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Palazzo Fortuny è museo permanente

Venezia ha riaperto Palazzo Pesaro degli Orfei, dimora e atelier di Mariano Fortuny y Madrazo e della moglie Henriette Nigrin. Dal mese di giugno 2022 visitabile anche il secondo piano

Dall’8 marzo 2022  ha riaperto a Venezia Palazzo Fortuny, il palazzo gotico situato tra Campo San Beneto e Rio Michiel che fu dimora e laboratorio di Mariano Fortuny y Madrazo (Granada 1871, Venezia 1949) e della moglie Henriette Nigrin.

Dopo gli interventi conservativi al piano terra danneggiato dall’acqua alta del 12 novembre 2019, c’è stato il riallestimento completo dei piani nobili di Palazzo Fortuny al quale è stata assegnata una nuova destinazione: non solamente uno spazio espositivo temporaneo, ma un museo permanente.

I consistenti lavori di ripristino e messa in sicurezza sono stati seguiti dal Comune di Venezia e dalla Fondazione Musei Civici di Venezia e finanziati tramite Art Bonus grazie all’importante contributo di PAM Panorama.

Palazzo Fortuny, Venezia. Foto di Massimo Listri.

Palazzo Fortuny è stato un luogo di riferimento per l’élite intellettuale europea agli inizi del Novecento, nonché un vicace centro produttivo nella cosmopolita e industriosa Venezia.

L’allestimento dell’attuale percorso espositivo è stato ideato e curato dal maestro Pier Luigi Pizzi, regista, scenografo e architetto di fama internazionale con Gabriella Belli e Chiara Squarcina, esprime ora al meglio il fascino della città lagunare.

Visitabile tutto l’anno

Palazzo Fortuny è visitabile tutto l’anno. Il percorso permanente è caratterizzato dal retroterra moresco, la cultura classica, le influenze orientali, il mito e il mondo wagneriano di Mariano Fortuny. Ci sono dipinti di lui e del padre, scenografie teatrali e invenzioni illuminotecniche, meravigliosi abiti e tessuti. Preziosa, tra l’altro, sarà per i prossimi 5 anni la collaborazione con Tessuti Artistici Fortuny SRL.

Palazzo Fortuny, Venezia. Foto di Massimo Listri.

Ripercorrendo la storia, quando nel 1898 Mariano Fortuny y Madrazo – figlio d’arte di formazione internazionale appartenente a una delle famiglie più rinomate del panorama artistico e culturale della Spagna del XIX secolo – entrò per la prima volta a Palazzo Pesaro degli Orfei, l’edificio, che era la più vasta costruzione del tardo gotico fiorito veneziano, versava in stato di degrado e decadenza. Mariano ne rimase affascinato a tal punto che nel giro di una decina d’anni lo riportò all’originario splendore. Ben presto divenne la sua dimora, la sede delle sue sperimentazioni artistiche e scenotecniche e uno straordinario atelier.

I materiali di Mariano Fortuny esposti tutti insieme

Nel 1956 Palazzo Fortuny fu donato dalla vedova Henriette al Comune di Venezia, con lo scopo di essere utilizzato perpetuamente come “centro di cultura in rapporto con l’arte”, conservando nel salone del primo piano le caratteristiche e gli oggetti “di ciò che fu lo studio preferito di Mariano”.

Ora, per la prima volta, oltre il novanta per cento dei materiali relativi a Mariano Fortuny sono esposti tutti insieme. Dai 140 metri di trompe l’oeil che raffigura un illusorio giardino, ai bozzetti di scena e alcune copie di Tiepolo, fra tessuti fiabeschi, originalissime lampade che ricordano le origini spagnole dell’artista e il mondo intellettuale e creativo dei Madrazo e dei Marsale.

Palazzo Fortuny, Venezia. Foto di Massimo Listri.

Da giugno 2022 visitabile anche il secondo piano

Il suo studio di pittore è stato ricreato come in un set: con il suo cavalletto, le prove di nudo, diversi modelli ed esempi anatomici e i colori da lui stesso brevettati, ossia ben 46 tempere e 4 preparatori, materiali conservati negli archivi e nei depositi della Fondazione Musei Civici di Venezia.

Nutrita è anche la collezione fotografica che ricorda i viaggi e gli incontri di Mariano Fortuny.

Dal mese di giugno 2022, con apposite guide e su prenotazione, sarà possibile accedere anche al secondo piano di Palazzo Fortuny dove sarà visibile il dietro le quinte della sua attività: la tipografia e il reparto stampa con i torchi e le incisioni e la sua biblioteca-studio.