
Fino al 16 giugno il Teatro grande di Brescia e il Teatro sociale di Bergamo alta si trasformano in un vero e proprio hub della grande musica. Le due città lombarde (alle quali si aggiungerà Milano nella serata finale) ospitano infatti il Festival pianistico internazionale, giunto alla 55esima edizione, considerato il più importante in Europa e una delle manifestazioni più prestigiose del mondo dedicate al pianoforte. Oltre all’eccezionale livello qualitativo che si mantiene costante fin dagli esordi – nelle prime cinque edizioni si esibì Arturo Benedetti Michelangeli, uno dei grandi interpreti del pianoforte del XX secolo – la manifestazione si contraddistingue per la sua fisionomia a tema, con un leitmotiv che, di volta in volta, ispira il programma e determina la scelta degli interpreti. Filo conduttore di quest’anno sono il grande Pëtr Il’ič Čajkovskij e la Russia. Come spiega il maestro Pier Carlo Orizio, direttore del Festival, «oltre a Le Stagioni e alla Grand sonata in sol maggiore, col ben noto Concerto per pianoforte e orchestra n° 1 sarà interessante riscoprire alcune pagine pianistiche di rara o rarissima esecuzione».

Proprio un sottile e raffinato legame artistico, oltre che biografico, con Čajkovskij guida la scelta di di dedicare al grande compositore e pianista Claude Debussy, nel centenario della morte, la rassegna “cameo” Au clair de lune (dal 1° all’8 giugno), ospitata a Brescia nel chiostro del Monastero di San Giuseppe, spazio dall’acustica perfetta in grado di offrire una cornice open air di rara suggestione.

Per quel che rigurda i pianisti che si alternano sui palchi, qualche nominiativo basta a fare capire lo standard elevatissimo del Festival: la leggendaria Martha Argerich, Grigorij Lipmanovič Sokolov (da molti ritenuto il maggior pianista vivente), il sedicenne prodigio Alexander Malofeev. E ancora, la cinese Yuja Wang, Alexander Romanovsky, Daniil Trifonov, Filippo Gorini (unico italiano, escludendo la rassegna dedicata a Debussy), ormai entrati nel gotha del pianisimo mondiale. Senza dimenticare Mikhail Pletnev, uno dei maggiori pianisti viventi, ma anche poliedrico musicista, che ormai si è imposto all’attenzione di un pubblico allargato. Un fuoco di fila di virtuosi della musica che, però, non si limtano solo al pianoforte. Alla manifestazione partecipano infatti anche alcuni tra i più talentuosi violinisti del nostro tempo, come Sergej Krilov, direttore della Lithuanian chamber orchestra, e Nicola Benedetti, popolare e precocissima violinista italo-scozzese.

Tra le orchestre presenti, la Royal philarmonic orchestra, la Royal scottish national orchestra e la Mariinnsky theatre orchestra che, diretta da Valery Gergiev, chiuderà il Festival il 16 giugno al Teatro degli Arcimboldi di Milano. Doveroso ricordare anche la Filarmonica del festival, la compagine resident formata da musicisti che, nonostante la giovane età, hanno già maturato importanti esperienze internazionali sotto la guida di Pier Carlo Orizio.
Informazioni: tel. 030/293022: www.festivalpianistico.it