
Il 30 giugno il FAI ha presentato al MAXXI di Roma il Memoriale Brion, donazione di Ennio e Donatella Brion, figli di Giuseppe Brion, fondatore e proprietario della Brionvega, azienda di punta nella produzione di apparecchi elettronici di design del secondo dopoguerra. Il memoriale, che diventa così il settantesimo bene del FAI, fu commissionato nel 1969 dalla loro madre Onorina Brion Tomasin in memoria del marito defunto. Ora anche lei è sepolta accanto al marito.
«Questo è l’unico lavoro che vado a vedere volentieri, perché mi sembra di aver conquistato il senso della campagna, come volevano i Brion. Tutti ci vanno con molto affetto; i bambini giocano, i cani corrono: bisognerebbe fare tutti i cimiteri così». Questo il commento di Carlo Scarpa sulla sua ultima opera, tra le sue più complesse, originali, significative e care, che fu realizzato tra 1970 e 1978, anno della morte dell’architetto in Giappone, e ultimato sui suoi progetti: un patrimonio di 1583 elaborati grafici, disegni e quaderni, che rappresentano il monumento in ogni minimo dettaglio, acquisiti nel 2001 dall’allora Direzione generale per l’arte e l’architettura contemporanee del Ministero della Cultura e destinati al MAXXI, dove sono conservati, presso il Centro Archivi di architettura, che è perciò sede della presentazione odierna, che dà anche avvio alla collaborazione tra le due istituzioni per la valorizzazione del monumento.

Il complesso funerario monumentale, recentemente ristrutturato, si trova immerso nella campagna trevigiana, sullo sfondo delle colline di Asolo, ai margini del paese di San Vito di Altivole e a ridosso del suo piccolo camposanto. È composto da quattro edifici che si estendono su un’area di 2200 mq di prati solcati da canali con vasche coperte di ninfee. Fulcro del complesso, un arco-ponte ribassato in cemento rivestito all’interno da un manto rilucente di tessere di vetro con retrostante foglia d’oro, che protegge le arche dei due coniugi Giuseppe e Onorina Brion, simbolicamente inclinate, come eternamente protese l’uno verso l’altra.
In uno spazio defilato e discreto, al confine tra il memoriale privato e il cimitero pubblico, si trova, infine, la tomba dello stesso Carlo Scarpa, che qui volle essere sepolto, e che oggi ospita anche le spoglie di sua moglie Nini Lazzari, realizzata dal loro figlio Tobia Scarpa (con Fabio Lombardo), anch’egli architetto.

«Fin dalla prima volta» – commenta Marco Magnifico, Presidente FAI, Fondo Ambiente Italiano – «ebbi l’impressione di entrare in un mondo nuovo, diverso e sconosciuto: quello “dell’aldilà”. Un mondo che non ha le caratteristiche di quello in cui vivo e sono sempre vissuto; un mondo che esiste solo qui dove Scarpa ha immaginato e realizzato un pezzo di Campi Elisi del XX secolo. Il rapporto così diverso tra vuoti e pieni rispetto al mondo reale, le forme architettoniche cosi inusuali, le proporzioni inaspettate tra i materiali – cemento, stucco, maiolica, oro, legno ,vetro – che compongono o forse solo decorano tutto il contesto, il diaframma che lo divide nettamente dal paesaggio circostante senza minimamente escluderlo, l’uso insolito di forme geometriche, specchi d’acqua, prati, arbusti e cipressi, mi diedero e sempre mi danno la sensazione di entrare fisicamente nel mondo dello spirito. Il FAI è grato a Ennio e Donatella Brion per il grande onore di avergli affidato questo capolavoro voluto dalla loro famiglia al fine di mantenerlo nel migliore dei modi possibili per sempre e per tutti così come loro hanno fatto fino a oggi». A seguito della donazione, formalizzata il 21 giugno 2022, il FAI si assume l’onore e l’onere della perfetta manutenzione, della gestione e della valorizzazione del monumento, che da venerdì 8 luglio rimarrà aperto al pubblico e liberamente accessibile negli orari di visita del cimitero.
«L’archivio di Carlo Scarpa» ha dichiarato Giovanna Melandri, Presidente Fondazione MAXXI, «acquisito dagli eredi nel 2001 ancora prima dell’inaugurazione dell’edificio di Zaha Hadid, insieme con quello di Aldo Rossi costituisce il nucleo fondante della Collezione del MAXXI Architettura. Attraverso mostre, pubblicazioni, progetti di ricerca e video, come il docufilm Oltre la vita delle forme di Francesco Conversano e Nene Grignaffini – commissionato insieme alla DG creatività Contemporanea del MiC e dedicato proprio alla Tomba Brion -, negli anni abbiamo lavorato per promuovere il pensiero e il lavoro di questo straordinario maestro. Oggi siamo particolarmente lieti della donazione del Memoriale Brion e siamo pronti a collaborare con il FAI per contribuire insieme alla valorizzazione di questo capolavoro limpido e poetico dell’architettura del ‘900».