Parigi e Milano insieme nel segno della cultura. La mostra, a Palazzo Reale fino al 2 luglio, invita a scoprire la Parigi dell’epoca

Roberta F. Nicosia
Il nome, quasi uguale. Il periodo, pure. Non c’è da stupirsi se molti ancora confondono Manet con Monet. Capitò anche ai concittadini della loro epoca quando li videro insieme per la prima volta in una mostra. E si stupirono del nuovo corso della pittura di Manet, così luminoso, in contrasto con le sue prime tele dove la pennellata era piatta, il contrasto dei colori forte, l’uso del nero abbondante… Perché Monet era un giovane quasi sconosciuto, mentre Manet, anche grazie alla sua cerchia di amici letterati, Zolà, Baudelaire, Mallarmé, era già noto nella ville Lumière.
Come so tutte queste cose, io che non sono un’esperta di arte del XIX secolo?
Perché ho avuto la fortuna di visitare la mostra con una bravissima guida di Ad Artem che mi ha fatto scoprire la carica innovativa della pittura di Manet – che troppo spesso viene erroneamente accostato agli Impressionisti – e che per questa sua pittura antiaccademica fu spesso criticato dai suoi contemporanei.
L’esposizione intende celebrare il ruolo centrale di Manet nella pittura moderna, attraverso i vari generi cui l’artista si dedicò: il ritratto, la natura morta, il paesaggio, le donne, Parigi, sua città amatissima, rivoluzionata a metà ‘800 dal nuovo assetto urbanistico attuato dal barone Haussmann e caratterizzata da un nuovo modo di vivere nelle strade, nelle stazioni, nelle Esposizioni universali, nella miriadi di nuovi edifici che ne cambiano il volto e l’anima.

I dipinti di Manet, Signac, Monet, Renoir sono raccontati come vere e proprie “istantanee” sulla modernità della capitale francese, con il supporto di fotografie dell’epoca e testi di scrittori e poeti – da Baudelaire a Mallarmé – che non solo descrivono la società parigina, ma spesso permettono di capire come i contemporanei percepivano le rivoluzionarie opere di Manet.
Sono 55 i dipinti presenti alla mostra – di cui 17 capolavori di Manet tra cui Il Balcone, Il Pifferaio, e 40 altre opere di grandi maestri coevi, tra cui Boldini, Cézanne, Degas, Fantin-Latour, Gauguin, Monet, Berthe Morisot, Renoir, Signac, Tissot –, provenienti dalla collezione del Musée d’Orsay. Alle opere su tela si aggiungono 10 tra disegni e acquarelli di Manet, una ventina di disegni degli altri artisti e sette tra maquettes e sculture.
La mostra di Manet si pone al centro di un progetto che è un invito a riscoprire Parigi seguendo gli Impressionisti e i percorsi culturali che portano sulle tracce di Renoir, di Monet, di Manet e propongono una visione della città attraverso l’arte, con itinerari e pacchetti su misura per la capitale e i suoi dintorni e interessanti promozioni di Air France da 9 città italiane a partire da 99 euro a/r e di SNCF, che promuovono Parigi con tariffe a partire da 29 euro.
Allo stesso tempo questo progetto condiviso fra Atout France, il comitato Regionale per il Turismo Parigi Ile de France, il Comune di Milano e Palazzo Reale porta Parigi e l’Ile de France a Milano. È stato messo a punto così un programma di appuntamenti di musica, poesia, teatro e pittura, per restituire al grande pubblico l’idea di arte totale perseguita dagli artisti dell’Ottocento francese, in collaborazione tra il il Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere dell’Università Cattolica e Ad Artem, e con il sostegno e della collaborazione dell’Institut Français Italia/Ambassade de France e di Atout France.
Tra le proposte le visite guidate alla mostra a cura di Ad-Artem, tra cui segnaliamo “Flâneries parisiennes avec Manet” una nuova modalità di funzione dell’esposizione in cui la letteratura si affianca all’arte e permette di immergersi nell’epoca dell’artista e nella modernità della Parigi ottocentesca.
Informazioni e grandi eventi su Parigi sul sito www.france.fr e su it.france.fr/grandi-eventi.
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