Sotto la possente torre Normanna il lavoro non termina mai: si tramanda di padre in figlio. Nel silenzio di questo lembo di terra pugliese di Rutigliano a 19 Km a sud-est di Bari, le mani degli artigiani lavorano l’argilla. Arte antica che ha attraversato la storia dal Medioevo fino ad oggi. Nelle botteghe, oramai senza tempo, di questo borgo la materia viene trasformata. Le viene data la vita. Un soffio primordiale la trasforma in suono. Nascono cosi’ i fischietti policromi la cui fama è andata ben aldilà delle coste italiche. E’ diventata talmente famosa che esiste anche un concorso internazionale giunto alla 30 edizione, ogni anno tematico.

Vi è anche il museo del fischietto in terracotta “D.Divella” intitolato all’industriale dell’omonimo pastificio, dove si trovano diversi e numerosi tipi di fischietti che sono una porta fortuna da quelli allegorici a quelli satirici a quelli della vita quotidiano, il tema dell’edizione 2018 è stato la mitologia. Il fischietto, dipinto a mano, ha ottenuto il marchio di riconoscimento De.Co, denominazione comunale di origine. Le figure tipiche sono tre il gallo, il carabiniere e la donna con il cappello, ma spicca l’immagine di Sant’Antonio perché la fiera del fischietto si svolge il 17 gennaio che corrisponde anche con l’inizio del carnevale per questo motivo la produzione figula è caricaturale. Anche la cucina ruota intorno alla figura del santo con il rito della benedizione degli animali e come da tradizione, della civiltà contadina, dalla mula vecchia condotta al macello si producono le “brasciole”, oggi involtini di carne equina o meglio di asina ripiene di spezie, e all’ora grano oggi è costituito da orecchiette o cavatelli tipica pasta fatta a mani in casa.
Tra i prodotti gastronomici il caciocavallo, pecorino pugliese, le cartellate in versione dolce e ora anche salate, il capocollo sia come salume che come carne. Le sapienti mani dei rutiglianesi si esprimono anche nelle cucine di ristoranti tipici con menu con prodotti locali come il “Bistrot 06”, il Blendwinery”, Torre Belvedere e l’agriturismo Lama San Giorgio dove si puo’ anche pernottare in accogliente ed originali stanze dotate di risparmio energetico e impatto ambientale, grazie all’impiego di materiali naturali come il sughero (per la coibentazione) e l’utilizzo del fotovoltaico per il riscaldamento dell’acqua. L’attività principale del fiorente paesaggio agreste di Rutigliano è l’ uva tra tavola, ma vi sono anche le colture tradizionali dell’ulivo, mandorlo e grano. Tra i vini le uve del Negroamaro, il primitivo e il nero di Troia, ma anche le bollicine come quelle D’ Arapri. La campagna è attraversata dalla lame: Giotta e San Giorgio dove si trovano stanziamenti neolitici in grotte naturali. Le tradizioni è presente non solo nei figuli e nella cucina, anche nelle numerose festività che rispecchiano l’ospitalità degli abitanti, dalla festa di San Nicola di Bari a quella del “Passa pass” il lunedi’ di Pasqua e le varie sagre della Pettola, del cavatello e dell’uva. Nel territorio sono molto attive le associazioni come il GAL (gruppo di azione locale) sud est barese che predispone itinerari e ciclo turistici e la pro loco locale. In programma per la prossima estate la viabilità da sostenibilità che coinvolge quattro comune di cui due sono il mare: Rutigliano, Conversano, Mola di Bari a Polignano a Mare con diversi tipi di percorso dalla bicicletta al pullman sino alla barca