
Negli anni Venti del secolo scorso l’archeologo James Henry Breasted dell’Università di Chicago coniò il termine Mezzaluna fertile per indicare la regione mediorientale situata tra i fiumi Tigri ed Eufrate dove, grazie al suolo reso molto fecondo dalle inondazioni periodiche di questi due corsi d’acqua, nacquero l’agricoltura e le prime grandi civilta dell’antichità. Anche in Italia esiste una piccola “Fertile crescent”: è il Collio, un’area geografica collinare di circa 7.000 ettari, che ricorda appunto una falce di Luna, tra le più votate dello Stivale per la coltura della vite fin dall’epoca preromana (attualmente i vigneti coprono una superifcie di circa 1.400 ettari, il resto sono boschi o altre coltivazioni). In questo territorio – a cavallo del confine italo-sloveno e delimitato a sudest dal fiume Isonzo, a nordovest dal torrente Iudrio e a sud dalla pianura friulana – ci sono diversi produttori di vini bianchi, ma non solo, di alta qualità tra i quali Gradis’ciutta, che prende nome dall’onomino borgo situato vicino a San Floriano del Collio: un termine italo-sloveno che racchiude e omaggia la storia di questa terra di frontiera.

Sotto la guida di Robert Princic, supportato costantemente dagli instancabili genitori Zorko e Ivanka, l’azienda Gradis’ciutta coltiva 40 ettari di terreno, dei quali 35 vitati, producendo diverse varietà sia autoctone, come Ribolla e Friulano, che internazionali, dal Pinot grigio allo Chardonnay al Sauvignon, dal Cabernet Franc al Merlot. Tutte varietà che si esprimono magnificamente sulla cosiddetta ponca, una tipologia di terreno che, alternando strati di arenaria e marna, è in grado di regolare in maniera ottimale la disponibilità idrica per i vitigni: un suolo ricco di sali e microelementi, che conferisce ai vini un’elegante mineralità, nel quale le radici della vite pescano in profondità (anche a 5-8 metri) l’acqua che le serve per sopravvivere. Senza contare i favorevoli aspetti climatici – come l’alternarsi di sole, pioggia e vento – e la vicinanza sia alle montagne che al mare (distante solo una ventina di km) che creano un microclima ideale per la crescita e la maturazione delle uve.

Fin dagli esordi porre il suolo e le vigne al centro della vinficazione è stato un must di Gradis’ciutta, perciò a un certo punto della storia aziendale è stata naturale la scelta del biologico: come sottolinea Princic, «la sostenibilità deve essere una prassi, non solo qualcosa da raccontare, e non dovrebbe riguardare solo il mondo del vino». Attualmente per ridurre al minimo i trattamenti si esegue un’accurata mappatura del territorio in modo da capire le criticità dei diversi vitigni (per esempio, alcune varietà sono piu sensibili alla peronospora mentre altre sono più suscettibili allo oidio). Il controllo accurato avviene grazie a diverse centraline installate nei vigneti che permettono allo staff di analizzare costantemente i dati e, di conseguenza, effettuare trattamenti mirati, utilizzando al momento giusto solo le quantità di zolfo e rame ammissibili per la certificazione bio. L’inizio della conversione è avvenuto nel 2008: un processo non facile a causa dell’alta piovosità della zona (le precipitazioni medie vanno dai 1.000 ai 1.400 mm l’anno, numeri molto simili alla Borgogna). Però, grazie alla costanza e all’impegno di Princic e del suo staff, la certificazione è stata ottenuta con l’annata 2018: un grande traguardo aziendale che ha dato vita a vini che rispettano il territorio e tutte le persone impegnate nella cura dei vigneti.

Chi volesse visitare i poderi Gradis’ciutta e degustare i vini dell’azienda, può farlo in tutta sicurezza scegliendo tra diverse possibilità (proposte e prenotazioni all’indirizzo https://www.gradisciutta.eu/tastings). Per farsi un’idea della produzione, ecco le schede tecniche di alcuni dei vini prodotti con le uve provenienti da vigneti sparsi in diversi Comuni del Collio (San Floriano, Gorizia, Capriva e Dolegna) per un totale di 35 ettari vitati.

Collio Pinot grigio
Vitigno: ottenuto totalmente da uve Pinot grigio, una varietà introdotta nella prima metà dell’Ottocento nel Goriziano, che si dimostrò da subito molto adatta alle marne argillose del Collio. Vinificazione: ottenuto da pressature soffice. La fermentazione viene svolta in vasche in acciaio a temperatura controllata. Segue poi la conservazione “sur lie” fino a imbottigliamento. Caratteristiche organolettiche: questo vino mostra la classica tonalità paglierino vivace e lucente della varietà. Al naso, lo spettro aromatico spazia dalla pera al forno alle spezie dolci, fino ad arrivare alle note floreali e ai sentori di erbe aromatiche. Sul palato si alternano la pesca dolce matura e il melone, con un centro bocca rotondo e cremoso e un finale con un tocco di nocciola. Un vino di buon corpo, con sensazioni acide e fruttate ben equilibrate, realizzato con basse rese e piena maturità delle uve. Temperatura di servizio: va servito fresco, attorno agli 8-10 °C. Abbinamenti: vino da aperitivo, adatto a tutta la gamma di antipasti, minestre, pesce e secondi a base di carni bianche. Può accompagnarsi anche a formaggi saporiti.
Collio Chardonnay
Vitigno: ottenuto unicamente da uve Chardonnay, varietà francese importata alla fine dell’Ottocento, molto adatta alle marne argillose. Vinificazione: ottenuto da pressatura soffice di uve macerate per 24 ore a 4 °C, fermentato poi per l’80 per cento in botti di acciaio a temperature controllate e per il 20 per cento in botti grandi. Conservato “sur lie”, viene assemblato prima dell’imbottigliamento. Caratteristiche organolettiche: in questo vino si ritrovano i profumi di mela gialla matura e di fiori tipici dell’interpretazione fatta nel Collio di questa varietà internazionale. Fresco e piacevole l’ingresso nel palato, buona la presenza in bocca. Il finale è morbido e ricorda la crosta di torta di mele. Temperatura di servizio: attorno ai 9-10 °C. Abbinamenti: vino da aperitivo, adatto ad accompagnare antipasti, minestre asciutte e in brodo, piatti a base di uova e di pesce. Inoltre, si sposa molto bene con secondi piatti a base di carni bianche.
Collio Sauvignon
Vitigno: ottenuto unicamente da uve Sauvignon, vitigno francese introdotto nel Goriziano a metà dell’Ottocento. Vinificazione: ottenuto da pressatura soffice di uve macerate per 24-48 ore a basse temperature. La fermentazione viene svolta in vasche d’acciaio a temperature controllate. Segue la conservazione “sur lie” fino a imbottigliamento. Caratteristiche organolettiche: una vino dalla tonalità giallo paglierino brillante che si fa notare per l’accattivante complessità aromatica. Il naso è dominato dai fiori bianchi (con note di litchi), ai quali seguono la salvia, il pomodoro verde e un tocco di alloro e fiori primaverili. Nel finale emerge la succosità del frutto, bilanciata da un tocco minerale. Un Sauvignon molto tipico dell’interpretazione di questo vitigno nel Collio, completamente diverso dalle versioni internazionali della Loira, in Francia, o di Marlborough, in Nuova Zelanda. Temperatura di servizio: attorno agli 8-10 °C. Abbinamenti: antipasti, piatti a base di prosciutto, risotti senza carne, soufflé, sformati di verdura e piatti a base di pesce e uova.

Collio Malvasia
Vitigno: ottenuto al 100 per cento da uva Malvasia (istriana), uno dei vitigni tipici e autoctoni del Collio e di tutta l’area del Friuli e della Venezia Giulia. Vinificazione: tradizionalmente le uve vengono criomacerate per 24 ore, successivamente pressate e fermentate a temperature controllate. I vini vengono conservati “sur lie” fino a imbottigliamento. Caratteristiche organolettiche: colore giallo paglierino con leggeri riflessi verdognoli. Inconfondibile il suo bouquet piacevole, estremamente varietale con profumi di agrumi ed erbe aromatiche. Al palato ha un ingresso fragrante, con un finale persistente, che lascia spazio a eleganti ricordi di frutta tropicale. Temperatura di servizio: va servito fresco, attorno agli 8-10 °C, in modo da cogliere tutta la sua fragranza. Abbinamenti: perfetto come aperitivo, si abbina a risotti, minestre cremose e piatti di pesce alla griglia o in umido. Ottimo anche servito con carni bianche e leggere ottenute da aninali di bassa corte.
Collio Friulano
Vitigno: ottenuto al 100 per cento da una Tocai friulano, il vino bianco forse più rappresentativo e conosciuto del Collio, ma che dal 2007 ha dovuto rinunciare al nome in favore del Tokaji ungherese, cambiando di conseguenza denominazione in Friulano. Vinificazione: ottenuto da pressatura soffice di uve macerate per 24-48 ore a basse temperature. La fermentazione avviene a temperature controllate in vasche d’acciaio. Segue la conservazione “sur lie” fino a imbottigliamento. Caratteristiche organolettiche: si presenta con un giallo paglierino di media intensità e note varietali molto piacevoli al naso, con sentori di fiori di acacia e mandorle dolci. Il palato, di grande respiro, svela frutti gialli maturi e una progressione solida e strutturata che conduce a un finale lungo e minerale. Un vino di grande profondità e dalle intense note minerali tipiche dei vini vecchi e dei vigneti di collina. Temperatura di servizio: va servito freddo, attorno agli 8-10 °C, in modo da coglierne tutta la fragranza. Abbinamenti: vino da aperitivo, da antipasti come il prosciutto di San Daniele, da minestre e da primi piatti. Si sposa perfettamente anche con il formaggio Montasio, tipico del Friuli Venezia Giulia e del Veneto, e si abbina con efficacia anche al pesce al forno.
Collio Bianco Riserva
Vitigno: un progetto cominciato nel 2009 grazie al quale si produce per la prima volta in azienda il Collio Riserva, un bianco vinificato esclusivamente con i vitigni autoctoni Ribolla Gialla, Malvasia e Friulano. Vinificazione: ottenuto da pressatura soffice di uve raccolte in epoca tardiva. La prima fermentazione viene svolta in acciaio mentre la seconda fase avviene in botti di legno di rovere francese e di Slavonia. Qui rimane fino ad agosto, poi viene imbottigliato. Segue un ulteriore affinamento in bottiglia fino a novembre dell’anno successivo e viene poi messo in commercio dopo due anni dalla vendemmia. Caratteristiche organolettiche: alla vista si presenta con una tenue tonalità dorata e al naso con un delicato profumo floreale, sentori di fiori di lime, acacia, lillà e un’accattivante nota salina. Il palato è vibrante e intenso, di grande profondità, e culmina con un finale concentrato in cui le note agrumate vengono bilanciate da sentori di frutti gialli maturi. Temperatura di servizio: va servito non troppo fresco, attorno agli 11-12 °C. Abbinamenti: vino da aperitivo o da meditazione se servito piuttosto fresco. A temperatura più elevata si sposa bene con pesci saporiti cotti al forno, carni bianche in umido o con formaggi stagionati.
