La tradizione dell’osteria italiana nelle ricette e nell’ospitalità della famiglia De Gregorio
Di Vincenzo D’Antonio
Errore grave voler considerare Sorrento il punto terminale della Penisola Sorrentina. Così non è, anche se il fatto che la stazione Circumvesuviana di Sorrento ne costituisce capolinea può indurre a questa considerazione.
Peggio ancora, ma qui si travia proprio la geografia, voler ritenere Penisola Sorrentina e Costiera Amalfitana una sola area, un unico territorio.
Così non è. E però queste due perle hanno un loro affascinante quanto tortuoso momento di giunzione in una frazioncina collinare di Massalubrense che già nel nome evoca il ruolo: Sant’Agata sui Due Golfi.
Un grande toscano, Renato Fucini, in visita ad Amalfi ebbe a dire che “Il giorno del Giudizio Universale per gli Amalfitani che andranno in Paradiso sarà un giorno come tutti gli altri .…”.
Nel condividere appieno questo convincimento, ci sentiamo di estenderlo anche a Sant’Agata sui Due Golfi: preview di Paradiso.
Arrivare a Sant’Agata sui Due Golfi da Piano di Sorrento può generare sentore di capogiro in conducente e passeggeri.
Man mano che si sale il mare ora appare sulla destra ed ora sulla sinistra, sorta di maliardo effetto morganatico.
Infatti, a seconda del tornante, ci è dato alla vista il Golfo di Napoli, con dabbasso Piano di Sorrento e Sant’Agnello, e poi il Golfo di Salerno, con Praiano in lontananza.
A Sant’Agata, oramai famoso in tutto il mondo, Cina inclusa, c’è il prode Alfonso Iaccarino che con la moglie Livia ed i figli Ernesto e Mario conduce la sua creatura di eccellenza, il DON ALFONSO.
Pressoché di fronte ad Alfonso c’è il Gregory Bar, di cui è patron l’evergreen Peppe. Per effettuare dolce sosta al Gregory Bar ogni ora è propizia, da quella del mattino per sontuose prime colazioni, a quelle che di poco precedono il mattino, e ciò soprattutto nel calde (mai afose) notti estive.
Il Gregory Bar, nei fatti, è costola del ristorante Lo Stuzzichino, patron Mimmo, fratello di Peppe. In cucina i prodi genitori: Filomena e Paolo. In sala oltre all’infaticabile tuttofare Mimmo, che provvede anche agli approvvigionamenti, la sua dolce consorte Dora. Paolo e Filomena i nomi dei loro bellissimi pargoli. Mimmo accoglie con genuina tutta sua affabilità. Racconta i piatti e trasmette tutta la prorompente passione di una famiglia alacremente e felicemente al lavoro da ventuno anni. La carta dei vini è doviziosa. Mimmo è anche valente sommelier.
La bella sala interna è naturalmente vuota per come va a riempirsi l’accogliente spazio esterno: ombra refrigerante per attrattivo pranzo.
Si comincia con un benvenuto dalla cucina di estemporanea esecuzione: un fiore di zucca accoglie ricotta vaccina ed una fetta di fiordilatte di Arola, frazioncina delle colline vicane, si erge a sapido contrappunto.
D’ora innanzi ci accompagna un classico dei classici: perfetta bottiglia piccola di Five Roses fatto da Leone de Castris.
Si prosegue con un delicato ma non femmineo incontro fra la provola vicana ed un bel trancio di pesce bandiera, una volta pesce negletto ed ora ricercata prelibatezza per rinsaviti buongustai.
Qui si precisa che per territorio vicano si intende l’area circostante Vico Equense, esteso comune porta della Penisola Sorrentina che amministrativamente si sporge sino alla Costiera Amalfitana.
Il lauto pranzo si è bene incamminato lungo il sentiero di basi della tradizione con suadenti tocchi di estro e così prosegue.
Ci pervengono in tavola squisiti gamberetti di nassa su letto di crema di piselli.
Questi gamberetti si pescano solo in questo periodo e si catturano solo mediante le nasse. I pescatori sono di Torca, frazioncina, così come lo è Sant’Agata sui Due Golfi, di Massa Lubrense.
Torca è terrazzo alto sul mare. Qui si è pescatori di notte ed agricoltori di giorno.
Dopo tali ante pasto si giunge ad un primo che è eccellente per maestria di lavorazione in cucina (semplice e perciò difficile a farsi) e per eccellenza di materia prima: scialatielli alle vongole veraci con pomodorini del piennolo e tocco di freschissimo basilico.
Parimenti all’autunno inoltrato è proprio questo tardo primaverile il migliore periodo per la pesca. Al largo della vicina Capri si pescano alla lenza le ricciole. Mimmo sa come intercettarle da fidatissimi pescatori e Paolo sa come cucinarle, enfatizzando il mare. E’ piatto che trasmette emozioni per come in esso ci sta tutta la cornucopia dei sapori lubrensi.
Si conclude con un dolce che è frutto di estro recente dello chef Paolo, su mirati input cagionati dalla fantasia di Mimmo. Su letto della tradizione si innesca strato di crema al caffè sormontata da soffice spuma di mandorle. Evocativo il nome: nuvola lubrense.
Sul finire del pasto un bicchierino di nucillo fatto in casa.
Tale sontuoso pasto, Five Roses incluso, al prezzo di 36 euro.
Lo Stuzzichino
Via Deserto 1, Sant’Agata sui Due Golfi, Massalubrense (Napoli)
Tel. 081 5330010
www.ristorantelostuzzichino.it
chiuso: mercoledì
ferie: febbraio.