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Nel regno del Pinot Nero

L’Azienda vinicola Conte Vistarino, nell’Oltrepò Pavese, è stata la prima a coltivare questo vitigno grazie all’intuizione del nobile Augusto che lo importò dalla Francia nel 1850; proseguendo il suo cammino, gli eredi hanno dato vita negli anni ad alcuni dei cru più pregiati del territorio

Viene da pensare che non sia un caso che l’Oltrepò Pavese, area geografica situata nel sudovest della Lombardia, abbia la forma di un grappolo d’uva… Qui, infatti, crescono numerose varietà di vite quali, ad esempio, Barbera, Croatina, Moscato, Riesling, Pinot Grigio, Chardonnay, Cabernet Sauvignon, Merlot: un totale di circa 13.500 ettari vitati che rendono questo lembo di terra lombarda una delle prime cinque denominazioni italiane per estensione. Indubbiamente, però, il vitigno principe dell’Oltrepò è il Pinot Nero, varietà nobile qui importata nel 1850 dal conte Augusto Giorgi di Vistarino che cominciò a coltivarla nelle sua tenuta che si trova nel Comune di Rocca de’ Giorgi, un piccolo centro di case rurali e cascine tuttora abitate, e si sviluppa attorno alla storica Villa Fornace, ancora oggi residenza della famiglia.

Villa Fornace

Il conte si dimostrò lungimirante: aveva infatti capito che la varietà alla quale si era appassionato oltralpe avrebbe trovato un habitat perfetto nei suoi possedimenti, che avevano caratteristiche climatiche simili a quelle della regione francese dalla quale il Pinot Nero proveniva. Si mise quindi all’opera, piantò i vitigni di partenza e sperimentò le pratiche enologiche imparate in Francia. Nacquero così i primi spumanti Metodo Classico che ottennero importanti riconoscimenti a Londra e a Parigi. Col passare degli anni il testimone passò ad altri membri della famiglia, in particolare Carlo Giorgi di Vistarino, che proseguirono sulla strada di Augusto ampliando la superficie vitata e dedicandosi alla produzione di basi champenoise di alta qualità. Fu così che il Pinot Nero di Rocca de’ Giorgi diventò ben presto il più rinomato del territorio.

Uno scorcio della Tenuta Conte Vistarino

Oggi la tenuta Conte Vistarino copre una superficie di 826 ettari – dei quali circa 102 vitati e 620 suddivisi tra boschi, prati, seminativi e piante arboree da legno pregiato – e ospita l’Azienda vinicola guidata da Ottavia, trisnipote di Augusto, che si dedica con rinnovata passione all’attività di famiglia: «Da sempre sento il fascino del Pinot Nero, una varietà che si caratterizza nel bicchiere per essere elegante ed enigmatica. Per questo, come i miei predecessori, ho puntato tutto su di lui… Certa che qui, a Rocca de’ Giorgi, sui nostri terreni calcarei e argillosi, possa dare grandi prove. Abbiamo individuato le parcelle migliori, quelle che permettono al Pinot Nero di esprimere al meglio le proprie caratteristiche: è il progetto Cru che mette in bottiglia singoli territori di eccellenza».

Ottavia Giorgi di Vistarino

Così, a partire dall’annata 2013, accanto allo storico cru Pernice, una delle massime espressioni enologiche dell’Azienda, sono arrivati Bertone, che ha raccolto il plauso della critica per la sua armonia e profondità, e Tavernetto; nel 2015 è nato Saint Valier, Pinot Nero vinificato in bianco; il 2019 è l’anno di nascita di Maria Novella, versione in rosa del vitigno, mentre il millesimato 1865, prodotto per la prima volta nell’anno da cui prende il nome dal Conte Augusto insieme all’amico Carlo Gancia, continua a rappresentare il vertice del metodo classico Docg (ogni anno ne vengono prodotte circa 7.000 bottiglie). Dunque, il Pinot Nero è il vitigno maggiormente rappresentato, ma ne sono presenti altri quali Pinot Grigio (2 ha), Chardonnay (7 ha), Croatina (10 ha, dai quali si ricava uva che dà origine a vino da degustare nella sua veste classica di Bonarda o in quella del tipico Sangue di Giuda Doc), Riesling Renano (7 ha), Moscato (7 ha), Barbera (2 ha). Senza dimenticare Cabernet Sauvignon, Vespolina e Uva Rara (per un totale di 2 ha). I vigneti hanno altitudini ed esposizioni molto diverse e anche in piena estate sono caratterizzati da notti fresche che favoriscono un’elevata acidità e un patrimonio aromatico importante.

La cantina dell’Azienda Conte Vistarino

Per una gamma così articolata e proiettata all’interpretazione di mini-terroir, l’Azienda ha messo a punto nel 2018 una nuova cantina che permette al team tecnico di interpretare al meglio i doni della natura. Come spiega Andrea Borri, l’architetto che ha dato vita alla ristrutturazione e alla valorizzazione dell’antica struttura agricola aziendale, «la cantina originale, che dialoga visivamente con Villa Fornace, fu un’architettura pionieristica 110 anni fa e perciò abbiamo voluto prima di tutto salvaguardarne l’involucro e il carattere. Si è trattato di una totale rimodulazione e ridistribuzione degli elementi dell’edificio originario. Fondazioni, pilastri, facciate, tetti, interi piani sono stati demoliti e traslati, tenendo sempre in mente l’obiettivo finale: lavorare al meglio le delicate uve del Pinot Nero».

La nuova struttura si sviluppa su una superficie di 3.300 metri quadrati, divisi in quattro livelli, nei quali uva e vino si muovono, passaggio dopo passaggio, sempre per caduta. Oltre ai locali di vinificazione, maturazione, spumantizzazione e affinamento, la cantina ospita ampie sale di degustazione e uno spazio dedicato alle bottiglie storiche, l’Infernotto, ricavato dentro gli antichi tini di cemento del conte Augusto. Inoltre, per soddisfare i desideri degli enoturisti, sempre più sensibili e interessati a esperienze coinvolgenti e rispettose dell’ambiente, sono in programma numerose iniziative che condurranno i visitatori tra i vigneti, con degustazioni outdoor, picnic, passeggiate nei boschi – l’Azienda è molto attenta a garantire il corretto rapporto fra l’utilizzo economico della terra e la tutela del paesaggio e del patrimonio naturale – e degustazioni di eccellenze locali in abbinamento ai vini firmati Conte Vistarino.
Informazioni su tutti i vini prodotti e prenotazioni delle esperienze: https://www.contevistarino.it

La zona della cantina adibita alle degustazioni