
Chiamarlo bed & breakfast è di sicuro corretto, ma altrettanto sicuramente riduttivo. La Serra, nuovissimo indirizzo nel borgo di Frontin, ai piedi delle Dolomiti bellunesi, è soprattutto una casa, in cui la proprietaria, Chiara Alpago-Novello, ha sempre sognato di abitare e dove ora, dopo una “prima” vita milanese, si è trasferita. Inserita in un piccolo e straordinario borgo nella campagna, a un’ora da Venezia, Cortina e le Dolomiti (che la sera, al tramonto, fanno parte delle amenities del B&B), La Serra è stata una scuola, poi un deposito per attrezzi agricoli e salami. Sull’architrave di una porta è incisa la data “agosto 1857”, ma l’edificio che vediamo adesso, con le grandi finestre che si aprono come occhi sul giardino, è il risultato del mutare della sua destinazione d’uso ai primi del Novecento: una serra, appunto. Il sole inonda le vetrate e riscalda anche gli inverni più freddi. Le due sole camere con bagno privato e affaccio sul giardino, sono state insignite immediatamente dei Cinque Leoni. Gli arredi sono quelli di famiglia, restaurati e mescolati a oggetti e libri, che arrivano dalla vita milanese precedente di Chiara: letti di ferro recuperati nella soffitta della villa di famiglia, un armadio disegnato dal padre di Chiara Adriano, architetto, come il Kinderheim, la scatola che ospita una buffa collezione di sorprese degli ovetti Kinder; un rinoceronte capolavoro di arte povera, comprato in Zimbabwe; una sedia a pozzetto comprata in un mercatino e rivestita con il tessuto Campiello di Rubelli…


La casa, con i suoi 300 metri quadrati di superficie, ha mantenuto gli spazi originari e anche i materiali, come la pietra Dolomia e il larice per i pavimenti della zona notte e le travi al soffitto. Qui hanno trovato posto i mobili della casa di Milano, disegnati da Adriano Alpago-Novello. Il tavolo allungabile è un prototipo, progettato per un esame. Davanti alla stube c’è una poltroncina Carlotta di Cassina. Le altre poltrone, vintage, sono state rivestite con tessuti Osborne&Little e Rubelli. Tavolo e vetrinette Liberty erano nella stanza da pranzo dei nonni. Una testa in gesso di Tomaso Buzzi, architetto amico del nonno Alberto e di Gio Ponti, fa bella mostra su una colonna. La serra vera e propria è l’area relax per eccellenza e anche un’ottima alternativa alla sala da pranzo per la prima colazione o una tazza di tè.
Il borgo dove sorge La Serra è il nucleo storico di Frontin, una manciata di case in mezzo alla campagna. Come nella tradizione, tutto ruota intorno alla Villa, di origine settecentesca. La Villa non si distingue per un’architettura monumentale ma per il colore, tipica caratteristica veneta. Al giallo della facciata risponde il rosso acceso della Casa Rossa nella piazzetta antistante (dove si affaccia anche la Serra), un tempo adibita a ricovero di cavalli e carrozze, e della Casetta Rossa: malgrado l’aspetto elegante, che potrebbe far pensare a una cappella, la Casetta è stata un laboratorio di ebanisteria e poi sala giochi per i bambini. La facciata curva della Serra, con la terrazza e le grandi finestre, è stata realizzata nei primi anni del Novecento da Alberto Alpago-Novello, architetto, per ospitare limoni e oleandri durante l’inverno. Sul retro si apre la grande corte comune, con case, fienili e stalle.

Il costo delle camere è di 150 euro, inclusa la prima colazione con prodotti locali. Gli asciugamani a disposizione degli ospiti, tessuti a telaio, sono stati creati per La Serra da Guri I Zi (www.guriizi.com). Il progetto, nato nell’omonimo paese albanese per valorizzare l’artigianato tessile locale, oggi dà lavoro a 53 donne.
B&B La Serra
via Frontin 94a,
Borgovalbelluna (Belluno)
tel. +39 348 304 5055