Esplorare il Parco Kruger in Sudafrica, in piena autonomia e con il giusto budget
di Alessandra Gesuelli
Otto giorni di safari in completa autonomia. E’ parte del mio piano di viaggio in Sudafrica delle prossime settimane. Oltre alla zona del Parco Kruger, andrò nella vivacissima Cape Town, percorrerò la Whale Coast, la Garden Route e andrò nella zona arida di Klein Karoo. Infine le Winelands per un giro nella zona dei grandi vini. Se è inverno nel resto del paese, per fare safari in Kruger è il clima perfetto, secco e ideale per osservare gli animali abbeverarsi intorno alle pozze e sulle sponde dei due grandi fiumi che lo attraversano, Olifants e Sabie. E’ però anche alta stagione e per cui, oltre agli splendidi lodge nelle concession private ai margini dell’area parco, può essere una soluzione interessante, con un occhio al budget e un altro a vivere una esperienza diversa, dormire in uno dei 14 campi di proprietà dell’Ente Nazionale dei Parchi, ovvero SanParks.
Questo esteso parco, grande quanto la sola regione Lombardia, è uno dei più antichi istituiti in Africa e si può percorrere in autonomia con la propria macchina. Molte delle strade sono asfaltate ed è per questo che alcuni storcono il naso sulla autenticità dell’esperienza, soprattutto rispetto ad altri parchi africani. In realtà ci sono anche altrettante strade non asfaltate e il parco è talmente vasto che si può comunque vivere appieno il contatto con la natura in, relativa, solitudine (e con le solite, obbligatorie precauzioni). Inoltre bisogna fare una distinzione. Il Kruger è molto frequentato dai visitatori nella parte Sud, meno in quella centrale e poco al Nord, la zona più selvaggia. Io mi concentrerò nella zona del Sud e del Centro per avere uno sguardo almeno in parte fuori dai soliti circuiti. L’accesso al Parco ha un costo giornaliero di 20 euro a persona al giorno ma conviene fare la Wild Card, come ho fatto io, se si superano i 5 giorni e include anche le fee degli altri parchi nazionali in Sudafrica. Costa circa 200 euro a persona.
Dormire all’interno dei confini del parco regala l’opportunità di vivere in pieno la giornata di safari, dall’alba, quando si aprono i cancelli del campo, alla sera prima del tramonto, quando è obbligatorio il rientro in un certo orario e i cancelli vengono chiusi per lasciare completamente il parco agli animali. Certo, ad accompagnarmi nei miei safari, stavolta non ci saranno i ranger che tante volte in Namibia e Botswana mi hanno aiutato a riconoscere le tracce e individuare gli animali nel bush, ma è una esperienza in autonomia che è divertente fare, soprattutto per chi ha già vissuto soggiorni dorati in alcuni dei più bei lodge africani, come ho avuto la fortuna di fare. E’ un modo anche per sentirsi un po’ come i sudafricani in vacanza, che vanno a vedere i leoni esattamente come noi. Soggiornerò in ben 4 campi SanParks: Olifants nella zona centrale del Parco, Satara, nel Centro-Sud, Pretoriuskop, il più antico, e Lower Sabie, entrambi a Sud. Per le sistemazioni, si va dai più spartani hut ai bungalow più strutturati con bagno privato e cucinetta. Tutti hanno la griglia fuori in perfetto stile sudafricano. Da queste parti il bbq è una vera istituzione e quasi tutti i i local adorano acquistare la carne nei market interni ben forniti e prepararla grigliata. Ci proverò anche io, magari accompagnando la carne con un buon vino rosso sudafricano. Attenzione, però, ci sono regole piuttosto restrittive sul consumo di alcool, vietato nelle aree pubbliche. Inoltre può essere acquistato e introdotto da fuori solo da chi dorme nel Parco. Si possono anche scegliere i ristoranti interni ai campi. La location compensa la scelta limitata ma discreta dei menu. Olifants ha senza dubbio la location migliore, su una collina con affaccio sul fiume, mentre Lower Sabie, ha il ristorante quasi sul fiume. Il budget dei miei 8 giorni di safari? Non supera i mille euro in due per una esperienza senza fronzoli e da vero local, ma con tutta la bellezza di esplorare da sè la natura e scoprirla ogni giorno.
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