‘Vino Nobile di Montepulciano: The History Teller’, è questo il titolo che il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano ha dato al tour promozionale che sta portando in Italia e all’estero (70% del mercato del vino toscano).
Vino Nobile di Montepulciano, prima Docg d’Italia nel 1980, dà il via al racconto con la sua nuova etichetta consortile. Nell’etichetta (realizzata su progetto dello studio grafico Aldo Segat & Partners) sole, architettura e storia, colline del territorio, campi e filari, uva, pievi, portoni intesi come accoglienza e la foglia dell’ecosostenibilità, sono le icone che sintetizzano in chiave moderna e stilizzata i valori della denominazione. Ma nell’etichetta è stata anche inserita la parola Toscana, “fondamentale per dissipare storici problemi di comunicazione”.
65 milioni di euro è il valore medio annuo della produzione vitivinicola del Vino Nobile di Montepulciano, un territorio di 16.500 ettari di superficie comunale, di cui circa 2.000 vitati: quindi il 16% circa del paesaggio comunale è caratterizzato dalla vite. Di questi 1.210 sono gli ettari iscritti a Vino Nobile di Montepulciano Docg, mentre 305 gli ettari iscritti a Rosso di Montepulciano Doc.
Circa il 70% dell’economia locale è indotto diretto del vino: coltivano questi vigneti oltre 250 produttori, e nel 2021 sono state immesse nel mercato 6,8 milioni di bottiglie di Vino Nobile (+21,4% rispetto al 2020) e 2,6 milioni di Rosso di Montepulciano (+6,4% rispetto al 2020). Negli ultimi tre anni la certificazione di sostenibilità secondo lo standard Equalitas è stata riconosciuta al Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano – primo distretto del vino in Italia a ottenerla – e più della metà dei soci del Consorzio è ormai biologico o in conversione nella direzione della certificazione Equalitas.
Il 2022 sembra una rinascita di questa storica denominazione toscana probabilmente per molto tempo sottovalutata.
A fine settembre le vendite del Vino Nobile hanno superato del 10% quelle del 2021, mentre nel caso del Rosso di Montepulciano si arriva al 25% in più, conferma che questa denominazione è sempre più amata dai consumatori sia per il prezzo più accessibile che per un approccio più immediato nel bicchiere.
Nel 2024 arriveranno sul mercato le prime bottiglie di vino Nobile di Montepulciano Pieve, una terza tipologia che si affianca al Nobile e alla Riserva con uve esclusivamente prodotte dall’azienda imbottigliatrice, con sangiovese al 90% e canaiolo, mammolo e colorino al 3%. Il nome si rifà alle 12 pievi di Montepulciano. Un progetto frutto di confronto e discussione all’interno del Consorzio: “Abbiamo reinterpretato la nostra storia con un progetto che premia la differenziazione esistente nel nostro territorio”.
La definizione Toscana, la nascita delle Pievi e l’attenzione ecologica confermano che il territorio assume maggiore peso nella scala dei valori del Montepulciano che diventa Pieve, Nobile di Montepulciano e Riserva Nobile di Montepulciano.