Un addio all’inverno prima della Quaresima e un benvenuto alla primavera, quale miglior auspicio la giornata soleggiata che ha accompagnato la sfilata di quest’anno dell’Egetmann, uno dei più singolari cortei del carnevale di tutto l’arco alpino. La manifestazione risalente al 1501 è una divertente rievocazione storica di misteriose origini, una delle più antiche del Tirolo che si svolge a Termeno, sulla Strada del Vino a 24 km da Bolzano, località nota per il pregiato vino bianco, il Gewürztraminer. Alla sfilata che si svolge il martedì grasso negli anni dispari, hanno partecipato oltre 10 mila persone, grazie anche alla giornata dal sapore primaverile. Una lunga attesa per la festosa manifestazione, la precedente a causa della pandemia si è svolta nel 2017.

L’Egetmann è l’uomo con l’erpice, simboleggiato da un pupazzo in giacca nera, che apre la sfilata. I partecipanti come in tutte le rappresentazioni più’ antiche, posso essere solo uomini, le figure femminili sono uomini travestiti. I preparativi iniziano subito dopo l’Epifania di ogni anno dispari con la costruzione dei carri e si protrae per quasi tutto l’anno, coinvolgendo quasi tutti gli uomini del paese. I partecipanti sono entusiasti di conservare le usanze tirolesi diventandone un simbolo di continuità con il passato. Una manifestazione di colore, fantasia e giocosità, ma soprattutto un atteso momento di aggregazione. Gli spettatori cercano tra la folla con fatica di trovare una posizione per vedere meglio, la maggior parte di loro con il telefono in mano per scattare le fotografie, ma anche attenti a non ricevere in faccia il pesce fresco o segatura o ad essere anneriti di fuliggine.
Alla mattina del martedì Grasso i “Wudelen”, grandi animali con mandibole in legno girano per le strade accompagnati da trombettieri, fracassoni e spazzini. Apre la sfilata un trombettiere, seguito dai contadini a cavallo con i loro servi e dai contadini che sventolano fruste (“Ausschnöller”). Poi giungono gli stradini, con il compito di tenere pulito e sgombro il percorso e tutta la popolazione contadina con gli antichi attrezzi per lavorare la terra che accompagna il carro carico di sementi, simbolicamente rappresentati da segatura, fieno e polvere. Ed ecco sfilare la figura centrale che ne è il simbolo, l’Egetmann Hansl, il pupazzo di paglia che compare vestito di giacca nera, cilindro e guanti bianchi. È accompagnato dalla sposa in abito nuziale alla quale è vietato bere vino, ma solo grappa.

La carrozza nuziale viene accompagnata da variegate figure i consiglieri in frac e cilindro, le streghe, le lavandaie i cacciatori ed altri personaggi di fantasia. Il corteo che si snoda per le vie di Termeno si ferma ad ogni fontana dove il consigliere con l’ombrello sale su di una scala e aprendolo legge la proposta di matrimonio di Egetmann con gli altri due consiglieri. Nella ritualità agraria il matrimonio rappresenta il paesaggio delle stagioni. Tra i personaggi caratteristici: Il selvaggio (“Wilder Mann”), un demonio la cui origine si perde nei tempi, dall’aspetto pauroso. Si pensa che tutti i personaggi avessero in origine una maschera sul volto, l cacciatore, accompagna il selvaggio nella sfilata ed alla fine gli spara uccidendolo, rappresentando simbolicamente la fine dell’inverno (il selvaggio) e l’avvento della primavera (il cacciatore). E poi lo “Schnappvieh” o “Wudele”, una specie di coccodrillo senza orecchie, ricoperto di pelli e con corna e grandi mandibole sempre pronte a cercare prede. Viene sempre seguito dal macellaio che ad ogni sosta alle fontane ne cattura uno e lo uccide, chiudendo così il ciclo dell’inverno cattivo scacciato dalla primavera buona.
“Burgl” e “Burgltreiber” sono due figure misteriose con mani e guance scure dalla fuliggine. Burgl è la donna che porta il suo bambino in una gerla sulle spalle assieme a delle catene e campanelli per far sì che la gente la senta passare, mentre Burgltreiber l’uomo che utilizza un bastone per picchiare la donna. La sua etimologia trae origine dal verbo latino purgare, cioè pulire, rimuovere; da qui il significato di queste due particolari figure che rappresentano la caccia agli spiriti maligni invernali. La parte tradizionale della sfilata termina con il mulino delle vecchie preso in prestito a Vipiteno e ormai incluso nella sfilata che macina le vecchie e le restituisce giovani e belle, accompagnato dal carro delle vergini e da “Zenzi” che non vuole diventare giovane. Cala il sipario dell’ intensa giornata in attesa della primavera e dell’edizione 2025.