Isola dai colori di smalto, vivibile e visitabile 365 giorni all’anno e che offre il meglio di sè quando l’affluenza è minore
Di Teresa Cremona
La città di Palma, capitale delle Baleari, è una capitale a tutti gli effetti, ricca di monumenti, di chiese, di antichi conventi, di musei, di arte, e con un centro storico monumentale che racconta una storia di millenni. Occupata dal console Quinto Cecilio Metello nel 123 a.Cr, divenne il fulcro dei traffici commerciali con i porti del Mediterraneo occidentale. Dal 902 per circa 3 secoli fu sotto la dominazione araba. Nel 1229 l’isola fu invasa dalle truppe del Re di Aragona Giacomo I e divenne in poco tempo uno dei principali centri commerciali del Mediterraneo. Con la scoperta dell’America iniziò il suo un periodo di decadenza causato anche dalle incursioni dei pirati che rendevano insicura la navigazione nel Mediterraneo occidentale. Nel XVIII secolo, Palma divenne la capitale della provincia delle Baleari e sotto Carlo III la liberalizzazione dei commerci favorì la ripresa economica della città.
Agli inizi del secolo scorso le isole Baleari, divennero meta dei ricchi vacanzieri del nord Europa e poi dagli anni cinquanta il turismo di élite si trasformò in turismo di massa e in pochi anni queste isole divennero le più ricche della Spagna con un PNL superiore alla media europea.
Il centro storico di Palma, è un susseguirsi di vicoli, di piazze, di strade e di slarghi caratteristici, dove convivono stili diversi, di epoche diverse, dalla casbah al medioevo, fino all’eleganza dei palazzi aristocratici del XVIII secolo e a quelli Liberty, passeggiarvi è una piacevole e continua scoperta. Da non perdere una visita al Mercato dell’Olivar nel centro di Palma, i banchi espongono pesce di grande qualità, e sul posto si possono fare colazioni a base di street-food, o gustare sushi, o anche ostriche e champagne.
Ma è assouta e inattesa la bellezza della zona della Sierra de Tramuntana, con il contrasto tra la montagna ardua e il mare all’orizzonte, dove millenni di agricoltura hanno trasformato un ambiente povero di risorse, in un panorama di valli coltivate, e hanno sfruttato le scarse risorse idriche con terrazzamenti e muri a secco che risalgono al periodo feudale Nel 2011 il Paesaggio culturale della Sierra de Tramuntana è stato inserito dall’Unesco nella lista dei Patrimoni dell’umanità. Le vigne, gli aranceti e gli ulivi centenari disegnano un panorama assolutamente maiorchino, ma per bellezza e carattere, simile a quelli della Provenza o della Toscana.
La gastronomia di queste isole è motivo di interesse: strade del vino, cantine storiche, turismo rurale, piccoli musei dedicati, feste, fiere e appuntamenti annuali e molti prodotti a denominazione. Dalla costa, il sale marino, commercializzato con il marchio Flor De Sal, fra i migliori d’Europa, dai territori della Serra de Tramuntana, olio, olive, vino, mandorle, formaggi, erbe aromatiche, miele e carne di agnello.
Sono a denominazione geografica protetta, la Sobressada de Mallorca un insaccato a base di carne suina, la Ensaimada de Mallorca, il dolce tipico delle isole “la cosa più leggera, aerea e delicata della pasticceria di questo paese”. I Binissalem e i Pia Llevant, sono vini a denominazione d’origine come l’olio extravergine d’oliva dell’isola di Maiorca da varietà di olive Maiorchine, fra cui la Arbequina e la Picual.