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In bici nella terra del Ruzzante

Tra canali, ville, abbazie e castelli: su due ruote nella Bassa Padovana

Un Veneto da scoprire quello della bassa padovana, anche in bicicletta. Un territorio che si sviluppa a Sud Est di Padova con lo sguardo sul profilo dei vicini Colli Euganei. Qui non è mai tramontata l’autentica tradizione contadina, tra canali e terreni coltivati, già celebrata da Angelo Beolco detto il Ruzzante, nato da questi parti e definito maestro da Dario Fo.

Si può noleggiare con facilità una bici (anche a pedalata assistita) vicino alla stazione di Terme Euganee (raggiungibile da Padova in 10 minuti di treno) da dove parte un itinerario che si può percorrere in una intera giornata, della lunghezza di circa 45 km. Tra piste ciclabili e alcuni brevi tratti stradali si scoprono e si visitano alcune “chicche”: ville nobiliari, castelli, abbazie e torri tra pianura e canali.

Prima tappa a Due Carrare dove si visita l’abbazia di Santo Stefano. Fondata nel 1027, dall’ordine benedettino di Cluny, fu assegnata nel 1437 dal Papa ad un ecclesiastico beneficiario. Le sue vaste rendite sono state godute nei secoli da cardinali, oltre che da papi (come Paolo II, di cui resta un grande stemma lapideo nella piazzetta) e da principi regnanti (come Ferdinando I de’ Medici, granduca di Toscana, di cui resta un maestoso camino nella casa canonicale). Sulla parete nord si trova il magnifico mausoleo di Marsilio da Carrara (m. 1338), secondo signore di Padova, opera di Andriolo de Sanctis, mentre nella nicchia dell’altare del Santissimo si trova la Pietà in terracotta (ultimo decennio del Quattrocento), opera di Andrea Briosco detto “il Riccio”.


Due Carrare ospita anche un luogo curioso e significativo: il museo dell’aria all’interno del castello medievale di San Pelagio. Dalla metà del Settecento questo bell’edificio passò alla famiglia dei Conti Zaborra che oggi lo hanno aperto al pubblico ed arricchito di una straordinaria collezione aeronautica in ricordo dell’impresa di Gabriele D’Annunzio e della squadriglia La Serenissima che da qui partirono per il volo su Vienna il 9 agosto 1918 per il celebre lancio dei  volantini. I ricordi di quei giorni, sono raccolti nell’antico maniero dove il poeta soggiornò ospite dei proprietari.

In sella alla nostra bici elettrica ci dirigiamo verso Cartura, sulla ciclovia del sale, alla scoperta, oltre che di numerose ville, della Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta che ospita un affresco di Giandomenico Tiepolo, che occupa gran parte del soffitto, datato 1793 e raffigurante l’Assunzione.

Dopo Cartura si riparte in direzione Conselve per visitare la Villa Ca’ Sagredo. Costruita a partire dalla seconda metà del XVII secolo da Giovanni Sagredo, podestà di Padova e ambasciatore della Repubblica Serenissima. L’edificio, tipicamente seicentesco, era stato concepito come padiglione da caccia e trasformato poi in signorile dimora di campagna da Piero Sagredo, figlio di Giovanni. La villa, nel Settecento, passò in eredità ai Balzan, che all’inizio dell’Ottocento la restaurarono dopo il saccheggio napoleonico. Successivamente passò  oi ai Toderini dei Gagliardis dalla Volta, attuali proprietari.

Dopo un meritato pranzo in uno dei tanti ristoranti della zona, da non perdere l’oca, o l’agnello alla scottadito accompagnati dal vino locale Friularo, si pedala verso Tribano, dove svetta una curiosa torre civica. A pianta quadrata e realizzata in mattoni in cotto, domina il paese dai suoi 30 metri circa di altezza – è l’unica superstite delle tre presenti in paese costruite dagli Estensi in concomitanza con il castello che fu edificato su un’altura detta oggi, appunto, Castellaro.

Una sosta utile, oltre che per il bar dell’oratorio e i comodi servizi igienici alla portate del ciclista, è quella di San Pietro Viminario. Il toponimo Viminario richiama l’evidente l’importanza di questo centro per la lavorazione del vimine e il nome della zona è citato già dal 1054, mentre, nel 1165, si ritrova citato Viminario con l’aggiunta di San Pietro, il titolo della chiesa. Oggi purtroppo non è però più viva l’antica attività artigianale.

Ultima tappa dell’itinerario, ma volendo è possibile aggiungere altre località e soste in funzione del tempo a disposizione, è l’affascinante Battaglia Terme. E’ il comune più piccolo della provincia di Padova ed il più originale dell’area euganea, con il suo centro storico affacciato sui canali che lo fanno assomigliare ad una località rivierasca. Soprannominata anche Porta del Parco dei Colli Euganei, Battaglia Terme deve la sua importanza ai corsi d’acqua che la attraversano e alla presenza dell’unica grotta termale naturale dell’area euganea, situata nel piccolo Monte Sant’Elena, detto anche Monte della Stufa. La grotta, conosciuta già in epoca alto medievale, è stata visitata nel corso dei secoli di numerosi viaggiatori, tra cui Michel de Montaigne e Stendhal, che durante i loro tour hanno sostato qui per beneficiare delle sue terme.

Battaglia Terme è diventato anche un centro di intense attività commerciali sfruttando la presenza dei canali Battaglia, Bisatto e Vingenzone. Un tempo il commercio fluviale era considerato il mezzo più veloce ed efficace rispetto a quello su strada; così le persone che potevano trarre vantaggio da questo tipo di attività, chiamati con un appellativo differente in base alla mansione svolta (barcaroi, burci, sabionari, squeraroi, cavallanti), decisero di stabilirsi a Battaglia Terme. Le testimonianze dei mestieri protagonisti del passato produttivo della zona, sono raccolte nel Museo della Navigazione Fluviale.

In sella alla bici, lungo l‘alzaia del canale che taglia Battaglia Terme, si rientra in 15 minuti circa sino a Terme Euganee dove riprendere il treno verso Padova e concludere cosi una giornata intensa alla scoperta di queste terre a metà tra i colli e il mar Adriatico. #daiColliallAdige

Info:

www.progettofrigus.it
www.collieuganei.it