
Nelle stanze del Museo Bagatti Valsecchi una mostra internazionale porta da Istanbul la celebre storia d’amore di Kemal e Füsun, descritta nel romanzo Il Museo dell’Innocenza, firmato da Orhan Pamuk. Contemporaneamente alla stesura del libro, lo scrittore, premio Nobel per la Letteratura nel 2006, aveva sviluppato e realizzato un museo (aperto nel 2012, nel distretto di Beyoğlu) in cui sono raccolti gli oggetti che raccontano la relazione e la vita dei protagonisti. “Quanto è stato utilizzato, sentito, visto, raccolto e sognato, il tutto meticolosamente disposto in scatole e vetrine”. Una collezione di migliaia di pezzi, esposti in 83 teche, che sono il riflesso degli ambienti borghesi di Istanbul tra gli anni Settanta e Ottanta. Veri oggetti del quotidiano per una storia di fantasia, in parte trovati dall’autore, raccolti da amici, donati dai familiari. Dei “ready made” originali e inventati, espressione anche della passione per l’arte del loro autore. Nella casa museo di via Gesù è presente un “estratto” del museo con ventinove vetrine, che sono comunque delle repliche, come specificato da Pamuk stesso. La mostra ha un valore estetico autonomo, con l’allestimento dell’architetto Paolo Lissoni, apprezzabile anche per chi non ha letto il libro.

Una specie di Wunderkammer, una camera delle meraviglie, straripante di curiosità. Inoltre è interessante sapere che il museo ospitante è parte della narrazione. Proprio qui, infatti, lo scrittore ha tratto ispirazione per il suo, tanto da inserire nella storia che Kemal “approfittava di ogni occasione per recarsi al Museo Bagatti Valsecchi”, uno dei musei più importanti della sua vita. Un gioco di rimandi e di affinità: entrambi i luoghi nascono da vicende personali. “Pamuk ha una potenza visuale che nasce dalla sua tendenza artistica. Nessuno prima di lui ha fatto una cosa simile. Alla base del suo progetto vi è la memoria, come serbatoio di energia, non come peso. Oltre alla nostra memoria esiste una memoria delle cose. Con parole ispirate e ispiranti Pamuk richiama l’attenzione su cosa sia un museo”, spiega l’archeologo e storico dell’arte Salvatore Settis, riflettendo sul rapporto tra arte e letteratura. “Per il mio libro ho viaggiato molto in Europa. Ho visitato piccole case-museo, come quello dell’artista Gustave Moreau a Parigi o quello di Sir John Soane a Londra. Più ne ho visti, più ho voluto crearne uno mio a Istanbul. Sulla falsariga si potrebbe fare un museo di Anna Karenina, sulla vita in Russia in quel periodo”, racconta Pamuk. Luoghi che rappresentano le individualità, “perché il futuro dei musei è nelle nostre case”. Da non perdere, il video che accompagna, e dà ancora più significato, alla mostra.
Amore, musei, ispirazione. Il Museo dell’Innocenza di Orhan Pamuk a Milano. Museo Bagatti Valsecchi, Via Gesù 5, Milano. Fino al 24 giugno. www.museobagattivalsecchi.org