
Con indicatori di ripresa dei viaggi all’orizzonte, Marriott International con il suo portfolio di brand di lusso (The Ritz-Carlton, Ritz-Carlton Reserve, St. Regis Hotels & Resorts, W Hotels, The Luxury Collection, Edition, JW Marriott e Bulgari Hotels & Resorts) ha presentato uno studio dell’agenzia Team One su come stanno cambiando valori e attitudini dei viaggiatori di lusso di oggi.
Lo studio GAT (Global Affluent Tribe) di Team One si basa su un campione di 1957 persone ad alto reddito provenienti da sei Paesi (Brasile, Cina, India, Emirati Arabi, Regno Unito e Stati Uniti), tra i 25 e i 65 anni, con patrimonio pari al 10% della ricchezza nazionale.
Secondo i risultati della ricerca, i consumatori alto spendenti mostrano una maturità crescente nel definire i propri gusti. In particolare si stanno spostando da un “lusso acquisitivo”, motivato dal bisogno di mostrare la ricchezza, a un “lusso meditativo”, basato sulla soddisfazione personale delle esperienze. Lo studio ha inoltre rilevato che i GAT in viaggio pretendono gli usuali confort ma anche esperienze significative e d’impatto. Non basta più viaggiare bene, bisogna diventare viaggiatori “buoni”.
Oggi, con la pandemia ancora in corso, si fanno meno viaggi ma con un maggior desiderio di esperienze trasformative, e lo studio ha rivelato una comunità globale di viaggiatori sempre più guidata dalle passioni personali. Il lusso sta entrando in un’era di rigenerazione, che implica il desiderio di lasciare il mondo migliore di come è stato trovato. Nel settore viaggi, questo significa:
– Rigenerazione personale (auto-rinnovamento)
– Rigenerazione delle relazioni (ripristinare i legami tra le persone)
– Rigenerazione della destinazione e della cultura (lasciare i luoghi che visitano o le comunità locali migliori)
Il sondaggio ha inoltre rilevato che i viaggi di lusso sono ancora in cima alla lista delle priorità. Tra gli intervistati:
– L’84% vuole che i viaggi siano più personali e intimi.
– Il 69% dice che il desiderio di viaggiare è più alto che mai, ma anche la preoccupazione per l’impatto che avrà sul mondo che li circonda.
– Il 65% è d’accordo che è importante essere un buon cittadino globale.
– Il 71% si considera cittadino del mondo la cui vita è intrinsecamente globale e multiculturale – più della metà (56%) ha vissuto, lavorato o studiato all’estero.
– Il 98% apprezza i legami costruiti su passioni e interessi condivisi.
– Il 75% aspira a creare più ricordi con amici e familiari.
– E trovano l’appartenenza attraverso l’impatto positivo che creano con gli altri, e il 45% dice che i marchi che condividono i loro valori sono fondamentali per raggiungere l’obiettivo.