Casa Cuseni era la dimora siciliana di Robert Kitson, un intellettuale mondano inglese che contribuì alla celebrità internazionale di Taormina agli inizi del XX secolo, invitando amici, nobili e artisti da tutta Europa. Oggi, Casa Cuseni è un museo, un centro culturale e un bed and breakfast e le sue ricchezze sono così varie e tante che ogni tanto ne viene fuori una nuova. L’ultima scoperta è di alcuni affreschi futuristi attribuibili a Giacomo Balla. Si tratta di un ritrovamento molto importante, celato per un secolo e più, anche perché nulla si sapeva della presenza dei famosi pittori in Sicilia.
«Tutto iniziò un anno fa quando Giuseppe Messina, storico dell’arte specialista nel Novecento italiano, scoprì un soffitto decorato da un pittore futurista in una casa nei dintorni di Taormina», racconta Francesco Spadaro, che attualmente gestisce Casa Cuseni. Chiedendo alla proprietaria del dipinto, l’anziana signora ha risposto candidamente che si trattava di un lavoro di Giacomo Balla, amico del padre.
La teoria era affascinante, ma richiedeva conferme. Sono stati quindi compiuti ulteriori sopralluoghi e documentati i dipinti, e fatti analizzare da storici ed esperti, i quali hanno unanimamente sostenuto l’ipotesi che si trattasse di un lavoro originale di Balla, anche perché ci sono diverse testimonianze dei suoi viaggi in Sicilia.
Successivamente, in un mercatino dell’antiquariato, Giuseppe Messina ha comprato un acquarello di Carlo Siligato, compagno di Robert Kitson. Il quadro ritrae la Fontana dei Papiri nel giardino eclettico di Casa Cuseni, all’epoca dipinta con motivi geometrici e colori vivaci, di cui rimangono ora vaghi contorni. Quei disegni che oggi si intuiscono sbiaditi erano con buone probabilità una seconda opera di Giacomo Balla, un’altra prova del suo passaggio in Sicilia. Anche l’affresco sul muro della piscina che illustra l’eruzione dell’Etna nel 1923 è attribuibile a Balla, e così i fiori di tratto futurista sui pavimenti della villa.
Francesco Spadaro, che ama e cura Casa Cuseni come fosse il suo bambino, convoca esperti dalle università di Reggio Calabria, Roma e Perugia e tutti confermano l’ipotesi: gli affreschi e i fiori sono di Balla, mentre il ritratto e la frutta ritrovati su altri intonaci sono attribuibili a Fortunato Depero. Altre prove a conforto della teoria sono la prima mostra delle arti decorative siciliane nel 1928 a Taormina e le sottolineature a matita di un libro della biblioteca di Casa Cuseni.