Italy

Navi in Laguna

Si cercano percorsi alternativi per le navi in transito a Venezia. No al passaggio nel Bacino di San Marco

Grandi navi in Laguna. Dopo il decreto «rotte sicure» si cercano altri tragitti: spostare parte del traffico passeggeri a Marghera, scavare nuovi canali, utilizzare una piattaforma d’altura: le alternative al passaggio dei colossi del mare nel Bacino di San Marco al vaglio del Comitato per la Salvaguardia di Venezia


Di Veronica Rodenigo Da ilgiornaledellarte.com

Venezia. Complice l’incidente all’Isola del Giglio, i processi decisionali in merito alla presenza delle grandi navi in laguna sembravano destinati, sino a qualche mese fa, a un’improvvisa accelerazione.
Ma dopo il decreto «rotte sicure» (varato ai primi di marzo dai ministri dell’Ambiente Corrado Clini e dello Sviluppo economico Corrado Passera, precluderebbe il transito in Bacino di San Marco e nel Canale della Giudecca alle navi superiori alle 40mila tonnellate), Venezia aspetta ancora una svolta.
La spinosa questione: trovare al più presto un percorso altro, soluzione certo non facile per costi e tempistiche di attuazione. Durante la sua recente visita veneziana il ministro Clini, in merito, ha dichiarato di esser in attesa d’un progetto «alternativo» condiviso da Comune e Autorità portuale.
Il sindaco Giorgio Orsoni ha ultimamente appoggiato l’idea dello spostamento d’una parte del traffico passeggeri, ben 1.200 passaggi all’anno sia in entrata che in uscita, a Marghera (non sostenibile, secondo l’Autorità portuale, per l’interferenza con le attuali rotte mercantili) mentre l’Autorità è orientata a supportare una delle soluzioni iniziali: lo scavo d’un nuovo canale (il Contorta Sant’Angelo) che consentirebbe l’accesso diretto dalla bocca di porto di Malamocco alla Stazione marittima; soluzione compatibile, dichiara l’Ente, anche dal punto ambientale e il cui studio di fattibilità è stato affidato al Magistrato alle Acque. Tempi e costi rimangono però un particolare non trascurabile: secondo le prime stime, 30 milioni di spesa e oltre un anno di lavori.
Più remota appare l’ipotesi d’escavazione d’un altro canale, il Vittorio Emanuele, mentre l’idea di fruire d’una futura piattaforma d’altura anche come terminal crocieristico (e non, come previsto, solo per il traffico merci e petroli) sembra del tutto inattuabile per ovvie ragioni logistiche.
La discussione delle possibili alternative dovrebbe ora passare al vaglio del Comitato istituzionale per la salvaguardia di Venezia e laguna cui spettano le decisioni esecutive e che potrebbe riunirsi entro l’autunno.