DESTINATIONS

Neve di primavera

Dal ghiacciaio da fondo ai bicchieri di ghiaccio, dalle piste mondiali alla vita mondana. Crans Montana stupisce ancora, nel segno dell’eccellenza

Dal ghiacciaio da fondo ai bicchieri di ghiaccio, dalle piste mondiali alla vita mondana. Crans Montana stupisce ancora, nel segno dell’eccellenza

crans montana

di Laura Ferrari

Dicono che nelle lingue inuit esistano 50 parole diverse per definire la neve. Si tratta molto probabilmente di una leggenda metropolitana, ma se questa teoria linguistica fosse vera, un simile vocabolario potrebbe bastare appena a descrivere le occorrenze nevose di Crans-Montana in una giornata di primavera.

A partire dalle nevi che stendono la loro coltre perenne sul ghiacciaio del Plaine Morte, tremila metri comodamente raggiungibili con la performante cabinovia Funitel, che sale da Les Violettes. A dispetto del nome, la neve della ‘pianura morta’ è viva più che mai e si trasforma ogni giorno un poco: quando nevica, scaglie secche e leggere si depositano immote, lentamente si aggregano in strutture via via più dense, una metamorfosi di cristalli che diventano firn, per poi unirsi a reconditi mari di ghiaccio dalle opalescenze azzurrognole.

L’ampia piana del ghiacciaio, affacciata sulla valle dove nasce il Rodano, offre amatissimi percorsi per chi pratica sci alpinismo anche in estate. Qui, gli sci aprono il loro solco frantumando a tratti quella leggera crosta da rigelo simile a una meringa, sotto la quale la neve si è mantenuta leggera e farinosa. Ma per i più, il ghiacciaio è il punto di partenza di piste che si estendono a perdita d’occhio, tessono percorsi di 140 chilometri e conducono a valle, in una corsa mozzafiato che copre un dislivello di millecinquecento metri.

In questa stagione può capitare che nevichi mentre raggi di sole fanno capolino tra le nuvole. Fiocchi grassi, che estendonono le loro geometrie e si posano per dare gli ultimi ritocchi ai pendii che si estendono sopra il felice haut plateau di Crans-Montana.
Nei punti più esposti al sole la neve naturale viene integrata dal prodotto di 200 cannoni che coprono il 35% del comparto sciistico. Neve sintetica, più densa e compatta, che permette a sciatori e surfisti di cimentarsi in fluenti discese, addolcite dal clima primaverile. In questo periodo, negli ultimi tratti di pista la neve dovrebbe poter cambiare ancora nome: è una coltre che sta cedendo all’irrompere della primavera, la cui forza vegetativa contamina il suo candore e reclama la sua porzione di sole e di cielo.

Ma di mutevole non c’è solo la neve. Improvvisamente l’orizzonte di una pista cessa di estendere il suo lenzuolo bianco a perdita d’occhio e si infrange su un cambio di pendenza: un attimo di sospensione, un respiro più corto degli altri, lo spigolo incide un solco più profondo e il raggio delle curve si fa più stretto. Nulla si ripete, impossibile annoiarsi. Anche il paesaggio offre continue variazioni sul tema: se il motivo dominante è offerto dalla splendida cornice delle cime del Vallese, che scandisce l’orizzonte con i suoi imponenti quattromila (il Weisshorn, lo Zinalrothorn, l’Obergabelhorn, il Cervino e la Dent Blanche), il comprensorio sciistico di Crans – Montana – Aminona si articola in una pletora di piste che si intersecano tra loro. Diciassette larghe blu, venti andanti rosse, quattro vivacissime nere, contrappuntate da allegri passaggi tra speroni di roccia e accompagnate dal basso continuo dei boschi di larici. Da non perdere: la mitica Nazionale, 12 chilometri teatro di coppa del Mondo maschile, servita da una comoda seggiovia a 6 posti (la Nationale Express) che termina al Cry d’Er; la pista di Mont Lachaux, scelta dalla Fis per le discipline tecniche (gigante e speciale); Chetzeron, che scende fino a Crans in una successione di muri che rallentano in un finale più morbido; la zona del Toula con piste non battute, per permettere agli sciatori provetti di approfittare della neve fresca (in primavera potrebbe essere chiusa per il pericolo di valanghe). Adrenalina e acrobazie, per chi ama guardare o farsi guardare, si trovano nel fantastico snowpark che si estende su 100.000 mq, con halfpipe e aree skicross/boardercross dedicate ai rider principianti come ai più esigenti.

Molte parole sono state spese su quella che, fin dai suoi esordi turistici, viene riconosciuta come una delle località più ‘vippose’ e à la page dell’arco alpino. Crans Montana ha collezionato una serie di primati che si sono sedimentati nel tempo: i primi impianti di risalita, la prima gara di sci del mondo, il torneo di golf più alto del pianeta, l’après ski più glamour. Ci sono gli ospiti di prestigio dell’Hotel du Parc (oggi hotel du Parc & Golf), il primo albergo costruito nel 1893; le case di cura che hanno ereditato la tradizione lanciata dal dottor Théodore Stephani nel 1896; le 18 buche tracciate da Severiano Ballesteros. C’è lo chalet di sir Roger Moore con il balcone che affaccia sugli ultimi declivi della Nazionale, prima di giungere alle Violettes; la cioccolateria di David Pasquiet; lo chef stellato Franck Reynaud che cucina nel rifugio a 2.200 metri (Cabane des Violettes).

C’è un carosello di icone, leggende e feticci che si rincorrono tutt’oggi tra i sei comuni dell’altopiano – che ahimé non hanno lesinato il cemento. Ma c’è una vocazione all’eccellenza che ancora si rinnova. E’ quella che troviamo nell’arredo impeccabile delle camere di un ex stazione della funivia a 2112 metri, trasformata in raffinato albergo e nei piatti serviti sulla sua panoramica terrazza del Chetzeron; nella raclette stagionata esattamente 3 mesi e fatta fondere sulla fiamma del camino a La Dent Blanche; nell’estro culinario di Pierre Crepaud, che incanta gli ospiti del ristorante Le Mont Blanc, presso l’esclusivo hotel LeCrans: una table d’hôtes allestita nella cucina permette di cenare apprezzando il lavoro della squadra da dietro le quinte. Mentre si succedono piatti che deliziano i sensi, viene servito un sorbetto al corbezzolo in un bicchiere di ghiaccio per staccare i sapori tra una portata e l’altra. Questa volta è neve al cucchiaio.

Info: Crans-Montana Tourisme | Avenue de la Gare 20 | 3963 Crans-Montana 1 | Tel. +4127 485 04 04 | information@crans-montana.ch | www.crans-montana.ch