L’emirato è una scoperta. Oltre il deserto, le oasi e la città modernissima, ha 400 chilometri di coste intatte perlopiù affacciate sul Golfo Persico
Spiagge incontaminate, lagune turchesi, deserto dorato, skyline ultramoderno: questo è solo un assaggio di quello che c’è ad Abu Dhabi. Ebbene sì anche le spiagge solitarie di sabbia bianca (con tanto di bandiera blu), come nei sogni: quelle in città della Corniche, quelle bianche con le palme di Lulu Island, e quelle meravigliose di Yas Island e di Saadiyat Island. Quest’ultima è protetta dalle dune sulle quali è sistemato un sistema si passerelle di legno per salvaguardare la vegetazione e le tartarughe che vengono ogni anno per depositare le uova.
Abu Dhabi è una destinazione da tener d’occhio per diverse ragioni. L’emirato fa parte dei Paesi in rapidissimo sviluppo del Medio Oriente, ma protegge la sua tradizione e la sua cultura rappresentata da un patrimonio ricco e interessante, come la magnifica moschea Sheikh Zayed Bin Sultan Al Nahyan, una delle più grandi del mondo.
Fino a sessant’anni fa, era poco più di un deserto, abitato da tribù nomadi, con villaggi solo intorno alle oasi più fertili e un’economia di sussistenza basata sul commercio, la pesca, l’allevamento. Nel 1958, la scoperta del petrolio ha cambiato la storia e il volto del Paese. Praticamente dal nulla sono nate le infrastrutture e parallelamente si è sviluppato il turismo, che punta sulla natura – 200 isole e 400 chilometri di costa intatta – e sui resort di lusso che aprono nei luoghi più incantati. A partire dal più grandioso, l’Emirates Palace, che ha una cupola d’oro più grande di quella di St Paul’s a Londra.
Ma Abu Dhabi ha in serbo anche grandi progetti di intrattenimento. Sono già in funzione il Circuito di Formula1 Yas Marina e il Ferrari World, parco tematico dedicato alle leggendarie auto da corsa, sull’isola di Yas; mentre è in via di realizzazione il “Cultural District” sull’isola di Saadiyat, che ospiterà il Louvre (2015), il Guggenheim (2017) e il PAC (Performing Arts Centre) di Zaha Hadid.
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