La nostra gourmet Clelia all’inaugurazione di Identità Golose ha incontrato 4 chef e ha chiesto loro cosa hanno scoperto nei loro tour in Italia e nel mondo
A cura di Clelia Assenza
Alla giornata di apertura dell’VIII edizione di Identità Golose a Milano ho incrociato lungo i corridoi una sfilata di star-chef e ad alcuni di loro (non solo alle star) ho posto due domande due:
1. Cosa è rimasto dei tuoi viaggi nei tuoi piatti?
2. Quale ingrediente scoperto in viaggio è diventato un must delle tue preparazioni?
Ecco cosa hanno risposto
International Chef Missy Robbins, executive del ristorante A voce Madison a New York:
R1: «Girando in qualunque regione d’Italia, trovo sempre qualcosa di nuovo da aggiungere ai miei piatti».
R2: «Formaggi, olio extravergine d’oliva, e limone. Limone sempre, limone sempre, limone sempre».
Mr. Gastón Acurio, del ristorante Astrid y Gastón, Lima, Perù:
R1. «Ho girato tutto il mondo, ma in particolare mi sono portato nel cuore il pesce dal Giappone, pomodoro e basilico dall’Italia, peperoncino rosso e patate dal Perù».
R2.«Senza dubbio la bottarga di muggine che non conoscevo proprio».

Gianfranco Bruno, chef lucano emergente dell’Hotel Marinagri, a Policoro (Matera):
R1. «Nei miei viaggi in tutta Italia ho imparato a conoscere le erbe spontanee».
R2. «Ho scoperto una razza pugliese squisita per i piatti di carne: la bovina podolica allevata nel nord barese. Vive allo stato brado e dà una carne consistente e saporita, poco marezzata e magra, perché le bestie non vivono stipate in stalle, ma libere».
Infine, Vincenzo Benvenuto della Pasticceria e caffetteria del Viale di Altamura (Bari) ha viaggiato in largo e in lungo nella sua terra (la Puglia), ed è proprio lì che ha fatto le sue scoperte:
R1. «L’utilizzo in pasticceria dell’olio pugliese al posto del burro e del miele dell’Alta Murgia al posto dello zucchero».
R2. «La farina bio di grano duro rimacinato del consorzio Campo».