Italy

Ecoterapia sull’Appennino tosco-emiliano

La Strada delle Terme, che congiunge Porretta e il Villaggio della Salute Più di Monterenzio, i due centri termali della montagna bolognese, è l’itinerario ideale per gli amanti del benessere green: percorrendola in auto, a piedi o in bici tra una cura e l’altra, si fa il pieno di natura, storia e arte

Un viaggio esperienziale nel segno del benessere, dell’ecologia e della cultura: è ciò che offre la Strada delle Terme, inaugurata quest’anno, che si sviluppa lungo l’Appennino tosco-emiliano congiungendo i due centri curativi della montagna bolognese: le Terme di Porretta ad Alto Reno Terme e il Villaggio della Salute Più di Monterenzio, due realtà molto diverse ma entrambe dotate di caratteristiche territoriali uniche. Questo itinerario – completamente mappato e geolocalizzato in modo da poterlo percorrere in tutta sicurezza in auto, a piedi o in bicicletta – è stato ideato e realizzato dal Gruppo Monti Salute Più, titolare, tra gli altri, dei due centri termali sopra menzionati, che offrono numerosi servizi di salute e benessere (vedi box sotto).

In auto, a piedi o in bici
Il percorso lungo la Strada delle Terme non va vissuto semplicemente come lo spostamento da un punto all’altro del territorio bolognese: infatti, il tracciato – o più precisamente i tre tracciati, visto che il tragitto tra Porretta e Monterenzio è un po’ diverso a seconda che lo si percorra in macchina, a piedi o in bike – si presta a numerose varianti e diramazioni che raggiungono punti di interesse storico, artistico o naturalistico. Di seguito ne elencheremo alcuni di quelli che si incontrano facendo l’itinerario in auto, anche se per motivi di spazio è impossibile entrare nei particolari (per tutti i dettagli dei tre percorsi e interessanti informazioni, anche di carattere scientifico, sui luoghi attraversati: www.stradadelleterme.it).

Itinerario flessibile, da costruire su misura
Come abbiamo accennato, la varietà dei percorsi permette un’ampia flessibilità di fruizione, fatto che rende la Strada delle Terme molto adatta sia a chi decide di dedicarsi solo alla scoperta del territorio sia a chi, sottoponendosi a cure nei due centri menzionati, ha la necessità di occupare il tempo libero tra una terapia e l’altra: per esempio, si può partire in auto da uno degli stabilimenti termali per raggiungere un sentiero e fare una breve passeggiata rilassante. Oppure si può compiere l’intero tragitto a piedi in quattro giorni o, ancora, se si è ciclisti esperti, dedicare al tragitto due giorni interi e poi tornare alle Terme per fare i trattamenti o per prendersi un po’ di tempo per sé.

Sosta nei Green point
E’ opportuno precisare che per gli itinerari di più giorni – scelta inevitabile se si sceglie di andare a piedi o in bici – lungo il percorso c’è un’ampia possibilità di luoghi di sosta e pernottamento, tra B&B, locande e agriturismi. Inoltre, alcuni di questi sono “Green point della Strada delle Terme” convenzionati: chi percorre il tragitto e si fa fare un timbro sull’apposita tessera, può beneficiare di sconti presso le due strutture termali di Porretta e Monterenzio.

Una veduta dall’alto di Porretta Terme

Nel segno del soul
L’itinerario comincia a Porretta Terme, nota fin dal 1998 per il Porretta Soul Festival, il più prestigioso appuntamento europeo dedicato appunto alla musica soul e rhythm&blues. La storia di questo genere musicale rivive sui numerosi murales, disseminati per le vie della cittadina emiliana, dedicati alle leggende della Black Music: per vederli, si può partire dal ponte intitolato a Solomon Burke, il “Re del Rock’n’Soul”, e procedere, attraversando il centro cittadino, fino al Rufus Thomas Park, dove tutti i mesi di luglio si celebra il Festival sopra citato. Da non perdere, nella parte storica di Porretta, situata alla confluenza tra il fiume Reno e il Rio Maggiore, una visita all’imponente chiesa di Santa Maria Maddalena, dalla quale si gode una bella vista sul centro abitato. In un’altra chiesa, quella dei Frati Cappuccini, si può invece ammirare uno dei più grandi ed elaborati presepi meccanici d’Italia.

Il Grottino Chini
Purtroppo le Terme Alte di Porretta, meta a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento di re, regine, intellettuali, nobili e artisti, oggi sono chiuse e in disuso ma il Gruppo Monti ha in progetto di ristrutturarle riportandole agli antichi splendori. Il “fiore all’occhiello” della storica struttura è sicuramente la Sala Bibita – dove venivano somministrate come bevanda le acque salsobromoiodiche – meglio conosciuta come grottino del Chini, dal nome di Galileo Chini, pittore e ceramista, tra i protagonisti dello stile Liberty in Italia, che agli inizi del Novecento realizzò le splendide piastrelle di maiolica che rivestono l’ambiente. Tra pochissimo ne inizierà il restauro, rendendo il Grottino di nuovo accessibile al pubblico, grazie ai fondi che il Comune ha ricevuto dalla Regione Emilia Romagna e dal Fai, il Fondo per l’ambiente italiano.

Il respiro della Terra
A poca distanza dalle Terme attualmente in funzione, situate a circa un chilometro dal centro di Porretta, c’è un altro importante manufatto storico: la Galleria delle sorgenti, lunga 120 metri, affacciata appunto su sorgenti termali sulfuree. Realizzata a metà dell’800 scavando nella roccia, serviva a unire due stabilimenti termali all’epoca già attivi e per convogliare le acque di una sorgente chiamata Porretta vecchia (visita su prenotazione, con guida e indossando gli appositi caschetti, per info e prenotazioni: tel. 0534/22062; info@termediporretta.it).

Un mural a Porretta Terme

La Madonna protettrice dei cestisti
La Galleria delle sorgenti sbuca a pochi passi dal Santuario della Madonna del Ponte, al quale da molti secoli è rivolta la devozione degli abitanti delle montagne bolognesi. Costruito nella sua prima struttura intorno al 1575 e nelle forme attuali nel secolo XIX, accoglie un’immagine della Vergine Maria (1613 ca.) attribuita al pittore fiammingo Ferdinando Berti e proclamata ufficialmente da quest’anno patrona del basket italiano.

Il Lago Brasimone visto dalla vetta del Monte Stagno

I bramiti dei cervi
Lasciata Porretta in direzione del borgo di Bezzantina, la Strada delle Terme sale dolcemente fino al crinale che separa la valle del fiume Reno da quella del torrente Limentra. Proseguendo lungo l’itinerario, si entra nel Parco regionale dei laghi di Suviana e Brasimone, due ampi bacini di origine artificiale circondati da boschi di faggi, querce e rimboschimenti di conifere. In questo periodo qui non è difficile sentire i bramiti dei cervi che, insieme a caprioli, daini e cinghiali, costituiscono la fauna tipica locale.

L’orologio solare di Casa Comelli

Castiglione dei Pepoli
Dopo aver costeggiato il lago di Suviana, si può fare una sosta nel borgo medievale di Bargi e ammirare, a poca distanza dall’abitato, la meridiana seicentesca che abbellisce Casa Comelli, edificio padronale di notevole pregio architettonico. Giunti poi sul lago di Brasimone, si nota la struttura del Centro informazioni Enea Brasimone (Cieb), un polo d’eccellenza nazionale e internazionale per la ricerca, lo studio e lo sviluppo di sistemi energetici innovativi. Proseguendo lungo la SP62 si arriva a Castiglione dei Pepoli, piccola perla medievale – che prende il nome da una famiglia molto importante per la storia bolognese – dove si possono ammirare, tra gli altri, l’antico Palazzo Pepoli, della fine del Quattrocento, la Chiesa di San Lorenzo, il Palazzo Comitale, la Torretta e la Chiesa Vecchia, di origine romanica, circondata da un bellissimo parco.

Castiglione dei Pepoli

Il Santuario Beata Vergine delle Grazie di Boccadirio
L’itinerario punta poi verso Roncobilaccio, località nei pressi della quale sorge un’altra “chicca”: il Santuario della Beata Vergine delle Grazie di Boccadirio, il più importante santuario bolognese dopo quello di San Luca che domina il capoluogo emiliano. Assolutamente da vedere il bassorilievo di ceramica maiolicata che rappresenta la Beata Vergine delle Grazie, opera del 1505 di Andrea Della Robbia, conservata sull’altare maggiore (per maggiori informazioni: https://www. santuarioboccadirio.it).

L’ingresso del Santuario della Beata Vergine delle Grazie di Boccadirio

Il passo della Futa e il passo della Raticosa
Prima di giungere nella Valle del Sillaro ci sono ancora due passi appenninici da superare: quello della Futa e quello della Raticosa. A poca distanza dal primo vale una sosta il Cimitero militare germanico, dove furono sepolti giovani soldati tedeschi caduti attorno alla Linea Gotica tra l’estate del 1944 e la primavera del 1945. Superato il secondo passo, fresco e ventoso anche in piena estate, si procede lungo la SP58 Piancaldolese, attraversando un paesaggio a tratti desolato a tratti verdeggiante. Andando oltre, una piccola deviazione conduce al borgo di La Martina, recentemente oggetto di un sapiente restauro conservativo.

Il “monolite” degli Appennini
Ancora qualche minuto di strada e al km 68.7 ci si ritrova ai piedi del Sasso di San Zenobi che domina il paesaggio in tutta la sua magnificenza. Questa sorta di monolite ha giocato un ruolo importante durante la Seconda guerra mondiale: nel 1944, infatti, fu utilizzato come cava dall’esercito alleato per ricavarne materiale idoneo alla riparazione delle strade distrutte dai combattimenti contro i tedeschi.

Il Sasso di San Zenobi

Tragici avvenimenti
Successivamente la SP21 val Sillaro, procedendo sul crinale fra le valli del torrente Sillaro e del fiume Santerno, conduce a Sassoleone dove il 24 settembre 1944 avvenne una feroce rappresaglia dei tedeschi: in seguito a un attacco partigiano che distrusse un camion lasciando sul terreno quattro germanici, un reparto di SS rastrellò e uccise una cinquantina di persone tra vecchi, donne e bambini.

Verso la meta
Scendendo da Sassoleone ed entrando nella media valle del Sillaro, un piacevole saliscendi conduce infine al Villaggio della Salute Più, la destinazione finale. Per chi avesse voglia di continuare l’ecoterapia anche dopo aver transitato lungo la Strada delle Terme, è opportuno ricordare che il Villaggio mette a disposizione ben 55 itinerari, da percorrere a piedi o con vari tipi di bike, e 10 location, in grado di offrire emozioni particolari sotto la guida in un coach esperto (per maggiori dettagli: https://www.villaggiodellasalutepiu.it/it/natura-world-val-sillaro).

Ecco alcune informazioni sulle cure termali proposte alle Terme di Porretta e al Villaggio della Salute Più

Le Terme delle montagne bolognesi
Sia le Terme di Porretta sia il Villaggio della Salute Più di Monterenzio si avvalgono del know how medico-scientifico del Gruppo Monti Salute più che, da oltre 50 anni, porta avanti gli studi, le ricerche e le felici intuizioni del professor Antonio Monti, da sempre dedito all’esplorazione delle metodiche più all’avanguardia per garantire ai pazienti salute, benessere e longevità.

La piscina termale delle Terme di Porretta

Lo stabilimento di Porretta
Presso le Terme di Porretta – conosciute già al tempo dei Romani e celebrate da medici famosi di ogni epoca – ci sono 12 sorgenti, sulfuree e salsobromoiodiche, ciascuna con particolare indicazione terapeutica, che vengono impiegate per bagni termali integrati e mirati, distinti in base alla loro funzione curativa, e idropinoterapia, ovvero una terapia attraverso l’assunzione di acqua termale come bibita. Le proprietà dei suddetti bagni termali, dovute alle virtù dei minerali naturalmente disciolti nelle acque che sgorgano dal sottosuolo, vengono integrate da cure complementari quali fangoterapia, sauna termoterapica, percorso vascolare, pressoterapia e altro ancora… Tra le novità, ci sono le mini-cliniche curative, riservate a una sola persona per volta, dove diversi professionisti svolgono una serie diversificata di cure, per esempio quelle contro l’arteriosclerosi, quelle per mantenere la mente attiva o per combattere i problemi di obesità. Last but not least, la clinica termale di medicina estetica, con ambulatori, cabine, palestre a corpo libero e con strumentazioni, attività in vasca termale o in piscina, attività in mini-clinica individuale.

La psicina delle Terme dell’Agritursimo

Le Terme dell’Agriturismo
Il Villaggio della Salute Più di Monterenzio ospita invece le Terme dell’Agriturismo, innovativa struttura in legno e vetro affacciata su un piacevolissimo anfiteatro naturale formato dalle colline circostanti. Le due piscine termali dello stabilimento – delle quali una dotata di lembo esterno, sauna, hamman, docce jet spa, granita di neve, sala relax – sono alimentate dalla fonte termale di San Clemente (solfato-calcica). Il complesso è dotato poi di palestra attrezzata, area trattamenti (anche di coppia) e box per i fanghi termali, maturati in loco. Durante la bella stagione (fine maggio-metà settembre) presso il Villaggio è aperto il grandissimo Acquapark, composto da ben 24 piscine di varie dimensioni – ognuna caratterizzata da un principio salutistico (acqua salata, acqua magnetizzata, acqua con fondo per il podomassaggio ecc. ) – disseminate in un enorme solarium erboso di oltre 600.000 mq. Chi decide di passare una giornata, un weekend o più giorni nel Villaggio, può contare su diverse strutture ricettive: l’albergo diffuso, con camere e appartamenti ricavati all’interni di antichi casali ristrutturati, un ostello e l’area camping.

L’albergo diffuso del Villaggio della Salute Più

Per quel che riguarda la proposta food, ci sono il ristorante Sillaro, ricavato all’interno dello storico Palazzo del Calanco, che propone un ricco menu stagionale a base di materie prime locali, e il Ristorante Panoramico, raggiungibile anche in accappatoio dalle terme grazie a un corridoio in vetro climatizzato, dove si possono gustare taglieri, insalate, l’esclusiva pizza con impasto all’acqua termale e la Birra Monti, l’unica bionda termale®, addizionata di acqua termale bicarbonato-solfato-calcica, riconosciuta dal ministero della Salute per le qualità diuretiche e depurative. Per prenotazioni e consigli: tel. 051/929791 – 929972; https://www.villaggiodellasalutepiu.it/it).

Sessione di green mindfulness al Villaggio della Salute Più