Arte e sensualità nelle case di Pompei, la mostra in corso nella Palestra Grande del Parco Archeologico fino al 15 gennaio 2023, espone per la prima volta settanta pitture e sculture che spesso hanno suscitato non solo curiosità ma anche stupore e imbarazzo, anche se all’epoca non erano considerate scandalose.
Dopo la pandemia il pubblico sta tornando a visitare uno dei siti archeologici più famosi del mondo, e la mostra rappresenta uno sforzo per far comprendere l’onnipresenza della sensualità a Pompei, una chiave di lettura per capire meglio gli affreschi e altri riferimenti al tema che si incontrano nei vari edifici del sito.
La mostra è stata curata da Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco, con Maria Luisa Catoni, docente alla Scuola Imt Alti Studi di Lucca. «A Pompei – dice Zuchtriegal – si può ammirare una città antica con affreschi, statue e arredi trovati nella posizione in cui furono sepolti durante l’eruzione del 79 d.C., un dono meraviglioso della storia che dobbiamo preservare e trasmettere alle nuove generazioni».
L’itinerario della mostra si apre con una statua in marmo bianco di Priapo, che per i romani era simbolo di prosperità e fertilità. Il percorso della mostra è pensato come la visita a una ideale villa pompeiana, attraverso i suoi diversi ambienti: l’atrio, il cubiculum (stanza da letto), il triclinio (sala da banchetto) e il peristilio (giardino interno colonnato).
«All’interno di questi ambienti – ha spiegato Zuchtriegel – sono esposte opere d’arte provenienti da luoghi diversi e dai depositi di migliaia di reperti di valore, alcuni dei quali dimenticati dagli anni ’90».
In mostra, anche oggetti inediti come due medaglioni in bronzo con scene erotiche provenienti dallo splendido carro cerimoniale ritrovato nella villa di Civita Giuliana e il raffinato soffitto del cubiculum, crollato sul pavimento e poi ricomposto e restaurato, della Casa di Leda.