GOURMET

Dalla vigna alla bottiglia

Alla scoperta dell’azienda Le Colture, eccellenza enologica situata in una delle aree più vocate d’Italia, quella del Prosecco Superiore, da qualche anno Patrimonio Unesco

Santo Stefano di Valdobbiadene – foto Mattia Mionetto

In medio stat virtus: una locuzione latina che ben si addice a descrivere la zona collinare del Prosecco Superiore di Conegliano e Valdobbiadene, riconosciuta Patrimonio dell’Umanità Unesco. Questa piccola area, punteggiata di filari di vite che si stemperano in bosco nei punti più alti, si trova infatti circa a metà strada tra le Dolomiti e l’Adriatico (Cortina d’Ampezzo e Venezia distano più o meno un’ora d’auto) e questa “giusta distanza” conferisce caratteristiche morfologiche e geologiche uniche al terreno. Nell’area valdobbianese, per esempio, i suoli sono il risultato di un incontro tra il mare e le montagne che risale a più di 25 milioni di anni fa: i ripidi pendii coltivati a vite sono composti principalmente da marne, arenarie e argille, frutto appunto dell’innalzamento dei fondali marini e dell’erosione delle attuali Dolomiti, che creano, tra gli altri, un particolare terroir, chiamato dolomia, presente solo qui.

Le colline del Prosecco Superiore DOCG

In tutta la zona Patrimonio Unesco, particolarmente vocata per i vini spumanti, ci sono diversi produttori d’eccellenza, per intenderci quelli che danno vita alle migliori etichette di Prosecco Superiore DOCG e Valdobbiadene Superiore di Cartizze DOCG, ben diverse dalle ormai numerosissime bollicine in vendita ovunque, spesso ottenute da uve raccolte in pianura, frutto di una coltura intensiva che non rispetta il terreno e i naturali ritmi stagionali e oltretutto lavorate industrialmente.

Colline e vigneti Patrimonio Unesco – foto Mattia Mionetto

Tra le aziende agricole al top di gamma c’è sicuramente Le Colture, situata a Santo Stefano di Valdobbiadene e condotta da Cesare Ruggeri insieme alla moglie Biancarosa e ai figli Silvia, Alberto e Veronica. Come sottolinea Alberto Ruggeri, «mio padre è un uomo di grande ingegno e ha sempre avuto l’ambizione di produrre il vino con le proprie viti. E’ allevatore e viticoltore da sempre, ha una profonda conoscenza della vigna e forse proprio per questo negli anni ha concepito l’idea di creare una propria azienda vitivinicola, senza limitarsi al solo conferimento dell’uva: Le Colture nasce da questa ambizione, un sogno che e diventato realtà all’inizio degli anni 80». Nel 1983, infatti, Cesare Ruggeri, insieme al fratello Renato, decise di abbandonare l’allevamento di mucche da latte per cominciare a fare vini ottenuti da vigneti di proprietà: una vera e propria attività pioneristica, come spiega Alberto. «In quel periodo pochissimi a Valdobbiadene vinificavano e imbottigliavano il vino, semplicemente perché non era prassi: le uve si coltivavano per essere vendute. Mio padre ha aperto una via, diventando uno dei pochi a gestire l’intera filiera produttiva, dalla vigna alla bottiglia».

Filari di vite vicino a Valdobbiadene – foto Mattia Mionetto

Negli anni tanti altri agricoltori hanno seguito l’esempio di Ruggeri, ma quando lui investì le sue risorse tra i vigneti di Valdobbiadene e Conegliano in molti fecero fatica a comprendere la sua decisione. Ma Cesare era ben deciso a continuare per la sua strada, tanto che nel 2014 scelse di separare la sua attività da quella del fratello Renato, dividendo a metà i 40 ettari di vigne e promuovendo al tempo stesso una serie di acquisizioni con l’obiettivo di tornare ad avere nel tempo una proprietà ampia e consolidata. Tra il 2014 e il 2021 l’azienda si espanse rapidamente sia nell’area della DOCG sia all’esterno, nella zona collinare del Montello (a nord di Treviso), sino ad arrivare agli attuali 45 ettari di proprietà. I vigneti della famiglia Ruggeri sono distribuiti in parte a Santo Stefano, vicino all’azienda, in parte a Valdobbiadene, con una piccola porzione sulla collina di Cartizze, fino all’altopiano di San Pietro di Feletto, a ridosso della storica città di Conegliano. «Oggi la nostra proprietà vitata», spiega Alberto Ruggeri, «è una delle più grandi della zona. Tuttavia, a partire dal lavoro in vigna di mio padre Cesare, curiamo ogni aspetto della produzione: questo ci permette di garantire un’elevata qualità dei vini, anche grazie a una gestione molto attenta delle viti durante tutto l’anno. Mio padre, da questo punto di vista, ha una notevole sensibilità essendo prima di tutto un viticoltore, un vigneron per dirla alla francese, parola che esprime proprio quell’innato amore per la vigna che porta con sé fin da bambino. Ne consegue che l’elevata ricerca della materia prima permette di affrontare al meglio l’intero iter di vinificazione ottenendo prodotti eccellenti. Essere proprietari delle nostre uve ci permette di avere le mani libere nelle scelte di produzione e questo, oltre a rappresentare un grande vantaggio, ci consente di elevare notevolmente la qualità».

Santo Stefano di Valdobbiadene

Qualità che si declina in circa 800mila bottiglie all’anno, quasi esclusivamente vini spumanti prodotti da uve Glera raccolte a mano, dal Valdobbiadene Superiore di Cartizze DOCG al Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG, senza però dimenticare i vini fermi. Come precisa Alberto Ruggeri, «i cru si trovano attualmente sulle rive di Santo Stefano, ai quali si aggiungono i cru del Cartizze e dei vigneti di Valdobbiadene, da cui nasce il nostro blend Cruner. La gamma dei nostri vini è completata dall’extra dry, brut, brut rosé, fino al Prosecco DOC e un rosso cabernet IGT che nasce dai vigneti di proprietà siti nella zona del Montello. Il nostro lavoro quotidiano è finalizzato all’ottenimento della massima espressione del vitigno Glera nelle sue diverse denominazioni (Prosecco DOC, Valdobbiadene DOCG). La parola d’ordine deve essere “eccellenza”: il territorio del Prosecco DOC è molto ampio, in tanti fanno un buon vino, ma la nostra ambizione e il nostro impegno quotidiano sono produrre un Prosecco Superiore immediatamente riconoscibile come una delle sue massime espressioni. Le Colture ha sposato il mondo Prosecco in tutte le sue aree con l’obiettivo, per ogni denominazione, di elevare il più possibile la qualità e la rappresentatività delle sue bollicine».

L’agriturismo Prime Gemme vicino a Nervesa della Battaglia

Riassumendo, la filosofia dell’azienda Le Colture si basa su pochi ma ben precisi capisaldi: l’importanza della conduzione familiare; la passione della famiglia Ruggeri per la loro terra; la selezione meticolosa dei vitigni e la ricerca costante per migliorarne la qualità; il profondo rispetto del territorio; un ampio background storico basato sulla tradizione; la massima interpretazione del terroir; una grande senso di ospitalità. E a proposito di quest’ultimo, i Ruggeri ci credono a tal punto da aver creato l’agriturismo Prime Gemme, vicino a Nervesa della Battaglia, pensato proprio per chi vuole soggiornare nelle vicinanze della terra del Prosecco, scoprirne tutte le ricchezze artistiche e culturali e, naturalmente, rilassarsi tra le vigne e degustare le migliori etichette firmate Le Colture imparando le varie fasi della vinificazione sotto la guida degli esperti.

Un altro scorcio dell’agriturismo

La struttura ricettiva si trova all’interno di un antico casale risalente al 1925 sapientemente ristrutturato, dispone di otto camere luminose arredate in stile tradizionale veneto, dotate di tutti i comfort e con una vista che si estende da un vigneto di 7 ettari coltivato a Chardonnay, Merlot e Glera fino alle rive del fiume Piave. L’agriturismo è il punto di partenza ideale per andare alla scoperta di vicini centri ricchi di arte e storia come Conegliano, Treviso, Asolo e Castelfranco Veneto, mentre chi preferisce le full immersion nella natura può percorrere a piedi e in bicicletta l’itinerario del Bosco della Serenissima o quello dei Croderi che costeggia i confini dell’agriturismo stesso. Senza dimenticare le passeggiate a cavallo lungo le rive del Sile e fra la vegetazione del Montello, ricco di testimonianze del passato visto che proprio qui si svolsero importanti avvenimenti della Grande Guerra. «L’ospitalità e l’accoglienza», precisa Veronica Ruggeri, «sono per noi dei valori imprescindibili. Siamo convinti che sia nostra responsabilità far vivere al visitatore un’esperienza enoturistica il più possibile completa, capace di trasmettere il patrimonio culturale e naturalistico delle località nelle quali viviamo e lavoriamo. Proprio per questo durante le visite in cantina dedichiamo particolare attenzione non solo al racconto dei nostri vini ma anche alla storia dei luoghi, al tema del paesaggio e delle caratteristiche antropologiche e naturalistiche del territorio. Siamo viticoltori e siamo consapevoli di avere in dote un bene comune, la terra, che desideriamo per primi comunicare con la massima cura. Per questo ci sta molto a cuore condurre in prima persona le visite in cantina in modo da trasmettere il meglio possibile l’amore e la dedizione che nutriamo per le nostre colline» (lecolture.com).

Una camera da letto dell’agriturismo

Ecco infine le schede tecniche di tre prodotti d’eccellenza tra i vari “firmati” Le Colture.

Fagher Valdobbiadene DOCG Spumante Brut
E’ il Valdobbiadene DOCG più moderno e dal grande successo internazionale. I suoi aspetti più attraenti sono racchiusi nell’invitante dolcezza dei profumi più ricchi di sentori di agrumi e di vegetale fresco, spesso con una piacevole nota di pane, unita a una bella e viva energia gustativa. Il perlage fine assicura la persistenza del sapore e la pulizia del palato ed è un’arma in più nell’abbinamento con il cibo. Da servire a 7/9 °C con antipasti di pesce e verdure anche elaborati, primi a base di frutti di mare e piatti di pesce al forno, o, com’è in uso nella zona di produzione, a tutto pasto.
Vendemmia: da metà settembre a metà ottobre.
Vinificazione: pressatura soffice delle uve, fermentazione del mosto in assenza di bucce a temperatura controllata. La presa di spuma avviene con metodo charmat con rifermentazione in autoclave, speciali recipienti a tenuta di pressione e a temperatura controllata.

Il giardino dell’agriturismo

Gerardo Valdobbiadene DOCG Spumante Brut Rive di Santo Stefano

Dal vigneto del Masarè a Santo Stefano di Valdobbiadene, nasce Gerardo Rive di Santo Stefano Brut, dedicato a nonno Gerado Ruggeri, vino dal classico colore giallo paglierino, dai profumi ricchi di sentori di agrumi e vegetale fresco, spesso con una piacevole nota di pane, unita ad una bella e viva energia gustativa. Il perlage fine assicura una lunga persistenza del sapore minerale e una piacevole pulizia del palato. Si abbina bene al pesce crudo e alla frittura di pesce. Esce sul mercato l’anno dopo rispetto alla vendemmia, ne vengono prodotte solo 6.000 bottiglie all’anno.

Vigneto: altitudine 390 metri s.l.m., esposizione sud ovest, terreno calcareo e prevalentemente roccioso, caratterizzato da dolomia e marne, età media 35 – 40 anni

Vendemmia: seconda metà di settembre

Vinificazione: pressatura soffice delle uve e fermentazione mosto a temperatura controllata. Presa di spuma: metodo charmat lungo, 90 giorni a contatto coi lieviti.

Nella bella stagione all’agriturismo Prime Gemme si fa colazione e si pranza all’aperto

Valdobbiadene DOCG Spumante Superiore di Cartizze

È una sottodenominazione che interessa un’area molto ristretta di vigneto posta nel Comune di Valdobbiadene tra le colline più scoscese di S. Stefano e Saccol. Un piccolo anfiteatro costituito da terreni di marne, arenarie e argille fa sì che il Glera raggiunga una maturazione piena, che garantisce una concentrazione di aromi inusuale. Lo spumante, pur mantenendo la freschezza del Prosecco, diventa più amabile, denso di profumi che ricordano la frutta bianca, l’albicocca e la pesca e che sfumano in una nota di fiori di agrumi e rosa. Il sapore più morbido prolunga la persistenza dell’aroma e lo rende il vino ideale per un dessert ricercato o pasticceria secca, ma è indicato anche come vino da meditazione. Presenta colore giallo paglierino scarico, perlage minuto e persistente, profumo intenso e sapore fruttato e amabile. Servire a 8/10 °C.

Vendemmia: da metà settembre a metà ottobre, leggermente tardiva.

Vinificazione: pressatura soffice delle uve, fermentazione del mosto in assenza di bucce a temperatura controllata. La presa di spuma avviene con metodo charmat con rifermentazione in autoclave, speciali recipienti a tenuta di pressione e a temperatura controllata per circa 30 giorni.

Una torta servita a colazione presso l’agriturismo Prime Gemme