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Sorpresa Oman

Con Maurizio Levi alla scoperta del piccolo stato della penisola arabica che ha finalmente aperto le frontiere, dopo quasi cinquant’anni di isolamento

Con Maurizio Levi alla scoperta del piccolo stato della penisola arabica che ha finalmente aperto le frontiere, dopo quasi cinquant'anni di isolamento

Finalmente l’Oman ha aperto le frontiere. I fuoristrada partono da Muscat, ma solo dopo aver visitato la sontuosa capitale con la grande moschea, la reggia del sultano, i forti portoghesi e il suq pieno zeppo di bell’artigianato. Si va fra le montagne brulle dell’Hajar sostando nelle oasi, fino a raggiungere un canyon profondo più di mille metri. Dopo la cittadina di Nizwa ci si addentra nelle desertiche Wahiba Sands: tra queste sabbie si incontra una tribù beduina di allevatori di dromedari e capre, le cui donne girano con il volto coperto da una maschera nera. Intorno, una catena di dune bianche, gialle e rosse che continua fino all’Oceano Indiano. Raggiunta la baia di Al Khaluf, costellata di villaggi di pescatori, si risale verso nord lungo un’interminabile spiaggia tra miriadi di uccelli, pesci e tartarughe, rocce e lagune, fino a Rass El Hadd, lembo estremo della penisola arabica e riserva naturale dove depongono le uova migliaia di tartarughe marine (è di uno dei posti più importanti del mondo per la riproduzione delle tartarughe verdi). Ci si ferma a Sur, nei cui cantieri si costruiscono i dhow (le imbarcazioni tradizionali), poi a visitare i resti di Qalhat, l’antica capitale con le case di corallo dove aveva fatto tappa Marco Polo.

I deserti del sud, al confine con lo Yemen, sono l’unico luogo di produzione dell’incenso e della mirra, che due millenni fa ne fecero una delle terre più ricche del mondo. Ma ancora oggi l’Oman sta bene: ha petrolio, è pulito, efficiente e molto sicuro (gli scontri dello scorso anno erano innocue rivolte studentesche finite sulla stampa internazionale sull’onda della crisi mediorientale), capace di amministrare le sue risorse e rispettate le tradizioni di un glorioso passato, che per tre secoli dal 1650 ne ha fatto l’epicentro di un florido impero marittimo e commerciale che si estendeva da Zanzibar e dalle coste africane fino all’India. Vi piacerà.

I Viaggi di Maurizio Levi
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