Notte al museo Ferragamo

Portrait Firenze è un hotel molto speciale: è stato pensato come ritratto fedele della città, dalla vista sul Ponte Vecchio alle foto d’antan

Portrait Firenze è un hotel molto speciale: è stato pensato come ritratto fedele della città, dalla vista sul Ponte Vecchio alle foto d’antan

di Sara Magro per Luxury24 de ilsole24ore.com

Non si poteva pensare nome migliore per il Portrait Firenze, il nuovo hotel della famiglia Ferragamo sul Lungarno. Da ogni affaccio, regala infatti un quadro della città: il fiume, il Ponte Vecchio, il viavai di gente… Dentro invece è il ritratto della Firenze anni Cinquanta, quelli in cui la moda italiana fece breccia nei cuori di attori, principesse, insomma il bel mondo dell’epoca. Nei corridoi, lungo le scale, nelle suite, in ogni spazio sono appese fotografie di quegli anni d’oro scelte una per una, in diversi archivi storici, dalla curatrice Nina Screti che ha fatto dell’elegante albergo un piccolo e prezioso museo, dal quale non si può andar via senza aver capito il lavoro di Salvatore Ferragamo e la dolce vita di un’epoca che guardava al futuro con fiducia, lanciava Firenze nel mondo, e con essa l’Italia.

«Volevamo fare del Portrait uno “story teller “di Firenze e del suo lifestyle; doveva quindi essere un contenitore di arte, cultura, moda che sono sempre andate a braccetto, e hanno reso questa città speciale. La prima cosa che ci siamo chiesti era da dove cominciare. A Firenze si potrebbe senz’altro partire dal Rinascimento, ma volva dire andare troppo indietro. Abbiamo scelto invece gli anni Cinquanta, anche perché si legano alla storia di Ferragamo e alla nascita della moda italiana a Firenze. Ma come negli anni Cinquanta si ispiravano al Rinascimento, noi oggi ci ispiriamo agli anni Cinquanta, creando tutta una linea continuativa che ci porta fino al presente. I tre grandi temi si intrecciano in modo diverso in tutti i sei piani dell’hotel. Ogni piano ha infatti  un tema diverso, le foto non si ripetono quasi mai e ogni suite è unica. Però mentre nelle suite tu entri in un modno che ti fa sognare e ti riporta a quell’epoca, negli spazi comuni sei nella Firenze di oggi, con foto grandi a colori stampate in plexi formato maxi di Massimo Listri e alcune concesse dall’Opificio delle pietre dure per far vedere come anche oggi Firenze non si è fermata, proprio ora in occasione del 60° anniversario celebrato anche da Pitti Immagine.

La ricerca è stata complessa, Prima abbiamo deciso i temi da sviluppare, e a quel punto mi sono messa a caccia delle immagini. Un filone era quello dei personaggi che sono stati a Firenze tra gli anni ’50 e ‘60. Abbiamo pensato che questo argomento avrebbe incuriosito tutti, ospiti e fiorentini, anche perché volevamo foto che li ritraessero non in posa ma a passeggio e sui Lungarni. Ci sono foto davvero inedite. Per esempio ho trovato delle foto di Brigitte Bardot che era Firenze per la lavorazione di un film in un momento di relax in un giardino, un’altra in cui fa incetta di scarpe Ferragamo. Quindi anche foto che colgono di sorpresa perché non si sono mai viste prima.

Il secondo piano è dedicato ai giardini storici fiorentini, e in  via eccezionale abbiamo avuto delle foto da Villa i Tatti, uno dei maggiori centri di studi sul Rinascimento nel mondo. Una suite è dedicata alla villa e in particolare a Bernard Benson, che oltre a essere stato un uomo di immenso spessore culturale, era un ambasciatore del nostro stile, sempre con il Borsalino in testa e tutto vestito all’italiana. Abbiamo trovato anche foto di Villa Le Rose, e dedicato una suite a Rose Kennedy. Poi sono rappresentati altri giardini, Palazzo Pitti, Boboli che facevano da sfondo agli shooting fotografici dell’epoca ed è interessante come all’epoca avessero avuto la lungimiranza di promuovere Firenze usandone l’immagine per promuovere la moda italiana. E questo è anche quello che ci proponiamo di fare anche noi.

Il terzo piano è dedicato ai teatri, La Pergola e il Maggio Fiorentino e anche lì in via eccezionale mi hanno aperto i loro archivi dove ho trovato foto bellissime. La suite 305 dedicata a Zeffirelli ha una foto del regista e una foto della Pergola che non era stata più stampata dagli anni Sessanta. Col teatro completamente vuoto fu scattata alla fine degli anni Cinquanta ma è molto contemporanea. Sembra una foto di Candida Hofer. Per me è molto importante scegliere foto che potessero parlare anche oggi e non fossero solo un arriere. Un’altra suite è dedicata a Maria Callas.

Al quarto piano c’è il jet set dell’epoca, non tanto attori, quanto reali che venivano spesso in visita a Firenze. Abbiamo trovato delle foto dei duchi di Windsor, re Baldovino del Belgio, Ranieri e Grace di Monaco e altri, anche loro colti in momenti di passeggio, mai in posa, delle paparazzate dell’epoca.

Il quinto piano è dedicato alla sala bianca. Ho lavorato molto con l’archivio Giorgini che è stato molto contento di partecipare al progetto e molto collaborativo ed era divertente perché negli stessi giorni in cui facevo ricerca io, c’era una curatrice del Victoria and Albert che curava la mostra di Londra sulla moda italiana, e ho apprezzato che Neil Fadigati abbia prestato tanto tempo anche a noi pur non essendo noi un museo. Ha capito che il progetto era importante perciò abbiamo una suite dedicata alla sala bianca e altre dedicate a diversi personaggi che hanno partecipato alle diverse sfilate nella sala bianca. Abbiamo anche ritrovato l’invito alla prima sfilata della moda italiana a Firenze, proprio il primo invito a Villa Torgiani. Racconta tante cose questo invito….e infatti l’idea è proprio questa che ogni idea che si presenta possa essere uno spunto per dei racconti.  Ed è questa la filosofia del Portrait, che tutto il personale è partecipe di questa storia ed è pronto a raccontare e a fare entrare a più stretto contatto con la città chi ha voglia di farlo. Per cui da un’immagine della Pergola, può nascere un invito a una visita privata; da una foto attuale dell’opificio può nascere un appuntamento durante un restauro. Vogliamo offrire un approccio a Firenze più profondo e diversificato.

Lasciando la parSory teller

Ma è anche un esempio di come può essere squisito lo stile Made in Italy.