Nel nuovissimo museo di Lugano una mostra sull’arte europea oltre le Alpi
Di Redazione Roma
Lac, Lugano Arte e Cultura, non è solo un museo ma un vero e proprio centro culturale che si propone come nuovo polo d’attrazione per i turisti stranieri e locali. Lo spazio, inaugurato lo scorso settembre, ospita fino a gennaio la mostra “Orizzionte Nord – Sud. Protagonisti dell’arte europea ai due versanti delle Alpi 1840 – 1960” oltre ad esposizioni ed eventi collaterali.
Nato per sopperire ad un’effettiva mancanza di strutture atte ad ospitare attività culturali, il nuovo Lac di Lugano racchiude un museo d’arte moderna, il Masi – Museo d’Arte della Svizzera italiana, ma anche una piccola sala per spettacoli teatrali, il Teatrostudio, ed una sala per concerti incastonata nella collina retrostante. Tale commistione di arti è una formula inedita ed innovativa sia per il Ticino che per l’Italia.
Progettato dall’architetto ticinese Ivano Gianola, il complesso del Lac è caratterizzato da interni sobri e pareti modulabili che permettono di costruire volumi compatibili con la natura delle opere esposte. L’intero edificio è nato in dialogo con il paesaggio: l’architettura si protende verso il lago e la piazzetta esterna entra nella hall attraverso le grandi vetrate diventando un tutt’uno con essa e riproponendo l’idea di trasparenza e scambio tra interno ed esterno proprie del progetto.
Scegliendo l’ecosostenibilità in fase di costruzione si è evitato di trasportare lontano il terreno rimosso per creare il parcheggio sotterraneo e gli spazi del Lac. Grazie alla collaborazione con biologi e specialisti si è deciso di utilizzarlo piuttosto per riconfigurare il fondale e rigenerare la flora e la fauna del lago antistante.
Le mostre
Per l’apertura si è scelto di combinare una serie di mostre temporanee con l’obbiettivo di collocare l’esposizione permanente a partire da gennaio 2016.
La mostra inaugurale del Masi, intitolata “Orizzonte Nord – Sud Protagonisti dell’arte europea ai due versanti delle Alpi 1840 – 1960”, propone un viaggio attraverso le Alpi in due direzioni: verso il nord e la Svizzera tedesca e verso il sud e l’Italia, i due poli che hanno influenzato la sensibilità del Ticino. Ciò è stato messo in evidenza dai curatori attraverso una selezione di opere che va da Böcklin a De Chirico, da Holder a Wildt, da Anker a Morandi, da Segantini a Medardo Rosso per giungere, attraverso esponenti del dadaismo e del futurismo, a due maestri del Novecento come Fontana e Giacometti. L’unico artista presente a non essere né svizzero né italiano è J. W. M. Turner, che attraversò e ritrasse il Ticino durante i suoi viaggi verso l’Italia, sancendo l’idea di un paese territorio di passaggio.
Collaterale al percorso “Orizzonti Nord – Sud” la rassegna “In Ticino. Presenze d’arte nella Svizzera Italiana 1840 – 1960” visibile fino al 28 febbraio nell’altra sede del Masi, Palazzo Reali, destinato ad ospitare in futuro la sezione più antica della collezione del Museo, che parte dal Quattrocento.