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On the Hotel in the Arts and Artists in the Hotel: fino al 22 giugno una mostra alla Kunsthalle di Baden Baden analizza due secoli di rapporto tra artisti e alberghi

On the Hotel in the Arts and Artists in the Hotel: fino al 22 giugno una mostra alla Kunsthalle di Baden Baden analizza due secoli di rapporto tra artisti e alberghi. Dagli acquerelli di William Turner a “Chambre 763” di Hans Ulrich Obrist

di Sara Magro

Negli ultimi due secoli, la storia dell’hotellerie si è spesso intrecciata con quella dell’arte. Non solo perché gli artisti hanno eletto gli alberghi a luoghi di ispirazione, ma perché sempre più hanno occupato, vissuto, trasformato i suoi spazi. In paericolare la storia di Baden Baden, cittadina termale tedesca ai margini  della Foresta Nera, è intimamente legata a quella dei suoi numerosi visitatori. Fin dall’apertura dell’Hotel Badischer nel 1805, i grand hotel lungo il fiume Oos hanno dato forma all’immagine e alla vita della città, e la mostra sottolinea quest’eredità attraverso il ritratto che ne hanno restituito gli artisti, che nelle camere degli alberghi hanno vissuto, lavorato, trovato ispirazione. La mostra Room Service alla Staatliche Kunsthalle di Baden Baden analizza l’evoluzione del rapporto esistente e persistente tra artisti e hotel. Da William Turner che dipingeva Venezia come la vedeva dalla sua stanza all’Hotel Europa, al temporary museum creato nel 1993 da Hans Ulrich Obrist all’hotel Carlton Palace di Parigi: nei pochi metri quadrati della sua ella sua piccola “Chambre 763“, il famoso curatore presentava le opere e le performance di oltre 70 artisti.

Nel percorso espositivo si vedono la prima fotografia di un hotel scattata da William Henry Fox Talbot, e i quadri di Peder Severin Kroyer che convinse il proprietario dell’hotel Brondums di Skagen, in Danimarca, a ospitare gratuitamente un gruppo di artisti per dare notorietà alla struttura. L’esperimento fu replicato da un albergo di Volendam, in Olanda, che offrì una camera per dipingere a Paul Signac e altri suoi colleghi. Fino all’inizio del Novecento, l’attenzione degli artisti era focalizzata sulla vita vista attraverso la finestra della camera o sulla struttura che veniva spesso stampata sulle cartoline ricordo. Nessuno si sognava di rappresentare il personale di servizio. Uno dei primi a farlo fu Chaim Soutine che dipingendo cameriere e garzoni cominciò a raccontare i retroscena della lussuosa vita in hotel. Ma i più preferivano fotografare proprietari e direttori in posa, come August Sander, i cui bianchi e neri puntualizzano una formalità rigorosa.

Alla fine degli anni Cinquanta il soggetto d’ispirazione cambia di nuovo. Gli artisti dell’epoca concentrano sulla camera: Martin Kippenberger schizza e disegna sulla carta intestata degli hotel in cui soggiorna, mentre Sophie Calle si camuffa da cameriera per un mese intrufolandosi nelle stanze per fotografarle e inventare storie sugli ospiti. Ci sono poi le foto degli atri monumentali di Andreas Gursky in Asia, e gli interni, quasi sempre vuoti, della fotografa Candida Hoefer.

Oltre alla Kunsthalle, alcune opere sono esposte nelle lobby, camere e parcheggi di sei hotel di Baden Baden. Al Brenners Park Hotel & Spa, storico cinque stelle lusso di Oetker Collection, proprio di fronte alla Kunsthalle, sono esposti gli oli di Cindy Sherman e l’opera site specific di Christian Janckowski intitolata “La piccola stanza delle decisioni”, ovvero una cameretta vuota e tutta bianca, i cui mobili si scelgono da un catalogo: letto, comodino, abat-jour, piccola toilette e una poltrona. Di più non ci sta. L’ospite decide il prezzo in base alla soddisfazione che ha tratto dal soggiorno. C’è chi ha pagato 350 € per una notte, e chi 1100 €: tolti gli 80 € di spese vive che vanno al Brenners, il resto viene dato in donazione alla Kunsthalle.

Room Service. On the Hotel in the Arts and Artists in the Hotel
22 marzo-22 giugno 2014
Staatliche Kunsthalle
Baden Baden
http://www.kunsthalle-baden-baden.de/