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Gramsci a New York

Nel Bronx, l’artista svizzero Thomas Hischhorn dedica un monumento ad Antonio Gramsci in legno, pexiglass e nastro adesivo

Nel Bronx, l’artista svizzero Thomas Hischhorn dedica un monumento ad Antonio Gramsci in legno, pexiglass e nastro adesivo

di Gianmario Marras Ph Todd Heisler/The New York Times

Antonio Gramsci: in Italia lo abbiamo quasi dimenticato, ma a New York per 2 mesi sarà una star. Almeno nel quartiere del Bronx, dove l’artista svizzero Thomas Hischhorn ha deciso di dedicargli un monumento: legno, pexiglass e nastro adesivo, fra alte torri di mattoni rossi, della zona di Forest House; niente a che vedere con Manhattan, certo, ma forse il posto migliore per celebrare la storia e le idee di uno dei più importanti pensatori del Novecento, “un filosofo marxista, morto a Roma nel 1937” come scrive il New York Times dedicando un articolo al progetto (http://qr.net/knF2). L’idea promossa da Thomas Hischhorn, è parte di un ampio lavoro, dedicato dall’artista svizzero, alla filosofia e al suo rapporto con i temi sociali, Spinoza ad Amsterdam in Olanda, Gilles Deleuze ad Avignone in Francia, Geoges Bataille a Kassel in Germania. I progetti di Hischhorn si sviluppano in aree periferiche e coinvolgono sempre le comunità locali, com’è accaduto nel Bronx dove, dopo aver esaminato la documentazione su Gramsci, l’idea è stata approvata e sostenuta dal punto di vista economico e organizzativo dai residenti.

Così fino al 15 settembre, questa nuova Casa Gramsci, è diventata il centro del quartiere con reading, concerti, spettacoli teatrali, seminari dedicati all’arte alla poesia, alla filosofia, corsi di cucina e per bambini e un happy hour servito dalle sei alle sette (www.gramsci-monument.com)

Nell’intervista al New York Times, Thomas Hischorn dichiara: «Io non voglio cambiare le loro vite, le mie ragioni sono artistiche. Gramsci credeva nel valore della cultura e dell’insegnamento per liberare gli oppressi. Ecco, se riesco a far riflettere sulla potenza dell’arte e della letteratura, io sono felice. Ho ottenuto quel che volevo».

Bene, questa è la notizia, letta su diversi giornali, ma la domanda è: com’é riuscito un artista svizzero a coinvolgere un’intera comunità di New York in un evento che durerà 75 giorni, utilizzando la faccia e gli scritti del sardo e italiano Antonio Gramsci? Mentre l’Italia e la Sardegna (leggete qui: http://qr.net/kn2p cosa succede con il claim promozionale dell’isola) non investono neppure un soldo per far parlare questi straordinari testimonial? (È capitato di recente con Andrea Mura, velista e trionfatore alla Ostar http://is.gd/sXk1I5)