GOURMET

Asolo experience

Montelvini, cantina ambasciatrice dell’Asolo Prosecco, ha creato una speciale mappa immersiva, in cinque tappe, per andare alla scoperta dell’incantevole borgo trevigiano, delle sue personalità più celebri e delle migliori etichette prodotte nel territorio

Un giorno di primavera del 2019 ebbi l’opportunità di partecipare alla piantumazione di barbatelle di uva Glera in un antico podere agricolo nel cuore di Asolo, splendida località veneta amatissima dai vip – da Marcello Mastroianni a Catherine Deneuve, da Sharon Stone a Brad Pitt – e famosa per la sua produzione vinicola. Il podere in questione – ribattezzato per l’occasione “Vigneto ritrovato” e situato ai piedi del suggestivo parco della cinquecentesca Villa de Mattia e di fronte al colle Messano dove sorge la settecentesca Villa degli Armeni – è tornato al suo splendore originario grazie alla famiglia Serena, proprietaria di Montelvini, storica cantina di Venegazzù (nel cuore della Docg Asolo Montello, in provincia di Treviso) che produce vino fin dal 1881 e si è sempre contraddistinta per il forte legame con il luogo di origine e la sua valorizzazione attraverso etichette che lo interpretano in modo attento e con un profondo senso di rispetto e di sensibilità.

La Asolo experience

Oggi il “Vigneto ritrovato” fa parte di un progetto più ampio, sempre voluto da Montelvini, che non solo continua a essere ambasciatrice dell’Asolo Prosecco, ma vuole esserlo anche di un territorio che, oltre che per la tradizione vinicola, si distingue per storia, cultura e bellezza. A cominciare appunto da Asolo, antico borgo candidato dall’Unesco come Patrimonio mondiale dell’Umanità, fatto di gente che qui ha trovato il proprio senso di appartenenza e ha contribuito a costruire un patrimonio unico nel corso dei secoli. Sono gli “Asolani”, protagonisti di una speciale mappa immersiva, creata appunto da Montelvini, che descrive le persone che hanno segnato la storia del borgo veneto: Eleonora Duse, Caterina Cornaro, Freya Stark, Gian Francesco Malipiero e la stessa famiglia Serena e i vini di alta qualità che produce. Quattro personaggi illustri, una cantina storica e le sue ottime bollicine raccontati da una prospettiva inedita – in un esclusivo viaggio accessibile a tutti e disponibile al link https://www.montelvini.it/pages/experience – grazie a una sinergia creativa tra i disegni del giornalista e illustratore Gianluca Biscalchin e le musiche del compositore Piero Salvatori il quale, ispirandosi appunto alle storie e alle biografie degli “Asolani”, ha dedicato a ognuno di loro un brano inedito.

La casa della Divina

Il viaggio nella “Città dei cento orizzonti”, come l’ha definita il poeta Giosuè Carducci, non può che iniziare davanti alla casa della “Divina”, ovvero Eleonora Duse (1858-1924), simbolo della nascita del teatro moderno e protagonista di diversi amori tormentati, a cominciare da quello con il vate della letteratura Gabriele D’Annunzio. La Duse dimorò ad Asolo tra il 1920 e il 1922 e volle essere sepolta in questa località, nel cimitero di Sant’Anna, rivolta verso il Monte Grappa: un omaggio e un atto d’amore nei confronti dei soldati che aveva assistito durante la Prima guerra mondiale. Grazie alla mappa immersiva, la immaginiamo ballare sulle note della composizione che Salvatori ha intitolato Fucsia, un brano in cui, come spiega lui stesso, «emergono mistero, amore, passione e tormento, ricordo». L’etichetta firmata Montelvini da sorseggiare in questa prima tappa? Asolo Prosecco Superiore Docg Extra Brut Millesimato, un vino molto complesso per quantità e qualità di sensazioni olfattive di mela e pera, con note minerali, che emoziona per la sua intensità.

Benvenuti a corte

Si prosegue, nella seconda tappa, verso il castello di Caterina Cornaro (1454-1510), regina di Cipro, Armenia e Gerusalemme. Titolo legato alla sua complessa biografia: nata in una delle famiglie più nobili e influenti di Venezia, fu data in sposa a Giacomo II di Lusignano, che era appunto re dell’isola del Mediterraneo orientale, ma non solo. Alla morte del consorte governò per un po’ su Cipro, ma poi fu costretta a cedere il regno alla Serenissima che, in cambio, le diede la signoria di Asolo. Caterina non si perse d’animo e trasformò il borgo veneto in una sfarzosa corte rinascimentale, circondandosi di artisti del calibro dei pittori Giorgione (1477-1510) e Lorenzo Lotto (1480-1556) e del poeta e scrittore Pietro Bembo (1470-1547) che qui ambientò, guarda caso, Gli Asolani, opera scritta in volgare. Nel percorso suggerito dalla mappa immersiva Il vento soffia sui pini è il brano con il quale Caterina avrebbe accolto i suoi ospiti perché, come sottolinea Salvatori, «sinonimo di bellezza, potere e nobiltà». Nei loro bicchieri avrebbe invece versato Asolo Prosecco Superiore Docg Brut, un vino peculiare che si distingue per originalità nel panorama del Prosecco ed è molto amato anche dai palati più raffinati.

La villa di Freya Stark

La maestra del travel writing

L’itinerario asolano prosegue verso quella che fu la dimora “dell’ultimo dei viaggiatori romantici”, come ha scritto qualcuno. In realtà si tratta di una viaggiatrice, cartografa e archeologa: Freya Stark (1893-1993), considerata la caposcuola del moderno travel writing, celebre per i suoi viaggi nel Medio Oriente sconvolto dalla caduta dell’Impero Ottomano. Anche se diventò famosa per aver viaggiato in aree in precedenza raggiunte da pochi europei, soprattutto donne, dopo ogni itinerario avventuroso sentiva la necessità di fare ritorno al suo meraviglioso giardino di Asolo, nel quale ancora oggi si possono ammirare i resti del complesso architettonico del teatro di epoca romana. Per lei Piero Salvatori ha composto Il viaggio che vorrei, da accompagnare all’Asolo Prosecco Superiore Docg Extra Dry, un vino che esprime una spuma gioiosa, fine e persistente che ne esalta la morbida e giovane fragranza. Il suo profumo è molto ampio e complesso, bilanciato fra fruttato e floreale.

Il compositore misantropo

Ancora pochi passi e si giunge alla casa che fu di Gian Francesco Malipiero (1882-1973), compositore veneziano dal carattere scontroso e introverso che visse ad Asolo per circa cinquant’anni ritenendola il luogo ideale per isolarsi dal mondo dedicandosi esclusivamente alle sue creazioni musicali. Tanto che aveva fatto circondare la sua abitazione da alte mura per non sentire alcun rumore proveniente dall’esterno. In realtà, la sua misantropia non gli impedì di ospitare famosi artisti, poeti e altri musicisti che si esibirono in concerto nel suo giardino, tra i quali il russo naturalizzato francese Igor Stravinskij (1882-1971). A Malipiero, Salvatori ha dedicato Promenades, che ci fa pensare a lui mentre, in compagnia dei suoi amati animali – una civetta bianca e un gatto nero – sorseggia Il Brutto-Asolo Prosecco Superiore Docg sui lieviti, un vino non filtrato, con un’anima torbida e in continua evoluzione, in cui con il passare del tempo gli aromi primari lasciano spazio a note più evolute, donando maggiore complessità al prodotto.

Il “Vigneto ritrovato”

Spumante da mosto

L’itinerario asolano termina sul terrazzo della Villa de Mattia, della quale abbiamo parlato all’inizio, dove è custodita la testimonianza del rapporto fra la famiglia Serena e Asolo. Da questo punto di vista straordinario è possibile ammirare il già citato “Vigneto ritrovato”, circa 0,3 ettari di estensione, che è indubbiamente un simbolo tangibile dell’alleanza tra uomo e terra e di quel legame ancestrale di cui Montelvini si fa da anni portavoce. Un podere storico, citato da numerose fonti documentarie, a partire dal catasto napoleonico del 1807-10 e dalla guida Asolo e il suo territorio, dal Grappa al Montello, curata da Vittor Luigi Paladini nel 1895. In attesa della prima vendemmia, Armando Serena, patron di Montelvini, e i suoi figli Sarah, direttore generale, e Alberto, amministratore delegato, sulle note di Giallo arancio, sempre composta da Salvatori, guardano al futuro sorseggiando un calice di FM333 Asolo Prosecco Superiore Docg Brut Millesimato, la referenza più importante di Montelvini. Come ci ha spiegato l’enologo Stefano Nandi, direttore tecnico di Montelvini, si tratta di un vino ottenuto con una tecnica di vinificazione che si discosta da quella tradizionale del Prosecco, ovvero spumatizzando direttamente il mosto. La procedura tradizionale prevede invece di far fermentare il mosto per ottenere un vino base che viene spumantizzato successivamente. Nel caso di FM333, abbiamo invece un’unica fermentazione direttamente in autoclave per ottenere la presa di spuma. Ciò consente di concentrare gli aromi dell’uva, di avere contenuti di solfiti più bassi e di ottenere caratteristiche di pienezza e di longevità del vino decisamente migliori rispetto agli spumanti ottenuti con il sistema tradizionale. Una curiosità: FM333, il nome di questo vino, è un acronimo. La F e la M sono le iniziali della tenuta di Fontana Masorin, un vigneto di circa 2 ettari, e 333 è la cifra che ne indica l’altezza sul livello del mare: un terreno particolarmente vocato che produce uve dalle quali si ottiene un prodotto davvero unico delle colline asolane. Da provare assolutamente!

Info: www.montelvini.it