Italy

Di là del fiume e tra gli alberi in houseboat

Dalle foci del Sile fino in laguna veneziana e ritorno. È l’esperienza di Houseboat.it: vacanze in barca in Italia senza patente nautica
Alla scoperta delle meraviglie di prossimità.

“Dicono che prima di entrare in mare
Il fiume trema di paura.
A guardare indietro
tutto il cammino che ha percorso:
i vertici, le montagne,
il lungo e tortuoso cammino
che ha aperto attraverso giungle e villaggi.
E vede di fronte a sé un oceano così grande
che a entrare in lui può solo
sparire per sempre”.

Inizia così una poesia dell’autore libanese Kahlil Gibran e descrive perfettamente lo scorrere inesorabile dell’acqua che dalla sorgente arriva al suo estuario, che da impetuosa si fa quieta, da dolce salata;  acqua che da fiume diventa mare, in spontanea progressione e osmosi di elementi. Una suggestione che è possibile vivere altrettanto poeticamente dal vivo dalle foci del fiume Sile scivolando in barca lentamente verso la laguna veneziana e le sue isole, immersi in un habitat meraviglioso ma – quel che ancor più entusiasmante – dentro a una casa galleggiante da 8 posti letto, in completo relax, pace, silenzio e contemplazione.

(foto di Germana Cabrelle)
(foto di Germana Cabrelle)

Questa esperienza di slow tourism la propone Houseboat.it, compagnia leader in Italia per il noleggio di imbarcazioni fluviali – anche con motore elettrico – operativa dalla fine degli anni Novanta in Veneto e in Friuli Venezia Giulia.

(foto di Germana Cabrelle)
(foto di Germana Cabrelle)

Un team esperto, composto principalmente da Bruno e Carlo Moretti, rispettivamente padre e figlio titolari di questo brand conosciuto in tutta Europa, assiste per consigliare il migliore itinerario fra i quattro suggeriti; oltre ovviamente a garantire servizio di skipper, se l’equipaggio è inesperto. Negli uffici della sede, prima di partire per la crociera, viene fatta una lezione propedeutica introduttiva che illustra il corretto approccio all’esperienza che si andrà a vivere.

(foto di Germana Cabrelle)

Houseboat.it dispone di una flotta di oltre 35 imbarcazioni, tutte conducibili senza patente nautica in quanto non superano i 10 km orari. Esteticamente sono dei mini yacht a chiglia piatta, solidi e affidabili, eleganti e spaziosi, in grado di contenere da 2 a 10 persone, in quanto dotati di comodi spazi comuni e confortevoli cabine. Insomma, il prodotto ottimale per famiglie e amici che desiderano organizzarsi tutti insieme la loro vacanza, scegliendo ritmo e soste dell’itinerario. Qualora il gruppo fosse più numeroso, Houseboat.it propone l’uscita di più barche insieme, in comitiva, e in questo caso il numero dei passeggeri può variare dalle 10 alle 40 persone.

Si sciolgono gli ormeggi da due porticcioli: Casale sul Sile e Precenicco

Houseboat.it ha due basi di partenza (una in Veneto a Casale sul Sile e una in Friuli Venezia Giulia, a Precenicco) per le crociere di 4 itinerari andata e ritorno a scelta fra : Laguna di Venezia e Riviera del Brenta, Litoranea Veneta e Magico Friuli.

(foto di Germana Cabrelle)
(foto di Germana Cabrelle)
(foto di Germana Cabrelle)

Noi abbiamo fatto il primo itinerario, partendo da Casale sul Sile e scivolando lentamente con la Minuetto elettrica sulle acque placide del Sile, fiancheggiato da pioppi e canneti, ville rustiche e chiesette, abitato da aironi cinerini e cigni bianchi per approdare, come prima tappa, nella coloratissima Burano.

(foto di Germana Cabrelle)
(foto di Germana Cabrelle)

Durante la navigazione si possono incontrare chiuse (dette anche conche di navigazione) e ponti mobili, aperti al passaggio da operatori professionali a terra. Noi ne abbiamo incontrato uno ed è stato curioso ed emozionante attendere che una strada si innalzasse e abbassasse per noi come in un inchino al nostro arrivo.

Il fascino della laguna visto da vicino

Mano a mano che si procede lentamente sulla casetta galleggiante, l’alveo del Sile si estende, il bacino d’acqua s’allarga e il fiume diventa mare. Compaiono le prime palafitte dei pescatori, con le reti penzolanti e i gabbiani volteggianti.

(foto di Germana Cabrelle)
(foto di Germana Cabrelle)

Barche colorate tagliano le onde. All’orizzonte si delineano lembi di terre emerse. È la laguna: terreno che affiora e fa capolino dai flutti, arcipelago di isole sparpagliate come coriandoli. Si intravede in lontananza il campanile di Burano, svettante nei suoi 64 metri, storto nella sua inclinazione di un metro e 85 centimetri. L’occhio viene richiamato dai colori accesi delle case variopinte, una diversa dall’altra, dipinte tradizionalmente in modo così intenso per facilitare i pescatori nella nebbia a riconoscerle come punto di riferimento visivo e di orientamento per rientrare nel borgo dopo l’uscita al largo.

Noi, a poppa della Minuetto, allestiamo un aperitivo per onorare la prima tappa del nostro itinerario. A base di Spritz e Bellini, naturalmente, perché siamo in Veneto, segnatamente in laguna veneziana, e i due drink sono quelli più richiesti nei bacari e nelle mescite di Venezia.

Burano, l’isola multicolore, merita senz’altro una sosta; per passeggiare tra le sue calli, seguire con l’olfatto il profumo dei dolci tipici – i bossolai – che conduce direttamente dentro il laboratorio di arte bianca e biscotteria veneziana Carmelina Palmisano, la cui famiglia da 75 anni li produce in centro a Burano.

(foto di Germana Cabrelle)

Gli occhi indugiano su vetrine che espongono merletti di sottilissimo filo di cotone e la ricamatrice di La Perla Gallery racconta che la principale caratteristica del merletto artigianale di Burano è il dover impiegare sette merlettaie diverse per creare un unico pezzo in quanto, data la difficoltà della realizzazione, ogni donna si specializza, nel tempo, in un unico punto.

(foto di Germana Cabrelle)
(foto di Germana Cabrelle)

Si respira storia, arte e tradizione in questo borgo pittoresco e infatti, dopo una cena con un misto di pesce fritto gustato in una locanda all’aperto, decidiamo di trascorrere la notte qui, cullati nel silenzio delle onde di questo pezzo di Adriatico che scrisse la storia di Venezia.

(foto di Germana Cabrelle)
(foto di Germana Cabrelle)

Prima i coricarci,  una bella doccia per lavare sudore e fatica di una giornata trascorsa al vento e al sole. Il bagnetto attiguo alla cabina è spazioso: è vero, non manca proprio niente qui. Infatti dal lucernario della dinette mi godo con gli occhi il cielo stellato e la luna nel buio. E tendo l’udito allo sciabordìo ipnotico delle onde che mi concilia il riposo.

(foto di Germana Cabrelle)

L’incontro con Venezia

L’indomani mattina, al risveglio, facciamo colazione a bordo (sull’houseboat c’è una attrezzata cucina con lavandino, fuochi, frigo e lavastoviglie) imbandendo nuovamente l’esterno di poppa e poi, sciolte le cime, puntiamo il timone (pardòn, il volante) alla volta dell’isola di Sant’Erasmo. Praticamente abbiamo raggiunto Venezia da dietro, ammirando da vicino l’Arsenale con la gigantesca opera dell’artista Lorenzo Quinn Building Bridges, costeggiando il Lido di Venezia, l’isola di Certosa e di Poveglia per infine giungere al cospetto della Serenissima dalla porta d’ingresso principale, quella che stupiva i mercanti e i mercantili di tutti i tempi.

(foto di Germana Cabrelle)

Eccola Venezia!  Meravigliosa come un merletto e un miracolo sull’acqua, incantevole in tutta la sua sequenza di palazzi maestosi e campanili appuntiti;  commovente per quanto riesce a suscitare emozioni ogni volta che la si ammira in tutta la sua gloria e bellezza secolare. Il transito sul bacino di San Marco è rapido ancorché nel lento avanzare dell’houseboat, eppure sufficiente per imprimere la città lagunare come ricordo visivo in fotografia. Un video dal telefonino con le note di  Ennio Morricone e il suo Anonimo Veneziano abbinato in sottofondo, fissano in un post sui social questo momento indimenticabile.

(foto di Germana Cabrelle)

L’incontro con Venezia è sempre struggente, specialmente dal mare, perché Venezia è come gli esseri umani: impasto di acqua ed emozioni, correnti di mare, anima liquida.

Negli orti di Venezia fra miele, vino, carciofi e vogatori alla veneta

La prua ora vira in direzione di Sant’Erasmo, l’isola  della laguna più estesa dopo Venezia  dedicata al protettore dei marinai e dei naviganti, sempre stata generosa di ortaggi, fra cui lo squisito carciofo violetto. Una vocazione agricola che le è valsa, nei secoli, la definizione di “Orto di Venezia”. Qui si trova un vino unico nel suo genere e la particolarità che lo rende singolare è appunto quella di essere interamente prodotto entro i confini lagunari. Si chiama come il posto che lo genera “Orto di Venezia” e la degustazione la facciamo con il suo manager e proprietario, il francese Michel Toulouze. A Sant’Erasmo ci sono anche produttori di miele di barena, uno in particolare si chiama “Miele del doge”.

(foto di Germana Cabrelle)

La laguna dona il suo incanto di brezza sottile e di colori tenui. Le briccole spuntano qua e là durante la navigazione e talvolta si incontrano i vaporetti di linea e sopra il cielo si sentono gli aerei in decollo del vicino aeroporto di Marco Polo. Talvolta si notano vogatori alla veneta, in piedi, sulle loro barche: è la tradizione che non demorde, quella tenace e autoctona, ancorata alle sue usanze, che contagia anche le giovani generazioni e la gente della terraferma che viene a fare corsi durante i fine settimana.

(foto di Germana Cabrelle)

Ci aspetta la Torre Massimiliana come vicino punto di ormeggio, dove trascorreremo la notte, comodi al porticciolo e anche all’imbarcadero Capannone.

(foto di Germana Cabrelle)
(foto di Germana Cabrelle)

Intanto la serata la trascorriamo in un ristorante tipico, El Bacan, lambito dalle onde di una spiaggia sabbiosa, con una righiera di luci colorate che rendono ancor più struggente l’ora del tramonto.

(foto di Germana Cabrelle)
Foto di Germana Cabrelle.

Ritorno sul fiume

Il risveglio dell’ultimo giorno è malinconico: il rientro a casa, così come la fine di ogni bella esperienza, porta con sé sempre un sentimento agrodolce. Facciamo colazione insieme, condividiamo pensieri e osservazioni di tre giornate vissute intensamente e trascorse negli spazi mobili eppure confortevoli dell’houseboat. Bruno rimane alla guida (o timone?) mentre Carlo si dedica a lavori sotto coperta. Noi raduniamo i nostri effetti personali per rifare la valigia, ci prepariamo alla navigazione a ritroso che come la pellicola di un film che si riavvolge evidenzia ogni fase della crociera percorsa, ogni particolarità vista e vissuta durante l’escursione via acqua. Scattiamo le ultime fotografie e ci fermiamo per una sosta pranzo accanto a una famigliola di cigni.

Foto di Germana Cabrelle.

Dopo la pausa ristoratrice,  di nuovo si riaccendono i motori. Lo scenario cambia e improvvisamente il paesaggio si restringe e ci si incanala nuovamente nell’alveo del Sile. Il porticciolo di Casale ci attende per lo sbarco. Scendiamo. È stata un’esperienza unica che mi porterò nel cuore sempre. Una casa galleggiante non si scorda facilmente.

Foto di Germana Cabrelle.