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Toronto organic district

Dopo l’inverno passato nella città sotterranea, in primavera Toronto torna in superficie coi suoi mercati bio, le vie di atelier, lo skyline fusion

Dopo l’inverno passato nella città sotterranea, in primavera Toronto torna in superficie coi suoi mercati bio, le vie di atelier, lo skyline fusion

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di Teresa Scacchi, foto Giovanni Tagini

Assolutamente muti etnica, vi si ritrovano facce e idiomi d’ogni dove apparentemente in perfetta coabitazione. Tutto qui ha un’aria easy: dal traffico scorrevole, alla pulizia, ai mezzi  pubblici  efficienti e accessibili, alla  configurazione della città che si sviluppa attorno all’incrocio di  due assi stradali principali, Spadina Street e Queen Street West. È questa una delle vie più interessanti, per i negozi di  giovani stilisti canadesi, per i locali e i piccoli ristoranti, per gli hotel  che a volte sembrano  dei cinema anni Cinquanta o hanno stanze tutte diverse arredate da artisti giovani.  Sempre nei dintorni, mercati di riuso (second hands) con mirabilie e paccottiglie, gallerie d’avanguardia, mostre fotografiche originali, come quella tutta dedicata ai Rolling Stones, e negozietti  di gioielli “organic”. Organic è un liet motiv ricorrente, anche nella cucina che, se può vantare solo rari piatti della tradizione “canadian”, s’è inventata una nuova identità fatta ad esempio di preparazioni d’ispirazione italiana, ma con ingredienti locali: al di là dell’Ontario infatti, si incontrano campi a perdita d’occhio coltivati dagli Amish con metodi bio. Li abbiamo trovati al mercato del  sabato mattina in Brek Works, a nord della città. Giacomo Pasquini, chef  del ristorante Vertical, è un eccelso interprete di questo apparente italian food , nella realtà vera cucina canadese, capace di accostare arcaiche farine indigene di grano duro alla burrata fatta in loco da pugliesi expat. Cucina global che raccoglie tutti i sapori importati e gli ingredienti boreali in un mix riuscitissimo. Tipici della regione dell’Ontario anche i vini del freddo, gli Ice Wine, i cabernet  sauvignon e i gewurtztraminer.

I torontini sono friendly e si godono la vita, ma con grande senso civico. Qui tutto è pulito, lo stato  pensa a chi non ce la fa e le tasse si pagano. Ma  i servizi sono efficienti così come è ottima e diffusa la sanità pubblica. Nella pur breve bella stagione, calda e piacevole, la vita  si svolge all’aperto, lungo il lago Ontario o nei parchi, al Distillery disctict o a Kensignton, mentre in inverno quando la temperatura può arrivare anche  a -30 gradi tutto avviene nel Pach, la città sotterranea estesa per  28 km dove si trova di tutto.

E quando sboccia la primavera le suggestioni sono il profumo di fiori, la cultura, le gite fuori porta e buon cibo, il  tutto avvolto in un’atmosfera festosa e la vita che riprende nei grandi parchi cittadini, sul lago e persino tra i grattacieli. Concerti, festival, incontri, aperitivi, tutto è in fermento. Per rilassarsi non c’è niente di meglio di un concerto nei giardini in riva al lago e poi un tuffo in una delle tante Spa. Davvero lussuosa quella del Ritz Carlton Hotel, che come quasi tutto, è un lusso accessibile. Toronto sta diventando davvero un luogo dove vivere bene, organic & creativegood food for body and soul. Nei mercatini del sabato mattina a nord della città, animati anche dalla comunità Amish, si trova ogni genere di cibo, dal truck food al farmers’ food: i contadini canadesi parlano volentieri del loro formaggio tipico, dei vini naturali, dei microbirrifici e di tutti i prodotti coltivati in modo naturale e sostenibile. Potrete assaggiare la cucina vegana e quella senza glutine sul posto di produzione, e portarvi a casa sacchetti di insalatina deliziosa con qualche nasturzio e viola mammola. L’attenzione all’ambiente e alla nutrizione consapevole, qui, non conosce confini: sul tetto del Fairmont, uno degli hotel storici di Toronto, è stato creato un orto di primizie ed erbe odorose e sistemate le arnie per il miele. All’ombra dei grattacieli. Un gesto simbolico per rafforzare l’idea di un futuro  eco-compatibile.

A Toronto si può soggiornare in hotel easy, o in quelli alternativi in Queen Street; ci sono alberghi storici e di classe come il Fairmont Royal York, nome legato alle origini e alla fama della città, sugli allori fin dai primi del Novecento. Uno dei simboli dello splendore di Toronto, set per “The Cinderella Man” e “Serendipity”  fra i preferiti dalle celebrità di passaggio. Una camera doppia, a notte, costa da 162 euro tasse escluse. Sul  roof top garden orto e produzione di miele; si può visitare su richiesta.

Ristoranti ovunque, street food nei mercati, cose buone e  a portata di mano. Ma una sera al Vertical, elegante terrazza del centro città, per una cena preparata dallo chef marchigiano Giacomo Pasquini, è davvero imperdibile: cucina mediterranea declinata in sapienti rivisitazioni, pesce freschissimo, pasta e pane fatti in casa, tutto rigorosamente organic, per coltivazioni e  tecniche di pesca a impatto zero. Una scoperta, memorabile. Costo medio da 55 euro.

Se volete invece un lunch ad alta quota, riservatevi un tavolo al 360, sulla CN Tower e lasciatevi servire mentre Toronto “ruota” sotto di voi.

Coccole chic: la prestigiosa Spa del nuovissimo Ritz Carlton, sulla Wellington Street West. Ambiente minimal chic, staff professionale, massaggi da urlo, e per rilassarsi chiacchiere con le amiche sorseggiando una tisana. Senza essere carissima: massaggi da 93 euro.

Da vedere c’è di tutto, dalle gallerie d’arte ai negozi di design e stilisti emergenti, agli empori tardo freak. Una tappa per gli/le appassionate di scarpe è Bata Shoe Museum, modelli dagli anni ‘20 ai giorni nostri, esclusività Roger Vivier e pezzi da collezione di molte personalità, da Napoleone a Elton John, da Madonna al Dalai Lama, a Pierce Brosnam, che calza un bel 46!

Fra gli appuntamenti e i luoghi culturali, che sono tantissimi: AGO – Art gallery of Ontario è uno dei musei  di Toronto tra i più famosi, oltre 80.000 opere su 45.000 mq, ed è una delle maggiori gallerie nazionali con omaggi agli artisti canadesi, all’arte europea, africana e oceanica, e collezioni moderne e contemporanee. Bellissima la struttura, una meraviglia architettonica del grande Frank Gehry.