cartizze ha concluso questo tour, meravigliosamente organizzato dalla famiglia Biasiotto.