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L’incanto di Ortigia e della Sicilia sudorientale

Se la provincia di Siracusa è nota soprattutto per i suoi gioielli barocchi, a cominciare da Ortigia e Noto, infiniti sono gli spunti e gli aspetti di questa parte della Sicilia

Antica mappa di Ortigia

Quando scegliete una meta, tenete conto di colori, luci e sapori? O del calore e della gentilezza degli abitanti del posto? No?
Invece dovreste perché è quello che trovate qui in questo angolo della Sicilia sudorientale, il più meridionale della nostra Penisola se non si tiene conto delle isole di Lampedusa e Linosa!

Luce abbagliante, pietre calcaree che si colorano di rosso al tramonto, vegetazione tipicamente nordafricana, il profumo dei fiori, i balconi di ferro battuto, le strade lastricate fiancheggiate da botteghe artigiane e ristorantini tipici…
Tutto questo è Ortigia, cuore storico della città di Siracusa cui è collegata tramite due ponti, da scoprire con i consigli di Algilà Ortigia Charme Hotel e la guida Serena Intagliata di TourSiracusa. L’isola, trent’anni fa negletta, vive in questi anni un nuovo periodo di splendore, grazie all’opera di recupero architettonico e ristrutturazione di molti palazzi nobiliari costruiti dopo il devastante terremoto del 1693.

Il Castello Maniace visto dal mare

Dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, Ortigia, nucleo iniziale della città, ha quasi 30 secoli di storia. I palazzi barocchi, che si allineano lungo via Vittorio Veneto, via Maestranza, via Giudecca, lasciano intravedere ancora, sparsi nel tessuto urbano, gli edifici gotici sopravvissuti al terremoto, esempi della grandezza della città sotto i sovrani svevi. Testimonianza di questo periodo sono ad esempio il Castello Maniace, che occupa tutta la punta meridionale dell’isola, e il Palazzo Bellomo, sede della Galleria regionale.

La Fonte Aretusa

Sulla punta meridionale, in riva al mare, si trova la Fonte Aretusa, celebrata nella letteratura di tutti i secoli, dove l’acqua dolce che alimenta il fiume Ciane sbocca dalla falda freatica. Nel centro della fonte vegeta da millenni una popolazione di papiri selvatici, che crescono esclusivamente qui e lungo le sponde del fiume. Intorno, una serie di ristorantini, bar e negozietti ne fa una zona amata dai turisti.

La Neapolis

In epoca greca, però, l’estensione della città andava ben oltre all’isola di Ortigia, come si evince dalla posizione dell’area archeologica, all’estremo nord della città antica, la Neapolis. Qui si ammirano le latomie, antiche cave di pietra, l’anfiteatro romano, con i resti dell’arena, e l’immenso Teatro Greco, dal 1914 sede di Rappresentazioni teatrali a cura dell’INDA, l’Istituto Nazionale di Dramma Antico, che attirano in città visitatori da tutto il mondo durante i mesi di maggio e giugno.

Il Teatro Greco alla Neapolis di Siracusa

L’acustica eccellente si deve alla sottostante caverna battezzata dal Caravaggio l’Orecchio di Dionisio che fa parte del complesso delle latomie del Paradiso, ora coperte dalla rigogliosa vegetazione mediterranea con aranci e alberi secolari.

Non lontano dal Parco Archeologico, nei pressi delle rovine della chiesa di San Giovanni Evangelista, le Catacombe di San Giovanni, scavate nel IV secolo d.C., sono un complesso gigantesco di gallerie scavate nella roccia facilmente lavorabile, dove sopravvivono pochissime testimonianze degli affreschi e delle scritte che adornavano le sepolture, affreschi che invece decorano le pareti dell’adiacente Cripta di San Marziano.

Il seppellimento di Santa Lucia del Caravaggio

Più a est, la chiesa di Santa Lucia al Sepolcro, nell’omonimo quartiere, custodisce un quadro imperdibile, creato appositamente da Caravaggio per questa basilica, che rappresenta il seppellimento della patrona della città. L’opera, che oggi si direbbe site specific, è tornata qui solamente nel mese di dicembre 2020 dopo essere stata esposta a lungo prima nella galleria di Palazzo Bellomo di cui costituiva una delle opere più importanti, poi nella chiesetta di Santa Lucia in Badia in Piazza del Duomo. Il quadro, una delle ultime opere del Caravaggio, presenta un’atmosfera cupa e uno sfondo scuro monocromatico che fanno risaltare il dramma della Santa e richiama l’ambiente delle catacombe sottostanti nelle quali la santa martire era stata sepolta.

Tornando nel cuore di Ortigia bisogna visitare il Duomo, che incorpora un tempio dorico greco del V secolo a.C. dedicato a Minerva, le cui colonne sono visibili sia all’esterno che all’interno, ed è stato nei secoli tempio greco, chiesa, moschea e di nuovo chiesa, ora in stile tardo barocco siciliano.

Il Duomo di Siracusa

Nella piazza sorge anche Palazzo Vermexio, dove il sindaco Francesco Italia, (candidato al ballottaggio nelle amministrative del prossimo 11 giugno, ndr.) in un incontro organizzato dalla direzione dell’Hotel Algilà, ha presentato alla stampa eventi meno noti delle Rappresentazioni Classiche al Teatro Greco ma altrettanto attraenti, come l’Ortigia Film Festival e l’Ortigia Sound System, oltre a rivelare due novità: una mostra collettiva di arte contemporanea e la scelta di Siracusa da parte di una produzione internazionale come set cinematografico per una serie Netflix.

Teatro dei Pupi

Non può mancare il Teatro dei Pupi di via Giudecca, cuore del quartiere ebraico, una tradizione portata avanti da Alfredo Mauceri che tutti i giorni, in compagnia di giovanissimi e appassionati attori, mette in scena le gesta dei cavalieri del ciclo carolingio in otto diversi episodi, quasi fosse una moderna serie. La passione, che accomuna Mauceri e gli attori che prestano voce e anima allo spettacolo, è il comune denominatore di questa che resta una delle più autentiche espressioni della cultura siracusana. Mauceri – direttore artistico, mente creativa e autore del successo della compagnia – oltre al Teatro della Compagnia dei Pupari Vaccaro-Mauceri ha un atelier dove vengono create le marionette e dove lui stesso prepara i meravigliosi costumi dei Pupi, e un Museo dove ha raccolto la collezione storica della famiglia Vaccaro, nonno di Alfredo, e anche marionette, burattini e ombre provenienti da tutte le parti del mondo, in prevalenza dall’Oriente.

I dintorni di Siracusa

L’Hotel Algilà Ortigia organizza visite anche in tutta la provincia di Siracusa e negli immediati dintorni della città. Così – non lontano dall’area del Parco Archeologico – abbiamo potuto visitare l’unica piantagione di Ciperus Papirus d’Europa, l’Angolo del Papiro, un’area naturale lungo le rive del fiume Ciane, l’unico corso d’acqua insieme al Nilo dove vegeta questa specie. L’impresa artigianale di Angelo Mortellaro oltre a fabbricare la pregiata Carta Papiro originale e farne una dimostrazione ad uso di turisti, scuole e visitatori, ha anche un’area esterna per eventi e un piccolo zoo, prevalentemente di animali domestici.

Uno scorcio del laboratorio dell’Angolo del Papiro

Ed è in quest’area verdeggiante che l’azienda Sebastiano Drago, che produce tonno di altissima qualità da più di 90 anni, con tecnologie avanzate che affiancano la tradizione artigianale, ha offerto un ricco aperitivo a base dei prodotti della ditta e vini locali.

La spiaggia di Vendicari

Scendendo verso sud si incontra la magnifica Oasi Naturale di Vendicari, che si estende su 1.235 ettari e accoglie 350 specie di piante e 252 specie di uccelli, di cui 60 nidificanti. L’oasi faunistica, istituita nel 1984, si allunga sul mare per 13 km, e presenta lunghe spiagge sabbiose incontaminate e piccole cale, come la celebre Calamosche, bagnate da un mare cristallino e pulito, come testimonia la presenza della poseidonia. La nostra guida ambientalistica, Paolino Uccello, ci porta a scoprire le zone umide circondate da capanni, perfetto punto di osservazione per gli uccelli migratori, il Pantano Grande con la colonia di fenicotteri rosa, che nidifica qui dal 2018, i resti dell’antico stabilimento di lavorazione del tonno che risale ai primi del Novecento, la Torre Sveva, fortificazione del XV secolo, e l’Ecomuseo che funge anche da Centro Visitatori.

Riserva naturale di Vendicari, la Torre Sveva

Poco lontano la Villa Romana del Tellaro rivaleggia con la più nota villa di Piazza Armerina per la straordinaria bellezza dei suoi mosaici, rimasti seppelliti sotto una masseria costruita in epoca barocca e scoperti quasi per caso recentemente, nel 1971.
Qui sorgeva una villa del IV secolo d.C. di seimila mq, coi pavimenti ricoperti da mosaici.

Uno splendido mosaico alla Villa Romana del Tellaro

Quelli recuperati in trent’anni di lavoro rappresentano 4 diversi ambienti: il cosiddetto mosaico della caccia, gremito di figure di cacciatori e belve africane e circondato da un fregio coloratissimo con animali e motivi geometrici; un vero e proprio tappeto geometrico con ghirlande d’alloro intersecantesi; una scena tratta dall’Iliade che rappresenta La pesatura del corpo di Ettore, e per ultimo una cornice con agli angoli quattro vasi traboccanti di frutta, che incorniciavano una scena centrale che purtroppo non ci è pervenuta.

Noto, la capitale del barocco

Siamo sulla via di Noto, splendido esempio del barocco siciliano, ricostruita interamente dopo il terremoto del 1693 che la rase completamente al suolo. Proclamata insieme alle altra cittadine della Val di Noto Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, deve la sua bellezza all’unità costruttiva in cui gli elementi barocchi non sono isolati all’interno di un contesto urbano caratterizzato da diversi stili, ma sono collegati tra di loro in modo da realizzare quella che è stata definita la “perfetta città barocca”.

La cattedrale di Noto

Dalla neoclassica Porta Reale si entra in città e, percorrendo la centrale via Vittorio Emanuele, ci si imbatte nel Museo Civico, che custodisce reperti della Noto antica, nel Palazzo Ducezio sede del Municipio, e nella celebre Cattedrale di San Nicolò, monumento iconico del barocco siciliano, costruita in cima ad una imponente scalinata, dall’interno inaspettatamente sobrio, dominato da candidi intonaci. La vista della cattedrale è particolarmente suggestiva dalla terrazza sovrastante la torre campanaria della Chiesa di Santa Chiara, dall’interno barocco decorato da 12 colonne sovrastate dai 12 apostoli.

L’interno della chiesa di Santa Chiara

Tra i palazzi nobiliari il più spettacolare è il Palazzo Nicolaci di Villadorata, oggi sede della biblioteca comunale, con la sua facciata decorata da sette balconi bombati di ferro battuto, uno diverso dall’altro, sostenuti da mensole di pietra calcarea raffiguranti leoni, putti, cavalli alati, angeli e sirene. All’interno, 90 ambienti tra cui la Sala del Tè decorata con motivi orientale e il Salone delle Feste con decorazioni trompe l’oeil. Un’ala del palazzo è stata trasformata in hotel 5 stelle.

I balconi del Palazzo Nicolaci di Villadorata a Noto

Nella via Nicolaci, strada in leggera salita che termina con la quinta scenografica della facciata ricurva della chiesa di Montevergine, si svolge l’Infiorata di Noto, uno degli eventi di maggiore attrazione della città e dell’intera Sicilia che si tiene ogni anno nella terza domenica di maggio. Sedici grandi quadri, inspirati da una tematica ogni anno differente e realizzati con i petali di fiori, ricoprono l’intera via lunga 122 m e larga 7. Quest’anno il tema è Noto è Cinema con scene di 16 film, fiction, serie TV selezionati tra le decine di produzioni cinematografiche che negli anni hanno visto la città di Noto ed i luoghi più suggestivi del suo immenso territorio, come set cinematografico.

La vista dal mare

Per ultimo non poteva mancare un’escursione in barca per ammirare l’isola di Ortigia dal mare e addentrarsi, condizioni del mare permettendo, nelle grotte che si aprono nella falesia. Partendo da Porto Grande si circumnaviga l’isola e si osservano il Castello Maniace, le fortificazioni, i palazzi che si affacciano sul porto e si termina con un brindisi a questa meravigliosa città che resta nell’anima.