
Parigi d’inverno ha sempre il suo fascino, ma il clima uggioso e il cielo bigio di questo inizio gennaio mi hanno indotto a creare il mio percorso consultando l’App de L’Officiel des Spectacles, che vi consiglio vivamente: chiara e di facile consultazione suddivide gli eventi fra film, spettacoli, concerti, visite guidate ed esposizioni e musei. Il giorno in cui l’ho consultato io sono venuti fuori più di 600 suggerimenti! Da perdere la testa.
Ho scelto sulla base della data di chiusura… Così ho avuto la fortuna di vedere il sempre emozionante progetto di Tomás Saraceno intitolato On Air al Palais de Tokyo e le grandi tele astratte del pittore cinese Zao Wou-Ki al Museo di Arte Moderna. Purtroppo per voi entrambe le mostre hanno chiuso il 6 gennaio perché questo è il periodo in cui c’è il cambio di programmazione culturale a Parigi.
Affrettatevi dunque, perché ci sono esposizioni fantastiche, aperte ancora per qualche giorno o qualche settimana, che vi presentiamo in ordine di data di chiusura.
Egon Schiele – fino al 14 gennaio

Pochissimi giorni ancora per visitare la prima mostra monografica degli ultimi 25 anni dedicata da Parigi all’artista viennese. Una creazione segnata dalla necessità vitale dell’arte che trae nutrimento dal fermento intellettuale della Vienna del primo Novecento. I disegni e i dipinti di Egon Schiele, contrassegnati da uno sguardo non benevolo su se stesso e le sue modelle, s’impongono come uno dei punti culminanti dell’espressionismo. Alla Fondazione Louis Vuitton aperta nell’ottobre 2014, il progetto di Frank O. Gehry all’interno del Bois de Boulogne che con le sue vele di vetro da solo vale la visita.
Jean Michel Basquiat – fino al 21 gennaio

La New York degli inizi degli anni Ottanta, la vitalità della scena underground, la rabbia e il dolore di chi sente di essere escluso dal mondo dell’arte, la volontà di stravolgere l’ordine stabilito fuori dai canoni e dalle gerarchie. C’è tutta a carriera di Jean Michel Basquiat in questa mostra che si svolge nei grandi spazi della Fondation Louis Vuitton che danno respiro e mettono in valore le 135 grandi opere del giovane artista scomparso, come Schiele, a soli 28 anni.
Due mostre separate ma che hanno in comune l’enorme produttività di questi due artisti, morti entrambi giovanissimi, che seppero entrare in soli dieci anni nella storia dell’arte, accomunati anche dalla pratica ossessiva del disegno e dalla rappresentazione del corpo come forza trainante di una sensibilità cruda, come sottolinea Suzanne Pagé, direttore artistico della Fondazione.
L’Asie rêvée d’Yves Saint Laurent – fino al 27 gennaio

L’atelier del grande stilista parigino al numero 5 di Avenue Marceau, trasformato in museo nell’ottobre 2017, ospita fino al 27 gennaio una splendida mostra tematica che, attraverso una cinquantina di modelli dell’alta moda ispirati alla Cina, al Giappone e all’India, illustrano il fascino che esercitava l’Asia su Yves Saint Laurent. Gli abiti sono esposti in mezzo a oggetti d’arte prestati dal vicino museo Guimet di arte orientale e da collezionisti privati.
Una sezione è dedicata a Opium, l’iconico profumo d’YSL, che quando uscì nel 1977 fece scalpore per il suo nome e la sua campagna pubblicitaria con Jerry Hall. Nello studio personale dell’atelier, che si può visitare, sono nati tutti i modelli di alta moda dello stilista.
Giacometti – Entre tradition et avant garde – fino al 3 febbraio

Prolungata dal 20 gennaio al 3 febbraio, la mostra di Giacometti al Musée Maillol propone una rilettura delle sue opere che dialogano con statue classiche e moderne della sua epoca.
50 sculture del maestro svizzero, tutte provenienti dalla Fondation Giacometti di Parigi, sono così contrapposte a più di 25 opere di Brancusi, Bourdelle, Rodin e Maillol, cui è dedicato il museo e la sala dell’ultimo piano, l’unica che ha mantenuto i pavimenti in legno dell’epoca. Attraverso un percorso cronologico e tematico, l’esposizione mette in luce i rapporti con questi artisti che hanno segnato l’evoluzione del suo stile.
Collection Privées al Musée Marmottan Monet – fino al 10 febbraio

Un viaggio straordinario per gli amanti dell’impressionismo e del fauvismo: il bellissimo Musée Marmottant Monet presenta 62 opere esclusivamente provenienti da collezioni private e per questo mai viste dal pubblico parigino. Monet naturalmente, ma anche un insolito Matisse, e poi Degas, Renoir, Rodin, Seurat, Gauguin, Van Gogh, Picasso. L’antico padiglione di caccia ai bordi del Bois de Boulogne, trasformato in museo nel 1934, custodisce la più grande collezione al mondo di opere di Claude Monet donate dal figlio Michel all’Accademia di Belle Arti nel 1966 che provengono da Giverny, tra cui l’imperdibile Impression du soleil levant che ha dato il nome alla corrente pittorica e diverse grandi tele che rappresentano le ninfee.
Musée de l’Orangerie – Collezione permanente
Ed è proprio l’amore che ho per le ninfee che mi ha indotto a tornare al Musée de l’Orangerie, il padiglione creato nel 1927 ai giardini delle Tuileries sotto le direttive di Monet, che ha concepito l’insieme delle Ninfee specificatamente per questo luogo. Due sale dalla forma ellittica che avevo avuto la possibilità di visitare in un giorno di chiusura tanti anni fa ma che ho rivisto con emozione.
Al piano inferiore, fino al 14 gennaio, la mostra della pittrice portoghese Les contes cruel de Paola Rego che purtroppo non ho avuto il tempo di visitare, ma soprattutto la splendida raccolta di 150 opere della Collezione di Jean Walter e Paul Guillaume costituita da imperdibili opere di Renoir, Cézanne, Monet e Sisley per l’impressionismo e Matisse, Picasso, Modigliani, Rousseau, Derain, Utrillo e Soutine per il XX secolo.
Hurry up!
Tra le tante mostre on stage che avrei voluto vedere, ma il tempo non è stato sufficiente, vi segnalo:
Caravage à Rome – Musée Jacquemart André – fino 28 gennaio
Mirò – Le Grand Palais – fino 4 febbraio
Tutto Ponti, Giò Ponti archi-designer – MAD, Musée des Arts Décoratifs – fino al 10 febbraio
Cubisme – Centre Georges Pompidou – fino al 25 febbraio
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