HOSPITALITY

Riscoprire Abano

Elogio della lentezza. Giornate pigre e salutari tra terme, natura e arte

La piscina esterna dell’hotel

In un giorno di tarda primavera sono arrivata ad Abano, centro termale tanto famoso quanto spesso collegato a cure per differentemente giovani dalle giunture stanche. Confesso, ero un po’ prevenuta. Certo, sapevo che le origini di questa località sono millenarie e che le sue acque calde e solforose erano state molto apprezzate dai Romani, grandi cultori del genere. Non a caso vi si venerava Aponus, dio delle acque termali. La località era ben nota, come si apprende dalle parole di non pochi autori latini, da Plinio il Vecchio a Tito Livio, da Svetonio a Cassiodoro (per citarne alcuni). Di qui sembra sia passato anche l’imperatore Tiberio, diretto verso l’Illiria. Da allora e fino a oggi, con poche défaillance, Abano è sempre stata un centro rinomato. Tutto intorno, i Colli Euganei (siamo al centro dell’omonimo parco) dispiegano boschi di castagno, querce secolari, macchia mediterranea, distese di vigneti e frutteti, abazie, borghi e vicine città d’arte (Padova, la Riviera del Brenta, Vicenza, Treviso, Rovigo, Verona e Venezia). Salute, natura, cultura e memoria, in un raggio di pochi chilometri. Va bene, mi sono detta, e lasciando da parte pregiudizi e diffidenze mi sono installata all’AbanoRitz Hotel Terme. Un classico albergo di famiglia, dove la presenza delle proprietarie Ida e Terry Poletto, quarta generazione di donne alla guida della struttura, dona un importante tocco di personalizzazione e di amichevole, rassicurante accoglienza. L’hotel ha da poco compiuto 50 anni. Oltre alle 24 stanze con letto alla francese, ci sono 25 special rooms ognuna con un tema diverso, più due design suite. Tra i punti di forza, oltre all’apparato termale, medico ed estetico, ci sono l’accuratezza del servizio, la cura dei dettagli e un’ottima proposta gastronomica. Così mi sono abbandonata a quella che può essere considerata una giornata tipo. La mattina è passata tra fanghi, massaggi e piscine. Ed è quello che finalmente si potrà tornare a fare anche ora, anche se con qualche limitazione (le grandi piscine sono prenotabili e comunque dal 13 agosto la riapertura dell’hotel sarà completa). Nell’antichità la zona sembra fosse caratterizzata da numerose sorgenti, sfocianti in laghetti e note per le proprietà curative. Anche oggi le acque, provenienti dalla zona vicentina delle Prealpi e Piccole Dolomiti, sgorgano dopo un lungo e profondo percorso sotterraneo (anni e anni, fino a 2.500/3.000 metri di profondità), arricchite di sostanze saline bromo-iodiche, e con una temperatura di 87 gradi centigradi. Tranquilli, le piscine hanno una piacevole temperatura sui 33 gradi. I fanghi, ricchi di oligoelementi, raccolti nei fondali di un laghetto, sono sottoposti a un processo di maturazione che dopo una serie di passaggi li rende particolarmente benefici grazie alla presenza di una specifica microflora. Sono disintossicanti, decongestionanti, disinfiammanti e ossigenativi. Una panacea non solo per reumatismi e artrosi, ma anche per postumi di traumi e fratture e per problemi respiratori e dermatologici. In senso più allargato, per tutte le contratture, fisiche e non, del nostro vivere sedentario. Dal massaggio emergo sciolta e leggera, pronta per un passaggio in piscina e un lunch veloce e informale nel giardino dell’hotel, dove è allestito Easy, il ristorante esterno con barbecue.

In giardino tra picnic e relas

Nel pomeriggio, con le bici messe a disposizione dei clienti, si parte per un giro nei dintorni. Tra le mete a portata di pedale il Monastero di Praglia con la sua abbazia benedettina, fondata tra l’XI e il XII secolo, che si staglia nella pianura. Il motto Ora et labora guida ancora oggi le attività della comunità monacense, famosa per il suo laboratorio di restauro di libri antichi, l’erboristeria e i vigneti. Un universo di cultura e spiritualità che culmina nella biblioteca monumentale. Una meraviglia che vale la visita già da sola e rinfresca la memoria sulle inesauribili bellezze italiane. La sera, si può scegliere tra il ristorante principale White Gloves, classicamente elegante con un mix bilanciato di tradizione italiana e piatti internazionali, e il Brutto anatroccolo, con il suo approccio creativo ma attento a non stravolgere i sapori, con solo 11 tavoli. Un’offerta à la carte che va dallo spiedino di tortellini in crema di piselli alla frutta al cubo. A completare la giornata un drink al bar. Ci tornerei? Si, per quella che, più che una vacanza, è una villeggiatura, rigenerante per corpo e mente. Abano è inserita nella più grande area termale d’Europa, che comprende anche Montegrotto, Galzignano, Battaglia e Teolo. In tutto, 107 alberghi che fanno delle terme e delle cure specializzate in fangobalneoterapia la propria eccellenza. Un angolo d’Italia che spesso trascuriamo andando alla ricerca di lontani esotismi. Qui, senza ore di volo estenuanti, possiamo trovare piccoli paradisi di poliedrica ricchezza. Preziosi e altrettanto insoliti. Promuovendo un turismo italiano di qualità. www.abanoritz.it