Ha compiuto ventuno anni la chiesetta arcobaleno divenuta simbolo delle Langhe, quella tutta patchwork di colori incorniciata da mattoni che attira ogni anno centinaia di migliaia di visitatori.

Nel 1999 cambiò l’aspetto del territorio riscuotendo un tale successo che da due decenni è un incessante via vai di turisti che arrivano con tutti i mezzi – “tranne che con l’elicottero perché qui è tutto vitato” – chiarisce Roberta Ceretto, sulla cui proprietà a Brunate David Tremlett, assieme all’amico artista Sol LeWitt ha realizzato, su commissione della famiglia Ceretto, quella che è denominata e diventata per tutti la Cappella del Barolo.

“Sono sempre stato appassionato di edicole votive e di tridimensionalità essendo scultore di formazione. La chiesetta di Barolo è come un grande Lego con colori accesi che infondono gioia e armonia. L’opera è stata realizzata massaggiando i pigmenti letteralmente con le mani uno ad uno”. Una nuova opera di Tremlett, all’interno di un ex oratorio, è stata inaugurata il 24 luglio 2020 a Serravalle Langhe, portando quindi a 4 le opere realizzate da Tremlett in Langa. “Questa prima chiesa – sottolinea Roberta Ceretto – ci ha fatto capire che serviva qualcosa di alternativo per le Langhe, già famose per il vino e il cibo e quindi l’idea di realizzare interventi d’arte che permettano di vedere i panorami in maniera diversa è stata una manovra intelligente. Coinvolgere un artista come David è stato importante per sviluppare un percorso tra le terre del Barolo e il Barbaresco sconfinando nella zona del Moscato”.

Ora, su input anche dell’Ente Turismo, è dunque possibile fare un tour di tutte le quattro opere firmate dall’artista britannico: la “Cappella del Barolo” a La Morra (Cuneo), la “Chiesetta di Coazzolo” a Coazzolo (Asti), l’ “Open Space San Maurizio 1619” a Santo Stefano Belbo (Cuneo) e “Per Le Langhe” a Serravalle Langhe. Nasce quindi un nuovo prodotto turistico legato all’arte contemporanea e al design, che consentirà di far conoscere e apprezzare, insieme, il patrimonio artistico del territorio fuso con quello paesaggistico, enogastronomico, culturale e della tradizione, già famoso di per se stesso in tutto il mondo.
Tutto cominciò nel 1999 con la famiglia Ceretto, fino a quando, nel 2015 il mecenate Silvano Stella da Coazzolo (Asti) chiama David Tremlett per commissionargli la decorazione – questa volta degli esterni – della Beata Maria Vergine del Carmine, una chiesetta di fine ‘600 che dalla sommità del poggio domina lo straordinario paesaggio delle colline del moscato, facendo intravvedere il Monviso. Per questa chiesetta, l’unica consacrata del poker di opere, Tremlett ha ripreso la geometria degli appezzamenti del terreno, riportandoli come motivi giocosi.

Parla un linguaggio ecologico, insomma, e ad ogni elemento architettonico, colonne comprese, è stato assegnato un colore diverso, in dialogo con i cromatismi del paesaggio circostante. “Qui – spiega l’artista – abbiamo lavorato con l’opera nella sua integrità. Si è trattato di un progetto magico anche dal punto di vista sociale. Ricordo che in pausa pranzo, durante gli interventi, montavamo un tavolo all’esterno per guastare la bagna cauda e sorseggiare moscato. Abbiamo vissuto il paesaggio mentre lavoravamo”.

La terza opera di Tremlett sorge nel complesso cistercense del XVII secolo ora adibito a struttura ricettiva di lusso di proprietà della famiglia Gallo: il Relais San Maurizio di Santo Stefano Belbo, luoghi del grande poeta e scrittore Cesare Pavese. L’opera è stata eseguita in occasione dei 400 anni e si tratta della decorazione interna della cappella. Un grande open space completamente vuoto con muri in cartongesso. Qui i colori attingono dal vino e dalla terra in cui ci si trova. “Se a Barolo c’è una linea sottile che divide i colori accesi – spiega David Tremlett – e a Coazzolo sono figure geometriche, qui ho dipinto invece colonne, ciascuna con una propria forma indipendente e originale rispetto alle altre. Sono come la sequenza di elementi di un canyon” – ha precisato l’artista.

Infine, la quarta opera di Tremlett, è stata inaugurata a Serravalle Langhe in Alta Langa, un territorio che sembra nato per il turismo all’aria aperta. Qui, dentro all’ex oratorio di San Michele, nella piazza del del paese, è stato commissionato dal Sindaco Davide Falletto uno straordinario connubio tra arte moderna e antica. Infatti, una parte dell’ex oratorio mantiene un ciclo di affreschi quattrocenteschi d’impronta tardo-gotica.

Nuovamente abbiamo elementi strutturali del territorio, stavolta posati però in orizzontale, quasi fossero mattoni che reggono il tetto su queste stratificazioni di colori. “Ho concepito il progetto nel lockdown e completato subito dopo – racconta Tremlett – Amo sentirmi parte attiva dei progetti, sporcarmi le mani, essere operativo ma in questo caso non è stato possibile. Qui le righe sono tutte sfumature di grigio, ovvero tonalità presenti nell’affresco originario, cercando armonie cromatiche. Avendo accanto un affresco del genere – spiega David – il mio occhio può non comprendere appieno la narrazione di ciò che rappresenta, ma riceve dei messaggi che, ancorché in presenza di contesti diversi, lavorano per una complementarietà”.

Cesare Pavese scriveva “Ogni nuovo mattino uscirò per le strade cercando i colori”. Ecco: l’intendimento dell’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero è quello di farli trovare.
Sparsi come coriandoli in un anfiteatro di colline da sogno.
