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Ecoturismo sì, ma vero

Viaggiare in Sudamerica: dove e come? La parola a Paola Sburlati, fondatrice del boutique tour operator Ruta 40

A cura di Sara Magro

Ruta 40 è il nome della grande strada nazionale che attraversa da nord a sud l’Argentina, la destinazione da cui è partito il boutique tour operator torinese specializzato in viaggi su misura in Sudamerica: Antartide, Patagonia, Malvinas-Falklands, Uruguay, Cile, Isola di Pasqua, Ecuador, Galapagos, Perù, Bolivia, Brasile, Costa Rica, Venezuela, Antille. Paola Sburlati (nella foto) ci parla dei trend turistici del 2011 e di un tema che ha molto a cuore: come si fa il vero ecoturismo.

Con le crisi in Oriente, Mediterraneo e Medio Oriente, la prossima estate si viaggerà di più in Sudamerica?

Non mi pare, non stiamo lavorando più del solito. Infatti, il viaggio nell’America del Sud è ancora percepito come lontano e molto costoso, genericamente più impegnativo di un tour in Oriente.

Solo percezione o in effetti è più caro e impegnativo?

Di sicuro è un viaggio costoso; rispetto all’Oriente si può spendere anche il doppio a parità di distanza e numero di giorni. Il Brasile, quinta potenza economica del mondo, sta aumentando i prezzi esponenzialmente. È anche un fatto di mercato interno: i brasiliani hanno maggiore capacità di spesa e si sono messi viaggiare. Brasile (Rio de Janeiro in particolare) e Cile sono oggi le destinazioni più costose del sub continente, perché sono le più ricche, e quasi non hanno risentito della crisi mondiale: meno turisti europei, più sudamericani.

Chi sceglie il Sudamerica?

Solitamente, chi parte con noi non è al primo viaggio, ha un buon budget e desidera un itinerario personalizzato. Al proposito, è rarissimo vendere un pacchetto già preparato. La nostra specializzazione, oltre all’area geografica, è proprio la consulenza su misura. Siamo il tramite necessario per superare i paletti tecnici dei singoli territori, siamo considerati “gli” esperti che conoscono luoghi e regole e, proprio grazie alle nostre conoscenze, siamo capaci di proporre itinerari speciali.

Che tipo di turismo si può fare in Sudamerica?

Date la dimensione e la varietà della porzione geografica, in Sudamerica si può fare qualunque tipo di viaggio: attivo (trekking, rafting, arrampicata, cavallo, bici), culturale, gastronomico, archeologico, lusso sfrenato, ecoturismo… Raramente chi si parte con noi cerca solo un resort e una spiaggia tropicale. Ma questo non significa che i nostri viaggiatori non siano attenti all’ospitalità; al contrario! Benvenga il campo tendato e il lodge nel deserto, purché di lusso ed ecosostenibile.

Ecco la parola magica degli ultimi tempi: ecolusso…

Ha ragione, è molto usata, talvolta abusata da chi vuole darsi una facciata green, che è un ottimo strumento di marketing. Però, l’ecoturismo è un argomento serio, di enorme rilevanza geopolitica e di difficile definizione. Innanzitutto, viaggiare eco costa di più, è un turismo d’élite.

Facciamo qualche esempio

Un viaggio eco nel nell’Atacama, in Cile, è per pochi. Solo per costruire il lodge nel deserto secondo i criteri della bioedilizia e del risparmio energetico è stato speso dieci volte di più di un normale boutique resort, e la cifra verrà ammortizzata solo dopo anni di funzionamento a pieno regime. In più, il tour è accompagnato da guide altamente professionali, e anche qui le spese aumentano rispetto alle strutture che sottopagano il personale locale, come spesso accade. Insomma un viaggio sostenibile nel vero senso della parola non è di facile organizzazione e non è per tutti.

Come fa un viaggiatore a controllare l’affidabilità eco dell’operatore

Innanzitutto deve capire a quale organizzazione è affiliato. Per esempio, Ruta 40 è stato il primo tour operator italiano ad aderire alla fondazione statunitense Rainforest Alliance, una ong no profit impegnata nella conservazione della biodiversità e nella garanzia di condizioni di vita sostenibili, che promuove le buone pratiche di utilizzo dei terreni, il commercio equo e solidale,  il comportamento consapevole dei consumatori. Rainforest Alliance ha criteri molto restrittivi, certifica i soci e le infrastrutture che scelgono per i loro itinerari in modo rigoroso. Noi crediamo in questa filosofia e la adottiamo, esponendoci a continui controlli. Non scegliamo hotel e operatori locali in base ai prezzi più bassi, ma sul rispetto dei parametri internazionali dell’ecoturismo. Un operatore rispettoso fa scelte attente, forma il personale, organizza incontri e attività con le comunità locali. Che in pratica implica, dietro le quinte, un meticoloso lavoro di ricerca sul territorio e una grande abilità di relazione.

Ci vogliono tanta passione e dedizione

Infatti, l’impegno è notevole: bisogna controllare sempre le certificazioni di strutture e operatori, e quando non ci sono, l’operatore si espone in prima persona con la fondazione che verifica sempre con chi lavorano i soci. Per esempio, Ruta 40 organizza tour responsabili con un’organizzazione italiana che non fa parte di Rainforest Alliance, ma ha tutte le credenziali a posto, e noi lo garantiamo. Nonostante l’impegno, ci crediamo talmente che da due anni abbiamo creato una linea di viaggi sostenibili e tra un paio di mesi attiveremo un sito dedicato: www.ecoexperience.it

Che tipo di impegno chiedete ai partecipanti?

Questo è un punto fondamentale. Ruta 40 non organizza campi di lavoro. Propone itinerari rispettosi dell’ambiente e delle popolazioni, garantendo al viaggiatore che il suo arrivo non altererà l’equilibrio naturale e umano del luogo. Tutt’al più, invitiamo il turista a qualche esperienza sul campo. Un esempio: da un po’ di tempo proponiamo ai turisti interessati una visita di qualche ora in una baraccopoli di Lima, dove un’organizzazione italiana ha costruito un doposcuola. Chi visita quel tipo di realtà, ne è sempre entusiasta. Un bagno di umiltà fa bene a tutti, secondo me.

Quindi l’ecoturismo è un’attività per ricchi?

C’è chi cerca di farlo bene e legato a un segmento alto. Ma ci sono tanti altri modi e non necessariamente si deve spendere 10 volte di più. Diciamo che di sicuro l’ecoturismo di lusso costa tanto. Ma ci sono tanti altri modi di fare turismo solidale, eco, sostenibile: con le associazioni internazionali, da soli con lo zaino in spalla. L’importante è partire ben informati o con chi conosce bene la materia. Questo è uno dei temi che trattiamo spesso sul nostro blog www.matedecoca.it, uno strumento utilissimo per parlare di moda, cinema, letteratura, architettura e design in Sudamerica e anche di un turismo più consapevole.