Cosa vi ha incoraggiato a riaprire nonostante i pesanti limiti dell’estate 2020: distanze, mobilità, trasporti, mancanza del turismo internazionale
Sappiamo che sarà un anno molto difficile, e che non avremo risultati economici positivi. Ma come albergo di proprietà e gestione famigliare, possiamo guardare al lungo e in tal caso la decisione di aprire non è poi così difficile.
Parafrasando Enzo Ferrari, credo che gli hotel siano fatti di muri, attrezzature e persone. Il Sereno ha una posizione pazzesca sul Lago di Como, una struttura e arredi d’autore, ma ciò che fa parlare di noi, e soprattutto ciò che invita a tornare più volte all’anno, è il nostro team. È per loro che apriamo.
Chi verrà, secondo voi?
I turisti che possono arrivare facilmente in auto, per esempio francesi, svizzeri e tedeschi, o in aereo a Milano, soprattutto gli inglesi. Ma il vero cambio di scena sarà la crescita degli italiani. Sono già il primo mercato del nostro ristorante, Berton al Lago, e probabilmente lo diventeranno anche per l’hotel, in mancanza degli ospiti statunitensi. Quando abbiamo annunciato l’apertura sui social, sono arrivate subito le prenotazioni, quasi tutte di italiani.
I social vi portano clienti?
Sì, ma anche la stampa e soprattutto il passaparola: non c’è nulla di più efficace di un ospite soddisfatto.