Se il Salento lo conoscete già, adesso avete un buon motivo in più per tornarci. Scoprirete un mondo d’acqua alla portata di tutti, rivisitando la storia antica del Mediterraneo dagli albori della navigazione fino ai fasti della Repubblica di Venezia. La penisola salentina infatti era al centro delle rotte e dei traffici diretti verso le coste e i porti delle isole greche e croate da un lato, e l’antica Roma dall’altro, per trasportare marmi, statue, olio, vino, salse di pesce, mandorle e spezie lungo le coste dell’Adriatico e dello Ionio.
Non stupisce dunque che in questi anni gli archeologi abbiano riportato alla luce i resti di grandi navi naufragate sotto costa, davanti a porti ed approdi, alcuni dei quali oggi sommersi, per aprirli alla fruizione turistica, anche grazie alla realtà aumentata.
Cosa c’è sotto
Quello in Salento è un viaggio adatto sia agli appassionati dell’archeologia di terra e di mare, ma anche alle famiglie con ragazzini alle prime esperienze subacquee in condizioni ideali, tra bassi fondali sabbiosi e acque cristalline. Per chi non va sott’acqua, musei e torri costiere offrono itinerari virtuali con video che ricostruiscono in realtà aumentata 3D (indossando oculus speciali), la storia dei naufragi avvenuti sotto costa, quando il mare e la linea di costa erano più basse di almeno un metro e mezzo rispetto a oggi.
Sulle tracce di antiche rotte
Attorno alla splendida cittadina barocca di Lecce, la prima tappa è la visita al Museo Castromediano, il più antico della Puglia, riaperto con un nuovo moderno allestimento nel 2019. Tra le molte sale, la sezione al piano terra è dedicata ai paesaggi d’acqua e ricostruisce la storia delle popolazioni indigene salentine che si mischiarono con i Greci legandosi al mare, dal Paleolitico al Medioevo.
Ampi visori touch mostrano subito i siti archeologici e le antiche rotte su cui sono nati i nuovi itinerari archeologici sommersi, fruibili da quest’estate grazie al progetto europeo tra regioni frontaliere Italia Croazia Underwater Muse, che si è spinto con le sue ricerche fino alla laguna di Grado in Friuli Venezia Giulia e all’antica Sikuli, oggi Resnik, sulla costa croata. Parola d’ordine del progetto appena concluso, avvicinare il patrimonio ai cittadini.
Gli archeologi delle tre università del Salento, insieme alla Cà Foscari di Venezia e all’Ente regionale Patrimonio Culturale del Friuli Venezia Giulia, hanno mappato e digitalizzato oltre 700 beni sommersi, ma soprattutto reso già fruibili i principali siti delle coste pugliesi, descritti dal portale Underwatermusemap. Quelli più accessibili e meno soggetti a insabbiamenti stagionali si trovano nel leccese attorno alla baia di Le Cesine, all’area marina protetta di Porto Cesareo e più a nord, verso Brindisi, nel parco archeologico di Egnazia.
I percorsi
L’itinerario San Calaldo – Le Cesine, a soli quindici chilometri da Lecce, che qui aveva il suo porto commerciale in epoca romana, colpisce per la bellezza del paesaggio, con le ampie spiagge e la macchia foresta della ampia riserva costiera del WWF in lontananza. Esplorandola al suo interno, per oltre 6 chilometri di lunghezza, e inoltrandosi dentro al fitto bosco di immensi eucalipti, lecci e pini, si scopre una sorprendente area lacustre, un tempo paludosa, rifugio di uccelli migratori e fenicotteri che svernano qui in estate.
I resti dell’antico molo romano, grandi massi squadrati allineati che si perdono in acqua, un vero e proprio molo d’attracco, sono subito visibili e invitano allo snorkeling verso le boe. Più a largo, si incontra un’altra grande struttura in pietra a pelo d’acqua, forse una chiesa oggi sommersa, mentre spostandosi all’interno della baia, protette da una barriera frangiflutti sotto la sabbia emergono immensi massi allineati a formare una seconda banchina. L’ideale è farsi accompagnare, sia in acqua che a terra, dalle guide archeologiche specializzate locali (associazione themonumentseople.it).
Full immersion nella storia
Ma è forse la zona costiera leccese di Porto Cesareo, con la splendida Torre Chianca di epoca spagnola, una delle numerose torri poste a guardia contro gli assalti dei pirati, l’area più adatta destinata a diventare un parco archeologico sommerso aperto a un turismo responsabile rivolto alle famiglie. A sud della baia frastagliata, tra dune, bassi fondali e spiagge attrezzate si trova da molti anni una piccola area marina protetta, a ricordare l’importanza di tutelare biodiversità ed habitat marino-costieri. A pochi metri dalla riva, attorno alla torre museo del mare gestita dal comune, si trovano i primi reperti, segnalati da boe e indicazioni sui fondali. Da un lato i resti di una necropoli, dall’altro le spettacolari concrezioni delle anfore tripolitane della fine II secolo d.C., solidificate nei secoli. Emergono dai fondali sabbiosi in almeno tre ceppi come fossero funghi immensi, raccontando il naufragio di un nave che dall’Africa risaliva le coste ioniche con il suo carico. Non lontane, tra il turchese della sabbia a circa sei metri, il relitto delle colonne di marmo cipollino proveniente dalle cave dell’Eubea per le case dei notabili romani, racconta di un altro naufragio avvenuto in età romana imperiale.
Snorkeling tra le navi da guerra
Non si può godere appieno della bellezza del paesaggio delle coste salentine, senza visitare anche il parco archeologico di Egnazia, che narra trenta secoli di vicende storiche, a partire dall’Età del Bronzo. L’antica città di cui resta ben leggibile l’impianto, era tappa obbligata per chi da Brindisi voleva raggiungere la costa di Bari, o dirigersi verso l’interno sulla via per Roma. Tra Brindisi e Fasano, il parco di quindici ettari sta potenziando le visite tutti i giorni con accesso al museo archeologico, che offrirà nei prossimi mesi anche una nuova esposizione con una sezione dedicata al mare. L’area dell’acropoli e delle tombe, l’itinerario costiero sulle mura messapiche, le tracce di un porto romano che ospitava per lo più navi da guerra sulla rotta adriatica, si arricchiranno di un itinerario di snorkeling accessibile a tutti, che sarà definito e prenotabile con guide specializzate a partire da luglio.