REPORTAGE

Feng Shui Story

A Hong Kong l’arte geomantica taoista è profondamente radicata nella cultura, non un revival new age

A Hong Kong l’arte geomantica taoista è profondamente radicata nella cultura, non un revival new age

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Foto di Giovanni Tagini, testo di Pietro Tarallo

Messo al bando da Mao durante la Rivoluzione Culturale perché oscurantista, reazionario e fonte di superstizioni, il feng shui, antica arte geomantica taoista, è stato sdoganato dall’attuale nomenclatura di Pechino. Ora lo si insegna in scuole superiori e istituti privati, che organizzano appositi master. Ma non solo. Ha riconquistato un posto di primo piano nella società, dove era rimasto sempre sotto traccia. Soprattutto ad Hong Kong dove sotto il dominio della Gran Bretagna si erano rifugiati gran parte dei maestri cinesi di quest’arte praticata da oltre tremila anni. Qui nessuno fa nulla se non consulta prima il suo feng shui master come fosse il proprio analista.

“Non è solo un revival modaiolo new age, legato a tradizioni e superstizioni del passato, il feng shui è profondamente radicato nella cultura cinese e sta conquistando anche l’Occidente in quanto mette in primo piano la difesa della natura, il vivere in armonia con l’ambiente e l’equilibrio interiore”, sostiene Nury Vittachi, nato nel 1958 a Colombo nello Sri Lanka, residente a Hong Kong da anni. Maestro di feng shui e scrittore di successo, ha appena pubblicato “The Shanghai union of industrial mystics (Allen & Unwin)”. “Dominio esclusivo maschile, si può trasmettere solo di padre in figlio o da uomo ad uomo. Esistono nella sola Hong Kong oltre 11mila maestri regolarmente patentati. Potente lobby che influenza tutta la società e l’economia locale: dal settore immobiliare agli investimenti finanziari, dall’arredamento della casa o di un locale pubblico alla data del matrimonio, dalla preparazione dei cibi a come vestirsi, divertirsi e curarsi”.

Per questo Li Ka-shing, l’uomo più ricco dell’Asia e il nono del mondo, secondo la rivista Forbes, ha a libro paga numerosi maestri di feng shui. Nato nel 1928, ha iniziato nel 1950 la scalata al ghota dei paperoni miliardari vendendo mazzetti di fiori di plastica. Presenza occulta, conduce un’esistenza appartata e modesta. Tutti lo conoscono di fama, ma pochi lo frequentano. E’ lui che domina il mercato immobiliare e finanziario del “Porto profumato”. Ma non solo. Pare controlli anche il gioco d’azzardo della vicina Macao, Las Vegas d’Oriente.

“Purtroppo non sempre i nostri consigli sono seguiti. Infatti, Hong Kong sta subendo radicali mutamenti urbanistici che influiranno negativamente sul suo sviluppo futuro”, sostiene Alex Yu, noto feng shui master. Look da impiegato di banca, sempre con la sua preziosa ventiquattrore di pelle nera d’ordinanza dove custodisce i suoi ferri del mestiere: libri zeppi di tabelle e il Luo Pan, strumento formato da diversi anelli concentrici uniti da una specie di ragnatela (wang in cinese) con al centro una bussola magnetica. “Da alcuni mesi stanno facendo lavori colossali per riempire un tratto di mare davanti alla stazione dello storico Star Ferry a Central. In questo modo l’acqua defluirà più velocemente in quanto il fondo del porto-canale e la sua orografia diventeranno praticamente dritti e più profondi senza i naturali sbarramenti del passato che ne rallentavano il passaggio. Così anche l’energia positiva del ch’i, che apporta ricchezza e ha fatto la fortuna di Hong Kong, scorrerà più rapidamente”.

Ospitalità yin e yang

Non solo i più recenti insediamenti urbanistici sono stati costruiti secondo i dettami del feng shui, ma anche gli ultimi hotel per renderli più accoglienti e creare un’ospitalità più armonica e meno impersonale. L’architetto Ed Ng, 40 anni, fondatore del AB Concept, studio di interior design, ha ristrutturato l’Hotel Jen, rivoltandolo come un calzino. “Sono partito dal nome. Jen, modificazione del termine yang, possiede vari significati: amore, gentilezza, attenzione per gli ospiti. Ho lasciato che la luce penetrasse senza ostacoli nelle camere dalle grandi vetrate affacciate sul porto, piovesse dall’alto attraverso ampie aperture e si moltiplicasse nei corridoi e nelle parti comuni mediante superfici a specchio. Nulla doveva ostacolare il fluire di questa forza vitale.” Il successo non è mancato. Notevole è stata l’affluenza di clienti fin dalla sua riapertura avvenuta nel gennaio di quest’anno.

Sotto il segno del cristallo, elemento che secondo i principi del feng shui crea un campo di energie positive, è il Lanson Place Hotel. Aperto nel maggio 2006, in un palazzo neoclassico, boutique hotel dal fascino retrò, possiede una collezione di lampadari d’epoca made in Murano, che gli architetti Simon Tong e Joseph Fung hanno inserito nei punti in cui maggiore è l’afflusso degli ospiti come la hall e il living-bar dove si ascolta musica.

Pare di stare in un quadro di Salvator Dalì appena si entra nel The Luxe Manor Hotel. Sotto il segno del più surreale surrealismo, con cornici di quadri senza tele dipinte sulle pareti e poltrone monumentali rosso fuoco dagli alti schienali sbilenchi, è stato arredato da David Buffery. Il giovane interior designer tedesco ha applicato alla lettera i principi del feng shui, dai colori alla disposizione dell’arredo, per “imprigionare” la forza vitale del ch’i.

Ancora architetture avveniristiche. Un pool di maestri di feng shui hanno scelto le locations di Hong Kong che compaiono nel film “Batman: il cavaliere oscuro”, diretto da Cristopher Nolan, dal 23 luglio nelle sale cinematografiche italiane, ritenute le più adatte per il suo successo. Così l’uomo-pipistrello, personaggio dei fumetti creato da Bob Kane e Bill Finger, si getta nel vuoto dal roof garden dell’International Finance Centre (IFC), il grattacielo più alto della città; sale lungo il Mid Level Escalator, la scala mobile al coperto più lunga al mondo che da Central si arrampica sulla collina; appare all’ultimo piano dello storico Peninsula Hotel, dove si trova il bar-ristorante Felix disegnato da Philippe Stark.

Il ch’i della moda

Il feng shui è protagonista anche nel mondo della moda. “Il rosa è un colore positivo, favorisce gli incontri duraturi e stabili che sfociano spesso nel matrimonio. Se invece si vuole un’avventura hard meglio vestirsi di rosso”, sostiene Ranee Kok, 30 anni, new entry del gotha dei giovani stilisti. “I vestiti della mia ultima collezione, dove prevalgono questi colori, sono molto romantici, ma nello stesso tempo sexy. Adoro i grandi cappelli che proteggono il capo e irradiano energia al resto del corpo”. Mentre William Tang, 45 anni, fashion designer di livello internazionale, con boutique a Pechino, Parigi e New York, protagonista della Hong Kong Fashion Week, appartenente ad una delle cinque famiglie più antiche e ricche del “Porto profumato”, punta soprattutto su modelli che fasciano il corpo con un taglio armonioso e ne sottolineano le forme avvolgendolo con un flusso continuo di energie positive. I suoi abiti, quasi tutti in seta, ricordano le architetture di quelli di Capucci, lo stilista che Tang predilige perché “ha esaltato la femminilità e l’eleganza delle donne”.

Armonie gastronomiche

Si sono ispirati ai principi del feng shui affermati chef come Alvin Leung che a giugno di quest’anno ha aperto il suo nuovo ristorante Bo Innovation. Fra i grattacieli di Wanchai, al secondo piano di un palazzo in acciaio e cristalli, con una grande terrazza panoramica, è divenuto subito un cult per gastronomi spericolati. Ex-ingegnere informatico, chef per passione e per business, simile ad un personaggio dei manga, bicipiti tatuati con gli ideogrammi cinesi “diavolo” e “cucina”, croce di diamanti che gli pende fra pettorali un po’ flaccidi, crea piatti fusion con un mix di sapori che arrivano dalla cucina imperiale cinese e da quella di Ferran Adrià. “Nulla è casuale in questa mia nuova location”, afferma scrollando la lunga chioma nera tagliata a caschetto  che gli nasconde quasi tutto il volto paffuto come quello di un adolescente un po’ obeso. “Insieme al mio master di feng shui ho progettato nei minimi particolari la disposizione della cucina e l’arredo del locale. Così il set di acciaio e cristallo in cui servo le mie creazioni. E’ lui che mi ha guidato nell’armonizzare colori e forme dell’arredamento, nella scelta del menù e di come presentarlo. Si mangia anche con gli occhi. I miei piatti sono dei quadri sottolineati dalla cromia e dai sapori di quello che è contenuto nei littles glasses. Energie positive che riesco così a trasmettere ai miei ospiti”.

Sculture tra l’astratto e l’informale, dove la natura è protagonista invece sono i piatti di Joeri Schrzurs, avventuroso chef, nato 27 anni fa in Belgio, che da quando ne aveva 17 gira il mondo lavorando nelle cucine dei migliori ristoranti. Fisico atletico, sguardo seduttivo, è l’opposto dello stereotipo dello cuoco classico: burbero, nevrotico e sovrappeso. Sedotto dall’Oriente, ha fatto sua la new vague della Green T. House, regno del glamour innovativo, aperto nel gennaio del 2007 nel Cyberport, il nuovo centro polivalente nel segno dell’hi-tech. Brand inventato da JinR, fascinosa signora di Pechino, è l’esempio più avanguard della new chine cuisine. Tutto è rigorosamente yin e yang, sia nel locale total black di Beijing, sia in quello total white di Hong Kong, per esaltare il flusso energetico del feng shui concep. Gli alimenti si fondono con gli elementi naturali con cui sono presentati, quasi mimetizzandosi e annullandosi sui lunghi piatti-taglieri di rovere fra tralci di rami e foglie di tè tostate. Salvo poi rivelare sapori unici e originali appena si gustano. Il pranzo e la cena sono cerimonie iniziatiche officiate da camerieri-sacerdoti secondo un rituale codificato dalla tradizione millenaria del feng shui, nella eleganza e nella perfezione dei gesti ritmati dalla sonorità musicale delle loro parole con cui illustrano i singoli piatti. Tutto è slow. La dimensione temporale si annulla in quella dello spazio e del gusto, della luce e delle forme. Di qui sono passati artisti famosi come Gao Xiang, Li Xiao e Cindy Ng Sio Teng che hanno stupito critici e mercanti d’arte per la novità dello loro istallazioni.

Nel ristorante CuCina, inaugurato pochi mesi fa all’interno del Marco Polo Hotel, l’italiano Massimo Gavina, 50 anni ben portati, una vita passata in Oriente, ha tentato un esperimento ardito: coniugare il meglio della cucina mediterranea con il top di quella cinese. “Ho puntato sulla freschezza e stagionalità degli alimenti,” spiega, “tutti doc dalle anatre ai pesci, dai vini  e agli oli. Ma anche sul to watch chefs to cook: i cuochi hanno le loro postazioni a vista e interagiscono senza diaframmi con gli ospiti. La mistica rappresentazione della preparazione dei cibi avviene sotto gli occhi di tutti. In questo modo ho realizzato una delle regole fondamentali del feng shui: vedere per  sapere e poi scegliere”.

Jody Cheung è stato il primo a capire che era venuto il momento di costringere gli abitanti di Hong Kong a mangiare all’aperto come in una qualsiasi località di vacanza del Mediterraneo. Niente più gelida aria condizionata, ma il caldo un po’ appiccicoso delle notti del “Porto profumato” nei cinquanta ristoranti e pub di Knutsford Terrace, vicino alla trafficatissima Nathan Road, con i dehors allineati lungo una passeggiata pedonale sospesa fra i soliti grattacieli. “E’ stato il mio master di feng shui a suggerirmi l’idea in quanto il flusso vitale del ch’i finalmente attraversa anche le notti di Hong Kong, in particolare qui dove non trova ostacoli”, spiega Jody Cheung, 50 anni, giacca rosso-mattone di Versace, gran patron del King Parrot Group che possiede otto ristoranti multietnici. “Protetto dal traffico, rallenta il suo fluire e si sofferma più a lungo che altrove, consentendo incassi sostanziosi. Successo assicurato che si rinnova ormai da due anni tutte le sere grazie alla presenza di quasi 5000 persone”.

Da Dragon-I, nel cuore di Central, si ritrovano gli expat portati dalla globalizzazione, i rampanti manager del new chinese capitalism, attori e fotomodelle. C’è tutto: dalla terrazza per l’aperitivo e l’happy hour, al ristorante illuminato da enormi lanterne rosse, alla discoteca dalle pareti in pannelli laccati in nero e specchi attraversati da fulminanti fibre ottiche con musica mixata dai più famosi dj internazionali. “La grande voliera in bambù dorato l’ha voluta sulla terrazza il mio master di feng shui perché il canto degli uccelli favorisce l’ingresso del ch’i”, spiega il proprietario Gilbert Yeung, 41 anni e fisico da eterno adolescente. “Che circola attraverso gli spazi del locale le cui pareti sono curve come le spire del dragone, animale totem simbolo di Hong Kong. E soprattutto vi rimangono a lungo apportando benessere e serenità”.

L’equilibrio del corpo e della mente

L’I-Spa, nei giardini dell’InterContinental Hotel, ha ispirato i suoi trattamenti all’Oriental Asian Blend mediante l’utilizzo di ben 55 ingredienti organici costituiti da erbe, fiori e frutta tropicali secondo quanto prescritto dal feng shui. Come il “Fen, sacred floral journey” che prevede anche lo scrub al gelsomino e un massaggio rivitalizzante anti stress eseguito in location modificate ogni volta secondo il fluire dell’energie positive individuate periodicamente da Chan Xue Tao, master del centro benessere. Oppure come lo “Zhi, nurturing facial” che prevede l’uso combinato dei cinque elementi base del feng shui: acqua, legno, fuoco, terra e metallo.

Sono numerosi quelli che si danno appuntamento tutte le mattine, alle otto in punto, sotto le arcate del Cultural Centre di Tsim Sha Tsui, a Kowloon, per seguire le lezioni di tai chi chuan di Pandora Wu e William Ng. Sposi felici da oltre 30 anni, il loro amore è stato cementato dalla comune passione per quest’arte marziale rinterpretata secondo i dettami del feng shui. Con i movimenti lenti e complessi che insegnano ai loro allievi, turisti e non, riescono a catturare le energie vitali del ch’i, ridonando equlibrio al corpo e alla mente. Energie che fluiscono fin qui senza ostacoli portate dal vento e dal mare su cui si specchia l’avveniristico sky line del Victoria Harbour.

Box

Il viaggio

Air France (tel. 848.88.4466, www.airfrance.com/it) vola via Parigi,  da 959 euro in economy.

Catay Pacific (tel. 199.747.340, www.cathaypacific.com) voli diretti dall’Italia, da 640 euro in economy.

Hotelplan (tel. 02.72136.1 www.hotelplan.it) propone 5 giorni e 3 notti, volo, camera doppia e prima colazione, da 714 euro.

Info

Hong Kong Tourist Board, c/o Adam Integrated Communications, Corso Marconi 33, Torino, tel. 800294929, www.discoverhongkong.com e ww.quihongkong.it.

Feng shui

Il HKTB (Visitor hotline tel. 00852.25081234) organizza corsi di feng shui e visite alla città con maestri. Fra questi c’è anche Alex Yu, tel. 00852.23989788, www.alexyufengshui.com.

Chue Foundation, www.chuechanfengshui.org, fondazione internazionale guidata dal Grand Master Chan Kun Wah.

Scuola Italiana di Architettura Feng Shui, www.fengshui-italia.com.

Leggere

Luxe Hong Kong and Macau, Luxe City Guides (www.luxecityguides.com), guida turistica tascabile con gli indirizzi più aggiornati e trendy di shopping, dining and lifestyle.

John Lanchester, Il porto degli aromi, Longanesi, romanzo storico.

Paul Theroux, Ultimi giorni a Hong Kong, Baldini Castoldi Dalai, sugli avvenimenti che sconvolsero la città prima del passaggio alla Cina.

Nury Vittachi, Feng Shui Detective, Feltrinelli, raccolta di racconti noir il cui protagonista è una sorta di Montalbano in soia souce.

Dormire

Hotel Jen, 508 Queen’s Road West, Western District, tel. 00852.29741234, www.joteljen.com,  del gruppo World Hotels, da 70 euro.

Lanson Place Hotel,  133 Leighton Road, Causeway Bay, tel. 00852.34776888, www.lansonplace.com, del gruppo Small Luxury Hotels of the World, da 190 euro.

The Luxe Manor Hotel, 39 Kimberley Road, Tsim Sha Tsui, Kowloon, tel. 00852.37638880, www.theluxemanor.com, del gruppo Small Luxury Hotels of the World, da 160 euro.

Mangiare

Bo Innovation,   Shop n° 13, 2nd Floor, J Residence, 60 Johnston Road, Wanchai, tel. 00852.28508371, www.boinnovation.com, da 40 euro.

CuCina, 6/F, Marco Polo Hotel, Harbour City, Kowloon, tel. 00852.21130808, www.cicinahk.com,  da 35 euro.

Dragon-I, 30/F, The Centrium, 60 Wyndham Street, Central, tel. 00852.31101222, www.dragon-i.com.hk, da 30 euro.

Green T. House, 208 The Arcade 100, Cyberport Road, Island South, tel. 00852.29896036, www.green-t-house.com, da 45 euro.

Club Havana e Vodka Bar, Knutsford Terrace 2/F, tel. 00852.23126222, www.kingparrot.com, da 25 euro.

Shopping

Ranee_K, 16 Gough Street, Central, tel. 00852.21084068, www.raneek.com.

William’s Studio, 99 Hang Tau Tsuen, Ping Shan, Yuen Long, New Territories, tel. 00852.91954884.

Benessere

I-Spa, InterContinental Hotel, 18 Salisbury Road, Kowloon, tel. 00852.27211211, www.hongkong-ic.intercontinental.com.

—eventualmente mettere a parte come sommarietti—

Feng shui, antica arte geomantica taoista della Cina, letteralmente significa “vento e acqua”. Consente agli elementi naturali, “acqua, legno, fuoco, terra e metallo”, di interagire e creare armonia quando sono in equilibrio fra loro nel rispetto dell’ambiente. Tali elementi sono le manifestazioni del ch’i (energia vitale).

I sette milioni di abitanti di Hong Kong, decima economia della Terra, sono i sesti per ricchezza procapite. Secondo la rivista Forbes, ben 26 appartengo al club esclusivo dei 946 miliardari mondiali.

Si ringrazia il bio-architetto Loredana Albieri per la consulenza (loredanaalbieri@libero.it).