“Vi porto più in alto, fino in cima, da dove si vede tutto il panorama”.
Alla guida della Range Rover bianca logata, Paolo Librandi percorre le ultime centinaia di metri in salita tra i vigneti e gli ulivi di famiglia, fiancheggiate da ciuffi lanceolati di cactus.
Il fuoristrada si inerpica saltellando tra le zolle sconnesse, sicuro di consegnare a noi ospiti, una volta giunti, la visuale completa di Tenuta Rosaneti, uno dei maggiori terroir di produzione di vini calabresi.

Tenuta Rosaneti è una delle sei di proprietà della Cantina Librandi, la più grande ed estesa, collocata tra Rocca di Neto e Casabona, in provincia di Crotone: un luogo dove persiste un ecosistema con una variegata biodiversità.
Ammirati da sopra, quei 155 ettari coltivati a vigna e 80 a uliveto sono un surround di meraviglia: perfetta cartolina, anche cromatica, del paesaggio calabro.

I rossi grappoli maturi pronti alla vendemmia, risaltano sul verde delle foglie che già virano alla dorata livrea autunnale.

Abbracciata dalla macchia mediterranea, Tenuta Rosaneti è anche un giardino varietale, con la caratteristica forma a spirale, che conserva messi a dimora duecento vitigni salvati dall’estinzione.

Sono, praticamente, tutti i vitigni antichi calabresi (che per comodità di riconoscimento sono stati numerati e inseriti nominalmente in una mappa) che vengono utilizzati nella produzione dei vini dell’azienda. Vini calabresi Igt e Doc.
Calabria autentica
Librandi è una realtà importante e rappresentativa della Calabria enoica, guidata fino al 2012 dai fratelli fondatori Antonio e Nicodemo Librandi e attualmente, dopo la scomparsa di Antonio, condotta da Nicodemo, Raffaele, Paolo, Francesco e Teresa Librandi.

“Calabria autentica” ama definirsi in un claim l’azienda a conduzione familiare che ha sede a Cirò Marina, sul mar Ionio.
Ed è proprio qui, a ridosso del mare, che i Librandi coltivano la vite da quattro generazioni e producono ottimi vini calabresi.
Ed è esattamente qui che, negli anni ‘50, la famiglia decise di allargare le attività organizzandole per l’imbottigliamento, la conservazione e la commercializzazione di vino.
L’azienda è da sempre a conduzione familiare, coadiuvata da 25 dipendenti in cantina e 80 nelle aziende agricole.
Una scelta che vede i Librandi impegnati in prima linea in tutte le attività: dalla gestione dei vigneti alla commercializzazione.
I numeri raggiunti? Circa 2.500.000 bottiglie di vino e 25.000 di olio, con una distribuzione rivolta essenzialmente all’HoReCa e per il 55% destinata al mercato italiano, il 45% all’estero.

Storia di un’azienda, di una famiglia e di vini calabresi
Agli inizi, nel 1953, erano solo Gaglioppo e Greco Bianco i vini prodotti, ma il desiderio di espansione e la conseguente necessità di maggiori spazi, fecero crescere l’azienda. Nel 1975, infatti, fu inaugurato il nuovo stabilimento produttivo in Contrada San Gennaro a Cirò, dove tuttora ha sede la cantina.
In seguito si aggiunsero le proprietà di Strongoli e Tenuta Rosaneti, mantenendo sempre l’attenzione sui vitigni autoctoni e i procedimenti ancestrali.

“Il nostro obiettivo – racconta Paolo Librandi – è produrre vini di territorio e, a questo scopo, la gestione ottimale della vigna è la base di tutto il nostro lavoro. Ogni vigneto prevede lavori rigorosi e differenziati per tipologia varietale e territoriale, in modo da garantire in fase di vendemmia uve di alto valore qualitativo.”

A tenuta Rosaneti, l’azienda Librandi ha allestito pure un interessante museo della vite, del vino e del mondo rurale denominato Vi.Te.S Viticoltura, Territorio e Storia.

In un percorso cronologico e didattico sono esposti attrezzi e oggetti agricoli che riassumono l’ingegno e l’impegno del lavoro contadino.
In otto sale è possibile vedere da vicino e toccare con mano le usanze, le consuetudini passate e i proverbi che tuttora rivivono come preziosi insegnamenti nella filosofia Librandi.
Una realtà legata alla tradizione ma allo stesso tempo innovatrice nel suo campo.
Sei tenute, otto vitigni, quindici vini
Sono in totale otto i vitigni coltivati dall’azienda Librandi per la produzione dei loro vini: Gaglioppo, Greco Bianco, Magliocco, Mantonico.
“Sono loro gli ambasciatori della nostra terra e della nostra cultura – riassume esaustivamente Teresa Librandi citando gli autoctoni, cui si sommano gli altrettanti internazionali Chardonnay, Sauvignon Blanc, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc.
I vini, invece, sono complessivamente 15 e hanno tutti nomi evocativi, esaltati in etichetta dall’utilizzo della lamina.

Si chiamano Efeso (Calabria bianco Igt), Megonio (Calabria rosso Igt), Gravello (Calabria rosso Igt), Segno Librandi (Cirò bianco Doc), Segno Librandi (Cirò rosato Doc), Segno Librandi (Cirò rosso classico Doc), Duca Sanfelice (Cirò riserva rosso classico superiore Doc), Critone (Calabria bianco Igt), Terre Lontane (Calabria rosato Igt), Asylia (Melicca bianco Doc), Asylia (Melissa rosso Doc), Almaneti (spumante brut bianco metodo classico) Rosaneti (spumante brut rosato metodo classico), Labella (vino bianco frizzante), Le Passule (Calabria bianco passito Igt).
Pagine di vita e di vite
La storia di questa affermata famiglia produttrice di vini calabresi e la statura imprenditoriale raggiunta, è scritta in un volume di 270 pagine edito nel 2020 dalla Rubettino Editore dal titolo “Librandi, storia di uomini, vigneti e vini” (autore Gianfranco Manfredi, introduzione di Cesare Pillon).

Un racconto di memorie che si dipana in terre abitate dal mito, che incarnano l’essenza di un luogo dalle radici antiche in grado di fornire vini brillanti come il sole d’estate e vibranti come le onde del mare. Piacevoli e intensi come gli aromi della macchia mediterranea. Di forza e carattere come la Calabria.