DESTINATIONS

Il bramito dei boschi in Val d’Hérens

#almenounavoltanellavita… sedersi in un bosco e ascoltare alla sera il bramito dei cervi in amore. Il luogo e il momento giusto lo abbiamo trovato nel canton Vallese. Dove l’esperienza si completa di stravaganze geologiche, malghe gourmand, chiese “brutaliste”, dighe da Guinness e voli d’angelo

Quante volte abbiamo immaginato, durante una gita in montagna, di veder sbucare un cervo dal bosco e di osservarlo mentre avanza nella radura? Ma la cerva comparsa lasciando dietro di sé il fitto fogliame, che avanzava brucando di tanto in tanto l’erba del prato non era un sogno: era la protagonista inconsapevole di una sequenza lungamente attesa. Al crepuscolo l’aria è già pungente in questo primo autunno, destinato a passare il testimone di luce che gli ha teso settembre al regno del buio, quando la fertilità si trasferisce nel sottosuolo e nel ventre degli animali. È questo infatti il periodo degli amori e i cervi si lasciano volentieri avvistare, a differenza del resto dell’anno, quando stanno appartati alle quote più alte oppure nel fitto del bosco. Adesso scendono sotto i duemila metri e si trattengono nei pascoli, i maschi impegnati nei duelli con i rivali, cui fa seguito l’accoppiamento. Ci troviamo in Val d’Hérens, nel Vallese centrale e lo spettacolo ci è stato appena regalato dall’altipiano di Ossona, comune di St. Martin, dove il progetto di recupero di un insediamento rurale ha creato un agriturismo autentico che ha convertito annessi agricoli e baite in altrettanti accoglienti alloggi, per chi ha la fortuna di poter ritagliare qualche giorno per salire quassù. Settanta ettari di prati, boschi dove la fauna selvatica incontra quella domestica (bovini e capre), in un’oasi che ha ridato vita a una porzione di territorio alpino abbandonato negli anni ’60. Oggi modello di un turismo che considera le bellezze naturalistiche non solo come patrimonio ma anche come fattore di sviluppo.

La stagione degli amori dei cervi va dalla metà di settembre al finire di ottobre e ha una colonna sonora inconfondibile: il bramito, quel verso sonoro e profondo che i maschi emettono per richiamare le femmine e tenere a distanza gli altri maschi, definendo con quel suono il proprio rango e il territorio dell’amore. Per ascoltare questa suggestiva espressione di possanza animale ci spostiamo all’alpeggio di Mandelon (2066 metri slm, c’è anche un accogliente rifugio), un antico insediamento affacciato sulla val d’Hérémence, luogo privilegiato per incontri ravvicinati con gli ungolati. L’intensità e la frequenza del bramito dipendono dalla stazza dell’animale: in molti casi un maschio dominante riesce a intimorire con il suo verso gli altri maschi che riconoscendo la propria inferiorità se ne andranno evitando lo scontro diretto, ci spiega la guida Céline Gaspoz. Ci incamminiamo all’imbrunire, il momento più adatto, quando il sole si appresta a tramontare sui boschi di larici che già volgono all’oro. Dopo pochi passi i bramiti dei cervi si riconoscono distintamente e diventano la voce stessa della foresta. Che ascoltiamo senza accorgerci del tempo che passa e risolvendoci di andar via solo quando il freddo e il buio della notte ci costringono a tornare.

L’esperienza del bramito dei cervi può essere completata da escursioni nei dintorni e da visite in luoghi particolarmente suggestivi per lo spettacolo che offre la natura, per l’intervento dell’uomo o per le sinergie tra entrambi. La distanza tra una località e l’altra è di pochi chilometri, percorribili piacevolmente inoltrandosi nella Val d’Hérens (da qui, il nome della razza bovina nota per i tradizionali combattimenti tra le “regine”), che si stacca a sud di Sion, il capoluogo elvetico della valle del Rodano. Ecco cosa c’è da non perdere.

LE PIRAMIDI DI EUSEIGNE

Coni di terra scoscesi, sovrastati da un cappello di roccia. Si tratta di affascinanti formazioni geologiche all’ingresso del piccolo villaggio di Euseigne la strada principale della valle le attraversa addirittura. Queste torri di detriti morenici sono alte da 10 a 15 metri e si sono formate con il ritiro dei ghiacci: le lingue del ghiacciaio lasciarono dietro di sé giganteschi cumuli di detriti, che contenevano anche massi rocciosi. Mentre l’acqua attorno alle rocce continuava a scavare in profondità, i massi rocciosi protessero la terra sotto di loro dando origine a questi monumenti naturali.

HÉRÉMENCE, LA CHIESA “BRUTALISTA” DI SAINT-NICOLAS

Quando fu indetto il bando per la costruzione di una nuova chiesa parrocchiale (l’edificio del 1770 era stato demolito dopo i danni del terremoto del 1946) il progetto dell’architetto Walter Maria Förderer vinse all’unanimità. Il risultato è un impressionante edificio in calcestruzzo, dove le architetture forti e severe presentano l’articolazione plastica di un quadro di Escher, con un continuo rincorrersi dei rilievi e un gioco di luci e ombre che modella gli spazi.

RACLETTE PERFETTA ALL’ALPEGGIO LOVEIGNOZ

Il maestro casaro Xavier Jobin ha di che essere orgoglioso: per la prima volta nella storia della Raclette Vallesana AOP un alpeggio ottiene il massimo punteggio (20/20). In autunno il “caveau” dell’alpeggio di Loveignoz è un trionfo di tome che riposano sulle assi di legno, in attesa che trascorrano i tre mesi necessari alla stagionatura minima. Per chi non amasse i formaggi, il paesaggio circostante e gli altri prodotti della “casa” costituiscono una ragione sufficiente a rendere la visita alla malga un’esperienza appagante. Raggiungibile da St Martin in una ventina minuti su strada forestale o attraverso pittoreschi sentieri.

LA GRANDE DIXENCE

È la diga a gravità più alta del mondo. Convoglia con oltre 100km di condotte le acque di fusione di 35 ghiacciai vallesani e costituisce un’opera di ingegneria straordinaria. Costruita con l’impiego di 1600 lavoratori nel periodo che va dal 1951-al ‘65, è un manufatto che vanta numeri da Guinness: spessore alla base 200 metri, lunghezza 695, altezza 285. Il lago artificiale che la sovrasta contiene quasi 400 milioni di metri cubi d’acqua (ne basta un litro per illuminare una lampadina per un’ora di consumo). All’interno della diga, attraverso tunnel circondati da sei milioni di metri cubi di cemento, si tengono visite guidate suggestive e di grande interesse.
E per concludere in ebbrezza, la zip line che fiancheggia il “bastione” della diga e domina la valle dai suoi  2.400 metri di altitudine è un’esperienza che vale la pena provare (astenersi i refrattari all’adrenalina).

DOVE ALLOGGIARE

Auberge Ossona | 1969 St-Martin | auberge-ossona@bluewin.ch
Buvette & Gîte de Mandelon | 1987 Hérémence | info@mandelon.ch
Hôtel du Barrage | Grande Dixence, 1987 Hérémence | hotel-barrage.ch

INFO
Valais/Wallis Promotion | Rue Pré Fleuri 6 | CH-1951 Sion | www.valais.ch
Val d’Hérens Tourisme |  Place du Clos Lombard 6 | CH – 1983 Evolène | www.valdherens.ch
Sion Tourisme | Place de la Planta 2 | CH – 1950 Sion | www.siontourisme.ch