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Spedizione al Sud del mondo

In crociera tra i ghiacci della Patagonia, e più giù che si può

Una foca Leopardo dorme sui ghiacci di Charlotte Bay, nella Penisola Antartica. Foto courtesy Silversea

Sul ponte della nave soffia un vento teso e pungente, di quelli che incontri solo alle latitudini più estreme. Presto le luci di Puerto Williams, cittadina del Cile meridionale dalla quale partono le crociere verso il Sud del mondo, scompariranno inghiottite nel buio della notte. Davanti non c’è niente, solo un mare scuro e un indefinibile sapore di ignoto. Siamo punto del continente sudamericano dove ogni cosa finisce e rimane solo acqua, quel passaggio di Drake, leggendario tratto fra Capo Horn e le Shetland meridionali, che celebra con vento e onde l’incontro fra l’oceano Pacifico e l’Atlantico. Per attraversarlo ci vorranno due giorni di navigazione finché, superato il 60° parallelo Sud, le tiepide acque antartiche annunceranno l’ingresso nella regione più estrema e remota del pianeta, conosciuta per secoli solo da balenieri ed esploratori eroici.

Un campo di ricerca dismesso nel porto di Mikkelsen, ora popolato da centinaia di pinguini Gentoo. Foto courtesy Silversea

Un archivio planetario

A bordo della nave in rotta verso il continente bianco, le lezioni di biologi marini, guide polari, ornitologi, intrattengono gli ospiti negli eleganti saloni di prua: narrano di iceberg, di animali sconosciuti nell’emisfero boreale, del problema del surriscaldamento che qui morde feroce. «Con il 90% del ghiaccio e il 70% dell’acqua dolce del mondo, l’Antartide è il più importante archivio planetario della storia climatica del nostro pianeta, e come tale va preservato», rivela il capo spedizione. Le crociere alla fine del mondo, con cabine a cinque stelle, servizio-maggiordomo e strepitosi tea-time pomeridiani da consumare davanti alle vetrate del bar o sul ponte di poppa, sono diverse da tutte le altre. Non a caso sposano la formula dell’expedition cruise: lusso e avventura, incontro con gli esperti e desiderio di conoscenza. Per mettere piede sul continente bianco ci si avvale dei gommoni che fanno la spola fra la riva e la nave. Durante il tragitto compare in lontananza lo sbuffo delle balene, poi a riva solitarie foche Weddell e Mangiagranchi, mimetizzate fra i massi che spuntano dalla neve, si godono i tiepidi raggi di sole nelle giornate senza fine dell’estate antartica. Ma sono i pinguini i veri protagonisti di ogni sbarco. Colonie infinite di Chinstrap (Pigoscelide Antartico) e Gentoo (Papua) popolano sia le Shetland Meridionali, un arcipelago di 11 isole principali più simili alla Patagonia che all’Antartide (di cui fanno comunque parte), sia il labirinto di isole della Penisola Antartica. Vederli camminare è buffo, hanno un equilibrio precario, in acqua invece sono velocissimi e quando non nuotano sembra che danzino. Non hanno paura dell’uomo ma le guide consigliano prudenza, una distanza minima di 5 metri, per non alterare il delicato equilibrio nel quale vivono (secondo recenti studi, la popolazione di Chinstrap è diminuita del 50% negli ultimi 40 anni).

Avvicinamento in zodiac ai giganteschi iceberg della Patagonia. Foto courtesy Silversea

Attenti agli stivali di gomma

Il desiderio di scoprire il mondo alla fine del mondo è forte, ma le crociere si svolgono solo pochi mesi all’anno, durante l’estate australe che corrisponde al nostro inverno. La navigazione e gli sbarchi sono scanditi dalle regole del protocollo Iaato, l’International Association of Antarctica Tour Operators, fondata negli anni Novanta da un gruppo di tour operator per promuovere il turismo responsabile nel continente bianco. La Iaato impone norme che i passeggeri sono felici di assecondare, come quella di pulire a ogni sbarco gli stivali di gomma (forniti dalla compagnia di crociera) in una bacinella con del liquido disinfettante, evitando di portare a terra agenti patogeni.

La nave Silver Endeavour all’ancora tra i ghiacci di Petermann Island. Foto courtesy Siversea

Un bagno nella Santorini polare

Una volta scesi la sensazione è forte, quasi bruciante. Ghiaccio e silenzio, sole e nuvole, spiagge di neve al cospetto di montagne di ghiaccio plasmate dal vento e dalle onde. Mai un paese, un porto, un faro, solo una solitudine irreale e quella distesa bianca a perdita d’occhio che ti fa sentire quasi un alieno. Anche la navigazione è un condensato di bellezza, costellato di suggestioni sempre diverse: dal Lemaire Channel, dieci chilometri di canale abbracciato da alte pareti di ghiaccio, a Deception Island, una Santorini in versione polare dove i turisti più coraggiosi fanno il bagno nella caldera, all’isola di Cuverville, considerata Important Bird Area (IBA) da BirdLife International per la sua colonia di circa 6.500 coppie di Gentoo. Sono lì da sempre, e forse lo saranno per l’eternità.

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